COSA C’ENTRIAMO NOI CON LO SCIOPERO DELLA FAME CONTRO IL 41 BIS DI ALFREDO COSPITO?

COSA C’ENTRIAMO NOI CON LO SCIOPERO DELLA FAME CONTRO IL 41 BIS DI ALFREDO COSPITO?

Alfredo Cospito è un compagno anarchico che dal 20 ottobre (85 giorni) è in sciopero della fame contro il cosiddetto 41 bis

Cos’è IL 41 BIS?
È un trattamento penitenziario introdotto in via eccezionale nel 1992, nel quadro della lotta alla mafia. Da allora, nonostante avrebbe dovuto avere una durata limitata, è diventato norma (così come, negli ultimi decenni, tutte le emergenze nate come speciali e temporanee), allargato ad altre tipologie di reato e ad oggi sono 750 le persone sottoposte a questo regime.

 Cosa prevede il 41 bis?
Completo isolamento sensoriale, vale a dire che su 24 ore solo 2 sono d’aria in compagnia di un massimo di 3 persone scelte dalla direzione del carcere, che il campo visivo è limitato alla cella o ai passeggi chiusi da reti dove il cielo si vede a quadretti; che le visite con i familiari si svolgono, una volta al mese, con vetri divisori e non c’è nessun tipo di contatto umano; viene impedito di leggere, studiare (libri, non più di 4, giornali, riviste, sono acquistabili solo tramite il carcere e soggetti all’arbitrio della direzione carceraria che censura, taglia articoli, gestisce tutte le notizie e le informazioni); tutto è sottoposto a censura, compresa la visione di alcuni canali televisivi e la difesa è di fatto impedita dall’impossibilità di partecipare ai processi se non in videoconferenza e ai difensori diffondere notizie relative alle condizioni di vita dei detenuti …
Un regime che è una vera forma di tortura e di morte sociale, psicologica, umana.

 Perché Cospito è sottoposto a tale regime?
Perché gli è stato applicato un articolo (strage politica) mai applicato neanche per reati di natura stragista (come nel caso della strage di Capaci …), per azioni, per il quale era già stato sanzionato, che non hanno a carico morti. Appare evidente, anche da parte di intellettuali, giuristi, giornalisti…, come l’intento di questo regime carcerario, così come quello ad alta sorveglianza, sia non tanto punire per i fatti commessi ma, per i detenuti politici, la valenza politica che questi atti assumono: quello che va spezzata è la solidarietà, i legami sociali, la stessa possibilità di esprimere un pensiero che metta in discussione questo modello sociale e la possibilità di cambiarlo.

 E noi cosa c’entriamo con tutto ciò?
Non si tratta di condividere le scelte e l’ideologia di Cospito, ma di comprendere che il 41 bis, l’ergastolo- l’ergastolo ostativo (fine pena MAI, almeno che rinunci alla tua identità o incolpi altri), le carceri speciali, sono la punta più alta e forte di repressione che lo Stato si è dato, ma che questa ha ricadute nei rapporti sociali e nelle lotte quotidiane di lavoratori, studenti, immigrati. Pensiamo solo a quanto sta succedendo a Simone di Ultima generazione per il quale sono state richieste misure restrittive di sorveglianza speciale e obbligo di dimora per 1 anno, in quanto, secondo la questura, il reato commesso (imbrattamento con vernice lavabile!), costituirebbe alta pericolosità sociale e interno ad un movimento organizzato oltranzista”. Richiesta ascrivibile al cosiddetto “codice antimafia”, applicato alla criminalità organizzata. O si pensi alla condanna di primo grado per “associazione a delinquere” ai compagni del comitato di lotta per la casa del Giambellino per aver difeso, rivendicato e organizzato con altri proletari il bisogno primario di una casa; o ai disoccupati di Napoli, ai sindacati di base Si.cobas e Usb per le
lotte dei lavoratori nel settore della logistica e non ultimo al decreto anti-reve il cui scopo
presumibilmente sarà in funzione anti-picchetto nei posti di lavoro, nelle scuole, nei presidi, nelle lotte più combattive.
Tutti coloro che non sottostanno ad un atto di adesione alle ragioni dello Stato, inevitabilmente si troveranno nelle file “dei cattivi”, trattati, oggi più che mai, visto il governo dichiaratamente fascista, come nemici dell’ordine pubblico e dello sviluppo e giudicati non perciò che si fa per quello che si è.
Per questo lo sciopero di Cospito contro il 41 bis, l’ergastolo ostativo ci riguarda, ed è per questo che non possiamo tacere. Sul nostro silenzio la repressione si rafforza, i nostri bisogni vengono calpestati e la possibilità di realizzare una società senza sfruttamento dell’uomo, dell’ambiente, libera da diseguaglianze e discriminazioni di qualunque genere e etnia diventa sempre più lontana.
Al fianco di Cospito, contro il regime di 41 bis, l’ergastolo ostativo,
di chi lotta dentro e fuori dalle carceri
Manifestazione domenica 15 alle h. 15 Porta Genova

PANETTERIA OCCUPATA

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