22 maggio:proiezione “L’Agnese va a morire”

PROSEGUIAMO NELLA PROIEZIONE DI FILM SUL TEMA DELLA RESISTENZA CONTINUANDO NELLA RIFLESSIONE E NELLA RICERCA DI CIO’ CHE E’ STATA LA RESISTENZA PRIMA, DURANTE E DOPO IL FASCISMO.
Per conoscere, anche se necessariamente ancora in modo parziale, il periodo della lotta all’occupazione nazista e all’ultima fase del regime fascista abbiamo scelto il film
“L’AGNESE VA A MORIRE” di Giuliano Montaldo (1976, 135min).
La visione di questo film ci permette di segnalare e anche di consigliare la lettura del romanzo da cui è tratto. Il racconto, che non nasce dalla fantasia ma da un’esperienza di vita vissuta, è focalizzato sulla trasformazione radicale della vita di una donna semplice dopo l’occupazione dell’Italia del Nord da parte delle truppe tedesche e descrive un periodo storico che va dal 1943 al 1945. Il libro scritto da Renata Viganò, pubblicato nel 1949, solo qualche anno dopo i fatti narrati, riesce grazie ad un forte realismo, dato principalmente dalla partecipazione attiva dell’autrice alla Resistenza, a fornirci alcuni dei tratti fondanti di quella che è stata la “resistenza”. Nella Resistenza operano anche uomini e donne la cui forte personalità e le grandi qualità strategiche e di comando erano ignote nella loro vita civile. Si sono manifestate nel momento del bisogno e questo ci ricorda tanto quanto sta succedendo oggi ad esempio nel Donbass. Fra i vari argomenti trattati l’autrice riesce a comunicarci quella che è stata l’importanza della presenza femminile nei gruppi partigiani e nelle pagine del libro sono significativamente definiti i valori della “vita partigiana”. «Nella vita partigiana, che si governava con leggi proprie, dettate da un personale bisogno di onore, di fede, di pulizia morale, di ordine intimo, guai se non fosse esistita quella volontaria forma di giustizia, anche in quello che sembrava di scarsa importanza. Chi tradiva veniva immediatamente eliminato, e si castigava con severità anche un piccolo errore: era necessario, dunque, che la fedeltà, il coraggio, l’amore per la resistenza, fossero riconosciuti, tenuti in conto. Non c’erano ricompense, né premi, né promesse per l‘avvenire, né suono di frasi retoriche. Bastava una parola, un accenno, per dimostrare che il compagno comandante o il compagno dirigente o i compagni di lotta avevano capito il valore, la sostanza dell’individuo, la sua misura di sacrificio, di volontà e di capacità». Il romanzo è ispirato da un forte desiderio di testimonianza, in cui la figura del singolo travalica i confini della individualità per divenire parte integrante della storia di quegli anni.
Il film viene presentato dal Collettvo Ri/Belle.
VENERDI’ 22 MAGGIO ALLE ORE 21,00 IN PANETTERIA OCCUPATA

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