da S. O. Futura, Panetteria Occupata:
Comunicato per la chiusura dei CPR
MOBILITAZIONE PER LA CHIUSURA DI TUTTI I CPR- 6 APRILE, MILANO
Le politiche retoricamente emergenziali e i provvedimenti repressivi -volti in realtà a giustificare normative discriminatorie- attuati dall’Unione Europea per contrastare il fenomeno migratorio, rimarcano coerentemente quelle dinamiche secolarizzate dai progetti imperialisti dell’occidente, dai quali consegue sfruttamento, oppressione e disumanizzazione delle popolazioni devastate dal processo messo in moto dal colonialismo. I processi imperialisti di esportazione di capitale, avanzati dai paesi a capitalismo maturo che, mossi dalla necessità di estendere il controllo sul mercato e sulla produzione, continuano ad
accrescere la miseria e la precarietà dei popoli oppressi, sono innegabilmente collegati alle politiche razziste e segregazionali applicate dalle potenze economiche dominanti sui migranti che cercano di sfuggire dalle loro condizioni. Non è infatti un segreto che la crescita dell’esercito industriale di riserva, ricavato dai flussi migratori, e l’abbassamento dei costi della forza lavoro che ne deriva, abbia come essenza la ricattabilità delle fasce popolari, costrette ad allontanarsi dai loro paesi d’origine senza quasi niente in mano. I meccanismi di emarginazione sociale riscontrati quotidianamente dalle persone razzializzate non sono altro che il riflesso di sistematiche forme di repressione condotte dagli apparati istituzionali e perpetrate nella storia e sui territori. In Italia ne sono esempio e prova lampante la gestione dei flussi migratori, le cui fallacee normative sono
per lo più volte ad alimentare tensioni sociali e sfruttamento, eccessiva burocratizzazione dei percorsi per l’ottenimento della cittadinanza, in concomitanza con sistematici abusi di potere perpetrati dalle forze dell’ordine.
Soprattutto chi si ritrova -ricordiamolo, sempre a causa del colonialismo e imperialismo, necessari al capitale- a percorrere le rotte migratorie criminalizzate, in occidente continuerà ad essere sfruttato all’interno di questo sistema di perpetrazione delle ingiustizie, che fanno della precarietà e di ciò che ne consegue una colpa, trovandosi relegatu a
uno stato di indigenza e incertezza. I CPR, forse esempio più emblematico di tali meccanismi, continuano ad essere dei non luoghi in cui avvengono gravissime ingiustizie ai danni delle persone detenute, le quali vengono trattenute in un clima di scarsa trasparenza, diritto all’assistenza legale negato e assistenza sanitaria del tutto assente. Maltrattamenti, abusi, violazione dei diritti, accanimento farmacologico: tutto questo per motivi di “ordine pubblico e sicurezza nazionale”.
La detenzione amministrativa, rappresentativa della violenza e dell’ingiustizia strutturale, è un tassello centrale di un più ampio corpus di norme e politiche mortifere, che reprimono e criminalizzano determinati flussi migratori. Nella prassi assume i tratti di un meccanismo di marginalità sociale e isolamento. I CPR mettono direttamente in contatto i provvedimenti gestionali statali e gli apparati privati. Servendosi di appalti e bandi finanziati da fondi istituzionali, vengono gestiti da società private (Ors, Engel, Gepsa) che regolando un servizio a basso costo, massimiz–
zano il profitto sui corpi di esseri umani a cui viene negato ogni diritto. Non è possibile contrastare questa violenza tramite riforme e cambi di gestione, perché è essa stessa connaturata al doppio binario razzializzante e discriminante della detenzione amministrativa.
In questa fase storica accendere i riflettori sugli effetti dell’imperialismo, a tutti i livelli, e denunciarli in ogni articolazione, è assolutamente necessario. Stiamo osservando proprio in questi mesi come la retorica degli stati imperialisti non regga più all’evidenza: in tutto il mondo continuano a insorgere nuovi conflitti, o forse non sono mai finiti,
e pure in Palestina, dove da quasi un secolo si dispiegava uno scontro impari e rivestito di false giustificazioni, oggi non si può più celare che gli interessi sono sempre stati di carattere egemonico. L’ascesa in campo di tutte le potenze mondiali, accordi internazionali, il genocidio dl popolo palestinese. Gaza è stata trasforma dal più grande lager a
cielo aperto, completamente circondato da muri anche sotterranei e sottomarini dal 2005 e controllata militarmente dagli anni ‘90.
Come antimperialist*, riteniamo non solo di dover agire in modo solidale con chi, dalla Palestina sino ai CPR, sta cercando di lottare con ogni mezzo per conquistare un futuro libero dall’oppressione, ma riconosciamo anche la necessità di integrare tutte le lotte per la liberazione all’interno di una prospettiva rivoluzionaria capace di estirpare la radice delle oppressioni e proporre un’alternativa a questo sistema di morte, sfruttamento
e segregazione.
I CPR VANNO CHIUSI TUTTI E SUBITO! NO AI CPR, NO AI LAGER DI STATO, NÉ IN ITALIA, NÉ IN PALESTINA, NÉ ALTROVE!