28 aprile: Presentazione tra donne del libro “ROTE ZORA” guerriglia urbana femminista

“Donne che non danno pace” organizzano la presentazione tra donne del libro “ROTE ZORA” guerriglia urbana femminista

Dalle ore 16,00 A seguire laboratorio tra donne: A partire dalla lettura di stralci del libro un momento di discussioni collettive, in forme diverse, per trasformare insieme questa pubblicazione in uno strumento per rilanciare la lotta al patriarcato.

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Il libro è un’ Autoproduzione femminista, 2018.

Rote Zora è una rete di gruppi di donne e lesbiche che ha portato avanti azioni femministe di guerriglia urbana nella Repubblica Federale Tedesca dagli anni ’70 agli anni ’90.
Le loro parole ci arrivano oggi con la stessa potenza del fuoco dei loro sabotaggi.
Voi avete il potere – Noi abbiamo la notte!


da “la reststenza è posibile, intervista alle rote zora”1984

Come avete scelto il nome di Rote Zora?

“Rote Zora e la sua banda” è una fiaba di una ragazzina terribile che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Fare bande, muoversi al di fuori della legge sembra essere oggi una prerogativa dei maschi. Ma soprattutto per questo i mille vincoli privati e politici con cui veniamo soffocate come ragazze e come donne, ci dovrebbero rendere in massa bandite per la conquista della nostra libertà e della nostra dignità di essere donna. Le leggi, il diritto e l’ordine sono fondamentalmente contro di noi, anche se, combattendo duramente, abbiamo strappato due o tre diritti che, comunque, dobbiamo difendere continuando a lottare. La lotta radicale femminista e l’obbedienza alle leggi sono due cose che fanno a pugni tra loro!

Però non è un caso che il vostro nome abbia le stesse iniziale delle Revoluzionarien Zellulen (Cellule Rivoluzionarie).

No, naturalmente non è un caso. Rote Zora esprime anche gli stessi principi delle Revoluzionarien Zellulen, lo stesso concetto di strutture che si muovano nell’illegalità, di rete che sfugga al controllo e all’intervento dell’apparato repressivo. Soltanto così possiamo compiere, in relazione con le lotte legali di altri movimenti, azioni sovversive dirette. “Noi rispondiamo con la lotta”, questo slogan delle donne del maggio ’68 oggi non è messo in discussione per quanto riguarda la violenza contro le donne, ma è invece criminalizzato quando rappresenta una risposta contro il dominio che riproduce sempre di nuovo questa violenza.

Quali azioni avete compiuto fino adesso e contro quali obiettivi?

Le donne di Rote Zora hanno cominciato nel ’74 con un attentato alla corte Costituzionale di Karlsruhe, perché tutte noi volevamo l’abrogazione dell’articolo 218 [legge di regolamentazione dell’aborto – ndr] .

Nella notte di Walpurg abbiamo attaccato l’Ordine dei Medici perché da lì veniva ostacolata con ogni mezzo la già misera riforma sull’aborto. Poi l’attentato alla Schering durante il processo Duogynon.

Dunque riteniamo assolutamente necessario strappare dalla dimensione privata la nostra rabbia contro lo sfruttamento della donna, come oggetto sessuale e come macchina riproduttrice, e mostrarla con il fuoco.

Però non vogliamo limitarci soltanto all’attacco a queste strutture legate direttamente e visibilmente all’oppressione delle donne.

Come donne siamo anche colpite dalla violenza della società nel suo insieme , dalla distruzione della natura, dalla ristrutturazione della città, alle più diverse forme di sfruttamento capitalistico, in ogni caso condizioni di oppressione a cui sono sottoposti anche gli uomini.

Non vogliamo la divisione dei compiti ‘di sinistra’ secondo il motto ‘le donne per i problemi delle donne, gli uomini per i problemi politici generali’. Non ci facciamo togliere le responsabilità dell’iniziativa nella vita quotidiana. Per questo ad esempio abbiamo incendiato le macchine di lusso degli avvocati della ‘lega dei proprietari del quartiere Kaussen’ che erano responsabili di un gran numero di sfratti brutali. Sempre per questo abbiamo distribuito gratuitamente (insieme alle Revoluzionarien Zellulen) ristampe dei biglietti dei mezzi pubblici per imporre la gratuità del servizio.

Gli ultimi attentati li abbiamo rivolti contro la Siemens e la Nixdorf. Esse accelerano, con lo sviluppo di nuove tecnologie di controllo, le sempre più sofisticate possibilità di produzione bellica e di controguerriglia. Oltre a ciò ci interessava anche la loro funzione di avanguardia nella ristrutturazione del lavoro, soprattutto a spese delle donne, in tutto il mondo. Come qui da noi, grazie alle tecnologie di queste ditte, le donne vengono sempre più isolate l’una dall’altra con il lavoro a domicilio e part-time e sfruttate senza assicurazioni sociali, allo stesso modo le donne del cosiddetto Terzo Mondo vengono sistematicamente consumate nella produzione di queste tecnologie e a 25 anni sono letteralmente distrutte dal lavoro.

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