22 gennaio: presidio per la liberazione di Ahmad Sa’adat e di tutti i prigionieri palestinesi

SABATO 22 GENNAIO DALLE ORE 15 PRESIDIO VIA PADOVA angolo VIA GIACOSA

Settimana di azione per la liberazione di Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi.
Dal 15 al 22 gennaio 2022 si svilupperà, come negli anni scorsi, la campagna internazionale per la sua liberazione e quella di tutti i prigionieri palestinesi, molti dei quali sottoposti a “detenzione amministrativa”. A tale proposito vanno ricordati alcuni aspetti importanti:
– Nel 2020, Israele ha emesso almeno 1.114 ordini di detenzione amministrativa contro palestinesi, mentre da gennaio a giugno 2021 ne sono stati emessi non meno di 759.
– Attualmente circa 520 dei 5000 prigionieri politici palestinesi sono detenuti senza accusa, né processo in base a questi ordini di detenzione, che possono essere rinnovati a tempo indeterminato. Finiscono con passare anni in prigione per questo sistema introdotto in Palestina dal colonialismo britannico e adottato poi dall’occupazione sionista.
– Il drammatico aumento dei bambini palestinesi detenuti in detenzione amministrativa.

Ahmad Sa’adat il 25 dicembre 2008 è stato condannato a 30 anni di carcere, da un tribunale militare sionista, per il suo ruolo di segretario generale di una delle principali organizzazioni di resistenza palestinese, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Questo dopo che nel marzo 2006, l’esercito israeliano aveva assediato per dodici ore la prigione palestinese di Gerico, con bulldozer e carri armati, per rapire lui e altri cinque prigionieri politici.
Dalle prigioni dell’occupazione sionista Sa’adat continua a svolgere, insieme a 5.000 compagni detenuti politici palestinesi, azioni di resistenza con scioperi della fame collettivi, dichiarazioni di solidarietà con lotte in corso, in particolare quelle contro l’imperialismo e il razzismo.
Sostenere il suo rilascio è denunciare chiaramente il ruolo delle potenze imperialiste nella sua prigionia e nella colonizzazione sionista della Palestina, ma è anche combattere la complicità dell’A.N.P. e il suo “coordinamento della sicurezza” nell’oppressione del popolo e nella
criminalizzazione della resistenza palestinese. L’Autorità Nazionale Palestinese, un organismo di rappresentanza nato dopo gli accordi di Oslo, ha dato a Israele il controllo sulla maggior parte dei terreni agricoli e aperti, dove si trovano tutti i loro insediamenti le colonie, mentre le forze dell’ANP governano i principali centri abitati, come Ramallah, Nablus e Al-Khalil.
L’entità sionista persegue la negazione della resistenza palestinese con: omicidi, stragi, bombardamenti, detenzioni, arriva a incarcerare e torturare perfino i bambini, ma anche a praticare demolizioni di abitazioni, appropriazioni di fonti idriche, taglio degli ulivi e sequestro delle barche
dei pescatori palestinesi. Tutto ciò per piegare la volontà di un popolo e cercare di costringerlo ad abbandonare la sua terra, per confinarlo in bandustan sempre più ristretti. Quello israeliano è uno degli esempi più feroci di ‘colonialismo di insediamento’ e rappresenta la logica dell’oppressore, cioè lo sradicamento, l’occupazione, il contenimento di forme di dissenso.
Da noi gli esempi più significativi sono rappresentati dall’utilizzo dei sistemi anti-migranti, testati sui pescatori di Gaza; oppure il modello “strade sicure”, con i militari nelle strade, ma anche i CPR. Centri di Permanenza per il Rimpatrio dove vengono richiusi migranti privandoli della libertà senza aver commesso un reato, senza una minima tutela sanitaria tanto meno quella psicologico-psichiatrica e con una detenzione che si protrae nel tempo.
SOSTENIAMO LA LOTTA DEI PRIGIONIERI PALESTINESI, LA LIBERAZIONE DI AHMAD SA’ADAT
LOTTIAMO CONTRO IL COLONIALISMO IN TUTTE LE SUE FORME
SOLIDALI CON LA PALESTINA E LA SUA RESISTENZA

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