30 gennaio: Facciamo pagare la crisi ai padroni

Pubblichiamo intervento della Panetteria Occupata al presidio in Piazza Duomo del 30 gennaio “Facciamo pagare la crisi ai padroni”

Milano P.zza Duomo 30 Gennaio-1

È ormai chiaro a tutti che il COVID 19 ha fatto da detonatore ad una situazione già grave in precedenza: la crisi economica, la distruzione dell’ambiente naturale (aria, acqua, territori), lo smantellamento della sanità pubblica sottoposta da decenni a tagli nei finanziamenti, a processi sempre più accelerati di privatizzazione………………..

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SOSTENIAMO LE DUE GIORNATE DI MOBILITAZIONE DEL 29 E 30 GENNAIO

NON SIAMO SULLA STESSA BARCA!

SOSTENIAMO LE DUE GIORNATE DI MOBILITAZIONE DEL 29 E 30 GENNAIO

È ormai evidente che la crisi rappresenti l’elemento determinante delle politiche economiche e sociali in atto e che l’avvento del Covid e il suo utilizzo strumentale abbia messo palesemente e prepotentemente in luce la debolezza strutturale del sistema economico capitalistico e la sua impossibilità di dare risposte, incapace di contenere ed arginare gli effetti devastanti che causa, così come successo in altre fasi storiche in cui, in parte ha potuto concedere aumenti salariali, maggiore occupazione e garanzie sindacali sotto la spinta e determinazione delle lotte.

Di fronte ad una perdita dell’ occupazione che ha raggiunto il valore più alto dal 2016 (57%- un tasso di disoccupazione giovanile oltre il 30% e di inattivi di 14,1 milioni), ad un sistema sanitario sempre più privatizzato e completamente inadeguato a far fronte ai bisogni e alla salute dei proletari, una scuola in cui l’aspetto classista emerge chiaramente perché incapace di garantire ai più deboli pari opportunità e possibilità, all’erosione continua del salario indiretto, ai salari sempre più bassi, ai livelli di sfruttamento sempre maggiori fino ad arrivare a vere e proprie forme di schiavismo alimentate, nei confronti della forza lavoro immigrata, da un substrato ideologico razzista … Di fronte a tutto ciò,  il potere sta mostrando un’aggressività maggiore, utilizzando forme differenti di repressione e violenza verso tutte quelle lotte che pongono una minima critica alle politiche in atto, alle condizioni di lavoro e sociali e mettono in campo una forza e un’autonomia che esce dalle compatibilità e le ritualità stabilite,  “sfidando”, come in questo preciso periodo, la visione di una presunta “unità nazionale” con il quale si vorrebbe tutti nella stessa barca, accomunati dall’emergenza Covid.

Ma la barca su cui viaggiamo non è la stessa.

Mentre per i padroni questo periodo di pandemia ha rappresentato un’opportunità per aumentare lo sfruttamento e fare più profitti: farmaceutica. tecnologia, grande distribuzione online, sono i tre settori usciti vincitori dalla crisi.

La barca su cui viaggiano i proletari è fatta di:

  • Cassaintegrazione: la cassa Covid rappresenta il 94% di ore autorizzate di cassa integrazione che complessivamente tra gennaio e ottobre hanno toccato il record di 3,6 miliardi, una cifra che confrontata con i 276 milioni del 2019 o con gli anni più duri della crisi (1,2 miliardi del 2010), evidenzia tutta la drammaticità della situazione.
  • perdita di posti di lavoro: …nei primi sei mesi dell’anno si registrano 578mila posizioni lavorative in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; un saldo dovuto a una diminuzione di 1 milione 567mila attivazioni di rapporto di lavoro dipendente (-362mila a tempo indeterminato e -1 milione 205 mila a termine) e un calo di 988 mila cessazioni (-207mila a tempo indeterminato e -781mila a termine). Lo rilevano l’Istat, il ministero del Lavoro, l’Inps, l’Inail e l’Anpal nella Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione del secondo trimestre …
  • un generalizzato aumento della povertà: i nuovi poveri in Italia, sono passati dal 31 al 45% nel maggio-settembre 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente
  • aumento del rischio di dispersione scolastica con un divario crescente tra nord e sud: in tutto il paese sarebbero circa 34 mila gli studenti a rischio dispersione definitiva *⁴
  • Impossibilità ad accedere alla cura: “Il 90% dei pazienti con patologia cronica e rara ha riscontrato difficoltà nell’accesso alle cure così come all’assistenza domiciliare per la continuità terapeutica o l’assistenza specialistica, a visite ed esami di controllo. 1 persona su 2 è stata costretta a ricorrere al privato per la difficoltà ad accedere alla struttura pubblica *⁵
  • Aumento dei femminicidi e delle discriminazioni nei confronti delle donne: Il 2020 è stato l’anno in cui l’incidenza della componente femminile nel totale degli omicidi è stata del 40,6%, cioè la più alta di sempre. *⁶ Il tasso di occupazione delle donne è di 18 punti percentuali più basso di quello degli uomini, il lavoro part time riguarda il 73,2% le donne ed è involontario nel 60,4% dei casi. I redditi complessivi guadagnati dalle donne sul mercato del lavoro sono in media del 25% inferiori rispetto a quelli degli uomini *
  • incessante sfruttamento dei territori e il loro conseguente impoverimento ed aumento di catastrofi “naturali”

 – continuazione del dominio coloniale attraverso l’uso delle frontiere, l’accaparramento delle terre (land grabbing), il controllo sulle materie prime, la lunga manus sulle politiche interne dei paesi, il dominio delle multinazionali, l’utilizzo del debito, l’installazione di basi militari, il controllo militare e politico delle rotte marine, l’utilizzo e spartizione delle frontiere…, le guerre … *⁸

Non siamo quindi sulla “stessa barca”!

La situazione sicuramente non è certo rosea, ma a nostro favore, se sappiamo coglierle, giocano le contraddizioni frutto di questa crisi che generalizza le condizioni di vita attraverso un processo di proletarizzazione sempre maggiore di larghe fette di popolazione, internazionalizza il rapporto di sfruttamento ed unisce settori lavorativi, disoccupati, immigrati, donne e giovani in un unico destino.

Un dato ormai lapalissiano è che, individualmente o settorialmente, nessuno ha la forza per contrastare i processi in atto; emerge quindi la necessità di unità, di creare una forza reale che si contrapponga, rivendichi e realizzi su contenuti di classe un cambiamento.

Il tentativo che viene espresso dal “ Patto d’azione anticapitalista- per un Fronte unico di classe”, al di là dei limiti, delle contraddizioni che si possano rilevare o delle singole rivendicazioni su cui si può o no essere perfettamente in sintonia, va però nella direzione di dare un corpo organizzativo, politico e di prospettiva allo scontro di classe, alle singole vertenze, alla rabbia e disperazione vissuta dai proletari spesso nell’isolamento più totale. È il tentativo di fare rete e di rispondere agli attacchi unendo le singole specificità che si muovono su contenuti spesso a carattere economico-sindacale ad un piano più generale di oppressione e sfruttamento determinato dal capitale.

Lo sciopero nazionale del 29 ha il pregio di anticipare quanto succederà a breve quando, finita la proroga, i padroni avranno mano libera ai licenziamenti, in una situazione di mancato rinnovo dei contratti scaduti da anni, di ammortizzatori sociali insufficienti, di un sistema sanitario allo sfacelo, di restrizioni sulle possibilità di sciopero (si veda l’ultimo accordo nel comparto scuola) e di ristrutturazioni importanti che stanno avvenendo a partire dal mondo della logistica, che rappresenta uno dei settori più combattivi e sindacalizzati.

È sicuramente uno sciopero contro le politiche sanitarie, scolastiche, contro il governo e le manovre padronali ed assume una valenza importante ancor più ora che è stato messo, nero su bianco, il piano di ristrutturazione della TNT Fedex che comporterà la dismissione di tutto il traffico nazionale che, in termini umani, si tradurrà in 6300 esuberi, ovvero licenziamenti diretti in tutta Europa e un tot, non quantificato, di lavoratori indiretti (in subappalto, nelle cooperative, attraverso intermediazione delle agenzie interinali). A Liegi, in Belgio, 671 lavoratori sono già stati licenziati. Un piano che se non viene fermato, rappresenterà una sconfitta paragonabile a quella che avvenne negli anni ’80 alla Fiat, con ricadute occupazionali, sindacali, politiche su tutti i lavoratori, sull’intera classe.

Ancor più importante perché ha la caratteristica di fondere più aspetti: lavorativo, sanitario, occupazionale, contrattuale; rappresenta la possibilità, per condizioni oggettive, dato che Fedex è una multinazionale americana ed interviene a livello mondiale, di travalicare i confini nazionali e fare fronte comune a livello europeo contro le politiche del capitale aumentando di forza e organizzazione le lotte, favorendo maggiori possibilità di vittoria.

Allo sciopero del 29 saremo a fianco di altri lavoratori, a rafforzare le lotte in corso e a dare impulso ad un percorso di unità della classe contro le politiche capitaliste.

Saremo alle iniziative territoriali del 30, in piazza, con lo stesso spirito, contro le politiche di privatizzazione della sanità, contro una scuola classista, lo sfruttamento, il razzismo, contro ogni attacco al diritto di sciopero di lavoratori e lavoratrici, contro l’uso di risorse pubbliche per le spese militari e il rafforzamento dei dispositivi securitari, contro l’isolamento e le solitudini forzate in nome della “guerra al virus”, portando l’esperienza e il contributo che nasce dal lavoro e dai momenti di mobilitazione che quotidianamente svolgiamo nel nostro territorio metropolitano.

Panetteria Occupata                           Milano 26-01-2021

appello per 29 e 30 gennaio appello per le giornate di lotta del Patto d’Azione anticapitalista- Per un fronte unico di classe

*¹ (dal Corriere: I settori che hanno battuto il virus, +401,1 miliardi per Amazon )

https://www.corriere.it/economia/finanza/cards/100-societa-mondiali-che-hanno-guadagnato-borsa-la-pandemia-covid-19/classifica-completa-66.shtml

*² [https://www.agi.it/economia/news/2020-09-18/quanti-posti-lavoro-persi-coronavirus-9695033/]

*3. 17 ottobre 2020 – https://www.ilsole24ore.com/art/coronavirus-italia-aumentano-nuovi-poveri-passano-31-45percento-ADHGvgw

*⁴ [http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/universita-e-scuola-al-sud-nel-post-covid-il-rapporto-svimez-2020.flc]

https://www.genova24.it/2021/01/scuola-lallarme-di-save-the-children-in-preoccupante-aumento-labbandono-scolastico-248507/

*⁵ [https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=90696]

*⁶https://ilbolive.unipd.it/it/news/2020-stato-lanno-peggiore-femminicidi] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/25/con-il-lockdown-e-aumentata-la-violenza-sulle-donne-nel-2020-uccisa-una-donna-ogni-3-giorni-raddoppiano-i-femminicidi-suicidi/6015926/

*⁷ https://www.corriere.it/speciale/cronache/2020/donne-lavoro-covid-occupazione-femminile/]

*⁸https://www.osservatoriodiritti.it/2020/10/27/land-grabbing-significato-definizione-esempi-cos-e-conseguenze-cause/]

https://serenoregis.org/2020/08/27/la-politica-mortale-dei-confini-coloniali-durante-il-covid-19-niamh-ni-bhriain/]

https://www.repubblica.it/solidarieta/dirittiumani/2020/12/14/news/terre_espropriate_tra_i_predatori_anche_la_banca_mondiale_le_leggi_e_anche_i_terroristi-278304919/

https://www.limesonline.com/usa-america-latina-intervento-militare-golpe-guerra-fredda-narcotraffico/121518?prv=true

 

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DOVE STA ANDANDO LA SCUOLA PUBBLICA?

Socializziamo alcune riflessioni sull’attuale situazione della Scuola pubblica, in particolare con una visione “di classe” da chi in questa scuola ci lavora. Queste poche righe non sono certo esaustive, anzi devono essere costantemente aggiornate, perché la situazione è in continua evoluzione. Hanno però l’obiettivo di proporre qualche spunto di riflessione per cominciare a ragionare e a prendere provvedimenti e contromisure rispetto al futuro che sembra delinearsi all’orizzonte per la scuola pubblica e per questa società in generale.

DOVE STA ANDANDO LA SCUOLA PUBBLICA?
 Pillole di storia recente sullo smantellamento della scuola pubblica italiana
“Voi la dimenticate, noi la riapriamo”
“Voi ce la togliete, noi ce la riprendiamo”
“Non l’avete ricostruita voi, ce ne occupiamo noi”
“Avevate in mano il nostro futuro, ce l’avete tolto”
dalle occupazioni dei licei milanesi

La scuola superiore italiana è in didattica a distanza (dad) dal 24 febbraio 2020. Quindi da un anno solare che significa quasi due anni scolastici…….

Sullo smantellamento della scuola pubblica

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11 gennaio: Anti sionismo non è Anti semitismo

11 gennaio 2021 partecipiamo al presidio al Tribunale di Milano dalle ore 9 in solidarietà ai compagni imputati per il loro sostegno alla lotta del popolo palestinese

L’ ANTISIONISMO NON SI PROCESSA
A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE E DEI COMPAGNI IMPUTATI A MILANO
 L’11 gennaio inizia il processo a quattro compagni di Milano accusati di minacce, lancio pericoloso di oggetti e resistenza a Pubblico Ufficiale, aggravate da incitamento all’odio razziale.  L’imputazione è relativa alla contestazione, da parte di centinaia di persone, della presenza delle bandiere israeliane alla manifestazione del 25 Aprile 2018 a Milano, come atto di solidarietà alla lotta del popolo palestinese che, da quasi un secolo, resiste alla feroce occupazione colonialista della loro terra.

Già nel 1917, con la dichiarazione di Balfour, il governo britannico affermava di guardare con favore alla costituzione in Palestina di “un focolare nazionale per il popolo ebraico”, cioè di una striscia umana solida ed “esterna” (come già dichiarato qualche anno prima da Francia e Inghilterra), per occupare il passaggio terrestre che lega l’Europa con il mondo antico, in modo che essa formi una forza alleata al colonialismo, nemica ed ostile ai popoli della regione. Quindi l’allontanamento forzato dei Palestinesi fu un processo programmato e pianificato al fine di ripulire la Palestina della sua popolazione araba e fu accompagnato da campagne intensive di terrore e massacri. Nessun stupore se, quando a partire dal 15 maggio del 1948, in quella che i Palestinesi chiamano la NAKBA (la Catastrofe), le bande sioniste prendono il controllo dei 774 tra villaggi e città distruggendone 531 e commettendo oltre 70 stragi e massacri degli autoctoni. Come conseguenza di tali crimini, oltre 15 mila palestinesi morirono durante quel periodo, 800 mila fuggirono o vennero dislocati internamente in diverse località della Cisgiordania, di Gerusalemme e della Striscia di Gaza ed esternamente, in alcuni paesi arabi tra cui Siria, Libano, Giordania, Iraq, ecc. A partire da quel momento è continuata un’erosione costante della terra palestinese grazie agli inarrestabili insediamenti di coloni, alla costruzione del Muro dell’apartheid e la sparizione della Palestina stessa dalle carte geografiche.

Questo per spiegare anche storicamente due punti importanti:

  • cosa c’è alla base del sionismo: una ideologia politica basata su concetti come purezza del sangue, popolo eletto, terra promessa, con il collante religioso e con l’obiettivo della rinascita del Regno d’Israele dal Nilo all’Eufrate. Naturalmente, tramite la colonizzazione della Palestina!
  • Perché viene contestato il passaggio delle bandiere sioniste d’Israele, quindi dell’occupante, nella data simbolicamente più importante per la memoria della lotta popolare e partigiana.

Quello che inizia a gennaio è il primo processo in Italia con questo tipo di accuse che può aprire, se non si fa qualcosa, una spirale repressiva pericolosa, dove ogni forma di legittima critica e lotta alle politiche di Israele contro il genocidio del popolo palestinese, al suo ruolo non solo in quell’area, ma all’interno del dominio imperialista, verrà attaccata e processata.

  • Rivolgere l’accusa di antisemitismo contro chiunque consideri razzista l’attuale Stato sionista di Israele, nonostante l’effettiva discriminazione istituzionale su cui si basa, equivale a garantire a Israele stesso l’impunità assoluta e l’immunità dall’accusa di razzismo. Un recente esempio: gli studenti torinesi di Progetto Palestina, accusati dall’”Osservatorio Solomon sulle Discriminazioni” di diffondere idee antisemite nell’Università e di incitare all’odio razziale. Studenti che in realtà portano avanti semplicemente le istanze della causa palestinese e promuovono il BDS nella Città di Torino.
  • La solidarietà, intesa come atto politico di condivisione e partecipazione nei confronti dei popoli in lotta contro il dominio politico, economico, ideologico e per l’affermazione della loro autoderminazione, potrebbe essere attaccata e processata.
  • La strumentalità di simili accuse si prefigura come un’offensiva alle idee e alla possibilità di esprimerle e sancisce il dominio e l’adesione alle politiche israeliane ma anche ai rapporti economici-politici (dall’università, ai sistemi di intelligence, all’industria bellica, ai sistemi informatici …) che l’Italia ha con essa.

A tale proposito ricordiamo che il 22 settembre 2020, sempre in periodo di pandemia, è stato stipulato un accordo del valore complessivo di 700 milioni di dollari, di cui 350 milioni a carico dell’Italia, per l’acquisito di piattaforme per l’aeronautica militare da parte di Israele; con questa somma si sarebbero potute ottenere circa 5800 postazioni di terapia intensiva. In parole semplici questo significa che i nostri soldi vengono spesi per la guerra e per supportare il sistema colonialista israeliano, invece che per la sanità, la salute e la vita.

Con questo appello ribadiamo che siamo a fianco degli imputati e chiediamo venga espressa analoga solidarietà nelle forme ad ognuno più congeniali, affinché questo infame tentativo di criminalizzazione venga respinto al mittente.

Invitiamo a partecipare al presidio davanti al Tribunale di Milano e ad eventuali iniziative che verranno proposte da noi o da altre realtà, affinché si sviluppi solidarietà attiva perché il silenzio è complice ed essere antifascisti è anche essere antisionisti.

30/12/2020     Panetteria Occupata – Milano

Video di indizione del presidio ed invito a portare sostegno e solidarietà:
https://www.facebook.com/112967070243561/videos/702116217113866

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Opuscolo “La salute e il profitto”

Pubblichiamo l’opuscolo “La salute e il profitto” che come Panetteria Occupata abbiamo realizzato raccogliendo il materiale, le riflessioni, le idee sviluppate collettivamente a partire dall’inizio della crisi sanitaria per Covid, in un percorso iniziato con una prima assemblea nel mese di luglio 2020 seguita da altre iniziative sul territorio milanese con volantinaggi, speakeraggi, un assemblea popolare all’aperto nel quartiere di Lambrate. Un intervento che vuole continuare toccando le strutture sanitarie ed i luoghi vivi del territorio, con la volontà di coinvolgere e coordinarsi con altre realtà sociali e politiche attive ed in particolar modo con i lavoratori della sanità, a cui va tutta la nostra solidarietà. Milano, dicembre 2020

La_salute_e_il_profitto

“Questo lavoro nasce dall’esigenza di comprendere e analizzare come i processi di flessibilizzazione del costo del lavoro e delle condizioni di lavoro siano strettamente collegati ad un progressivo e incessante attacco al sistema delle garanzie sociali: sanità, scuola, pensioni, ecc.  Questa strategia politico-economica in atto da decenni, ha determinato una frantumazione sociale e un isolamento delle realtà lavorative. Il nostro tentativo è quello di costruire  un’esperienza riaggregativa di situazioni, ambiti, anche diversi tra loro, accomunati comunque dal bisogno di mettere a confronto esperienze ed iniziative. E’ con questo spirito che abbiamo organizzato due assemblee, e partecipato alle mobilitazioni contro la scellerata gestione lombarda, cercando di sviluppare un dibattito che faccia conoscere dalla voce diretta dei lavoratori della sanità gli effetti sociali di questa crisi del sistema sanitario e che sappia far emergere contenuti e prospettive in cui possano riconoscersi altri lavoratori, in quanto parte di un’organizzazione del lavoro che subisce le stesse modalità di sfruttamento, ricatto e precarietà. Siamo consapevoli che la sanità sarà sempre più agganciata agli interessi del capitale, delle case farmaceutiche e il potere della medicina ufficiale sempre più dispotico, teso ad espropriare le donne e gli uomini della conoscenza del loro  corpo e della loro psiche e con risvolti che si connotano sempre più di classe. La medicalizzazione spinta all’estremo, la malattia (fisica e psichica) sempre più colpevolizzata, separata dai meccanismi sociali che l’hanno prodotta e quindi  fonte di nuove solitudini. L’apice di questa logica la stiamo già vivendo: i vecchi,  i lavoratori logorati da una vita di lavoro o i soggetti fragili non più utili alla riproduzione sociale capitalistica sono i nuovi  condannati. Dalle riflessioni riportate in questo opuscolo si sviluppano critiche sia verso una privatizzazione della sanità sempre più vorace e al servizio di gruppi di potere e delle multinazionali del farmaco che con l’appoggio di governi nazionali e locali  dirigono e determinano le politiche sanitarie qui e altrove, che verso una sanità pubblica sempre più aziendalizzata dove vigono le stesse leggi del profitto e dello sfruttamento dei lavoratori. In questa situazione di responsabilità rimbalzate e negate, di diffuse menzogne e di ulteriore spinta verso una sanità organizzata secondo le logiche del capitale, sta a noi costruire una critica e una pratica in grado di contrastare questo processo rivendicando la nostra idea di cura e salute, ridando voce a chi vive in prima persona gli effetti di questa crisi  sanitaria e sviluppando momenti di mobilitazione partecipata. …“

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5 dicembre: La Nostra Salute Contro Il Loro Profitto

SABATO 5 DICEMBRE ORE 15

Piazza Vigili del Fuoco – Lambrate

Partecipa all’ ASSEMBLEA POPOLARE

LA NOSTRA SALUTE CONTRO IL LORO PROFITTO

tornare a incontrarci confrontarci ed organizzare le lotte.
per una sanitá non mercificata , per una sanitá del territorio.
La salute non è una merce, non deve essere al servizio del profitto
ma del benessere collettivo.

Per il profitto la salute (o la malattia) è un business! : sanità_novembre2020

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26/11 In Grecia si sciopera!

Pubblichiamo la traduzione in italiano del testo di sostegno allo sciopero che Giovedi 26 novembre si terrà in Grecia scritto dal gruppo politico “Mozione Violetta (ΚτΒ)”. Anche in Grecia la crisi economica e sanitaria aggravate dall’attuale pandemia porta ad un peggioramento delle condizioni generali della classe lavoratrice ed in questo contesto si inserisce un ulteriore attacco padronale e dell’attuale governo conservatore di “Nuova Democrazia” attraverso il progetto di legge di riforma del lavoro denominato “Regolamento del mercato del lavoro” che mira ad intensificare lo sfruttamento  ed a peggiorare le condizioni di tutti i lavoratori. Per rispondere a questi piani il 26 novembre viene organizzato uno sciopero in tutta la Grecia. Questo avviene solo una settimana dopo la forte repressione avvenuta nei giorni delle ricorrenze per il 17 Novembre anniversario del massacro avvenuto nel 1973 al Politecnico di Atene. Stato di emergenza che impediva in quei giorni raduni di più di 3 persone, controlli e fermi. Sgombero della facoltà universitaria di Atene e attacco alle mobilitazioni. Nonostante questo è stata ampia la presenza nelle strade e la protesta ha cercato di rompere queste imposizioni, questi divieti di manifestare. Lo scritto che pubblichiamo ci invita alla lotta, unica strada percorribile….

Mozione Violetta (ΚτΒ). Sciopero. Giovedi 26/11/2020.
Perché la strada è in salita, ma non ce ne sono altre…
Mozione Violetta

In questo link potete trovare la versione greca:
https://prolprot.espivblogs.net/2020/11/22/ktv-apergia-pempti-26-11-2020-o-dromos-einai-aniforos-ma-den-yparchei-allos/

 

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Antisionisti rinviati a processo… Processiamo il sionismo

Per la contestazione, insieme ad altre centinaia di persone, della presenza delle bandiere dello Stato di Israele alla manifestazione del 25 aprile 2018 a Milano quattro compagni saranno processati. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e mantenendo forte il sostegno alla resistenza palestinese invitiamo alla partecipazione alla prima udienza che si terrà al Tribunale di Milano l’ 11 gennaio 2021. Riportiamo il comunicato degli imputati a seguito della decisione di procedere con il processo:

Mercoledì 11 novembre si è svolta presso il Tribunale di Milano la seconda e ultima trance dell’Udienza Preliminare per decidere il rinvio a giudizio degli indagati per la contestazione della presenza delle bandiere dello Stato di Israele alla manifestazione del 25 aprile 2018 a Milano.

L’udienza si è conclusa con la decisione del Giudice di rinviare a giudizio, con l’accusa di minacce, lancio pericoloso di oggetti e resistenza a Pubblico Ufficiale aggravate da incitamento all’odio razziale, quattro compagni che da indagati sono così diventati imputati.

Anche questa è stata un’ulteriore dimostrazione della volontà di perseguire nella provocatoria equiparazione dell’antisionismo all’antisemitismo. Opporsi alla presenza delle bandiere di uno Stato fascista e terrorista che opprime il popolo palestinese alla manifestazione per la liberazione dal nazifascismo per questa magistratura va considerato un atto da perseguire penalmente confermando l’aggravante odiosa di incitamento all’odio razziale. Questo a supporto della politica prosionista dello Stato italiano che non perde occasioni per promuovere progetti di collaborazione con Israele in campo civile e militare.

Da parte nostra ribadiamo che questo non è un episodio isolato, ma fa parte di una campagna internazionale tesa a legittimare lo Stato sionista nel momento in cui si annette l’intero territorio della Palestina, trasferisce la capitale a Gerusalemme e proietta e sue mire offensive su tutto il Medioriente a suon di bombardamenti e omicidi mirati contro la resistenza palestinese e degli altri popoli arabi. Una campagna che ha visto processi simili al nostro in Francia e Germania dove sono anche state promulgate leggi che considerano l’antisionismo come antisemitismo.

Noi naturalmente rigettiamo in blocco questo piano accusatorio promosso anche con il nostro processo dai sionisti di casa nostra, rivendichiamo tutte le forme di solidarietà alla causa palestinese e invitiamo tutti i solidali e sensibili alle ragioni del popolo palestinese a trovare il modo di mobilitarsi o comunque di esprimersi anche in questa situazione caratterizzata dal lockdown.

Per quanto ci riguarda in quanto imputati intendiamo proseguire nella linea di trasformare il processo contro gli antisionisti in processo al sionismo. Per ora informiamo tutti che la prima udienza del processo si terrà lunedì 11 gennaio alle ore 9 presso il Tribunale di Milano.

Tutti gli imputati

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PER IL PROFITTO, LA SALUTE (O LA MALATTIA) È UN BUSINESS!

Crediamo sia importante costruire una forza in grado di contrastare i ripetuti processi di privatizzazione, così come sostenere i lavoratori della sanità unendosi alle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici di altri settori che subiscono analoghi attacchi, ma che sono riusciti anche a raggiungere obiettivi importanti.

Con questo intento partecipiamo al “Cordone sanitario” intorno a Palazzo Città di Lombardia, a Milano, delle ore 10,00 del 7 novembre 2020 promosso dalle Associazioni lombarde aderenti al Coordinamento nazionale per il diritto alla Salute – Campagna Dico 32!

PER IL PROFITTO, LA SALUTE (O LA MALATTIA) È UN BUSINESS! SALUTE_novembre2020

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Presentazione del libro: “Lo spillover del profitto – Capitalismo, guerre ed epidemie”

Ora la guerra permanente si è svolta finora in aree capitalistiche semi-periferiche, come il Medio Oriente, l’Africa o l’Afghanistan, per cui sorge il sospetto che la pandemia da coronavirus possa costituire un surrogato della guerra permanente che coinvolge invece i paesi capitalisticamente sviluppati. Un surrogato che è contemporaneamente troppo e troppo poco: troppo per i sacrifici sociali che comporta e troppo poco per risolvere la crisi capitalistica. Alla fine di questa storia non ci sarà una ripresa economica ma neanche un crollo del capitalismo, probabilmente invece una accelerazione dei processi di crisi già in corso. Spetta a noi comprendere la situazione per trasformarla.

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