Solidarietà ai lavoratori della Gianetti Ruote e GKN

Solidarietà ai lavoratori della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto e GKN di Firenze

“E’ proprio una calda estate … non certamente dal solo punto di vista meteorologico, ma per quanto riguarda l’occupazione, lo sblocco dei licenziamenti, l’offensiva padronale contro tutta la classe i cui effetti abbiamo davanti.

Il 1° luglio 153 lavoratori sono stati licenziati alla Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, oggi alla GKN di Firenze altri 450 hanno trovato i cancelli della fabbrica sbarrati e la notizia della chiusura con effetto immediato. E come è stata comunicata la notizia? Nel più totale disprezzo per le vite e il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie, con una mail: il metodo preferito dell’era digitale Draghi!

Questa è la violenza dello Stato borghese che si va a sommare al tentativo di fermare le lotte, reprimendo i lavoratori davanti ai cancelli attraverso fogli di via, ricatti sul permesso di soggiorno, denunce o per manu militare (vedi Texprint di Prato, FedEx…) esercitata non solo da polizia, carabinieri, ma utilizzando  squadre di bodyguard al soldo dei padroni, fino ad arrivare all’assassinio del compagno del Si.Cobas, Adil durante un picchetto davanti alla Lidl ; la stessa violenza che esercita attraverso lo sblocco degli sfratti che inasprirà le già precarie condizioni di vita dei proletari, degli immigrati per favorire ed incrementare speculazioni e il mercato dei grandi gruppi immobiliari, per arrivare a procedimenti come quello a carico di Eduardo Sorge, sindacalista del Si Cobas di Napoli, accusato di  associazione a delinquere, per il suo noto e riconosciuto impegno militante.

A questo si aggiunge la necessità di superare, attraverso reali forme di organizzazione diretta della classe, lo schifo nei confronti di chi, a partire dai vertici delle tre confederazioni sindacali, hanno firmato, ormai da tempo, un atto di resa e compatibilità con questo sistema.

Ai lavoratori, alle loro famiglie, ai compagni, va tutto il nostro sostegno e solidarietà che non è un formale “ci dispiace e vi siamo vicini”, ma si esprime continuando, quotidianamente, con ed insieme agli immigrati, ai lavoratori, agli sfrattati, il lavoro di costruzione, crescita, organizzazione contro le manovre antiproletarie in atto e per affermare un’alterità a questo sistema classista, di sfruttamento e di dominio.

Il nostro “non lasciarvi soli” è riconoscerci nella vostra lotta come la nostra stessa lotta.

Ci avrete al vostro fianco. Nessuno deve rimanere solo!

Luglio 2021, Panetteria Occupata – Milano

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25 giugno: PRESENTAZIONE OPUSCOLO “IL PROTAGONISMO OPERAIO NELLA LOTTA DI CLASSE”

Venerdi 18 giugno, nella giornata di lotta durante lo sciopero generale dei lavoratori della logistica, mentre i lavoratori erano in sciopero davanti ai magazzini Lidl di Biandrate (Novara), veniva ucciso da un camionista Adil Belakhdim, militante politico e sindacale. Ucciso nel nome del profitto per i padroni.  Alla famiglia, alle compagne e ai compagni di Adil, al S.I. Cobas, va tutta la nostra vicinanza e la nostra solidarietà. Non dimentichiamo!

VENERDI 25 GIUGNO

ORE 21 PRESENTAZIONE OPUSCOLO “IL PROTAGONISMO OPERAIO NELLA LOTTA DI CLASSE”  Dal ciclo di lotte operaie nelle grandi fabbriche alle lotte di oggi diffuse nei territori. Dalla logistica, ai riders, dalla sanità, alla scuola, etc…

Dalle ORE 19:30 aperitivo solidale in sostegno delle lotte

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18 giugno: MAI PIU’ MORTI SUL LAVORO

PRESIDIO VENERDI 18/06 SOTTO ASSOLOMBARDA
MAI PIU’ MORTI SUL LAVORO

Venerdì 18 giugno nella giornata dello sciopero nazionale dei lavoratori della logistica troviamoci a Milano sotto la sede dell’Assolombarda per un momento di mobilitazione e denuncia per le “morti per il lavoro”. Sosteniamo le iniziative di lotta nella giornata di sciopero che vede coinvolti i lavoratori in un settore come quello della logistica al centro di piani di ristrutturazione e continui attacchi per peggiorare le condizioni di lavoro e precarizzare sempre più il lavoro. Iniziamo a mettere in campo ragionamenti e iniziative contro lo sblocco dei licenziamenti, contro la precarizzazione, contro la repressione. Indirizziamo la nostra critica al Governo rappresentante degli interessi del capitale multinazionale e del padronato in genere. Contrastiamo il progetto neo-corporativo che mira a dividere e indebolire il fronte dei lavoratori. Mettiamo fine allo “stato di emergenza” che impone controllo sociale, limitazioni e repressione per bloccare in modo preventivo ogni forma di critica e di ribellione. Organizziamo e lottiamo uniti.   

MORTI SUL LAVORO UNA STRAGE INARRESTABILE
Al lavoro peggio che in guerra

Basta lacrime ma lotta. Ogni giorno, dal nord al sud, il bollettino di guerra riporta il numero dei morti e dei feriti operai massacrati per il profitto, fra l’indignazione e la rabbia di alcuni e l’indifferenza di molti. Confindustria, governo e istituzioni considerano normale che un certo numero di lavoratori ogni giorno muoia per il profitto:per loro si tratta solo di effetti collaterali dell’aumento dello sfruttamento.

Nell’ultimo decennio sono stati registrati più di 17.000 lavoratori morti sul luogo di lavoro. Numeri impressionanti, drammatici; più morti sul lavoro che in una guerra.

Gli infortuni sul lavoro in Italia hanno fatto più morti fra i lavoratori che fra i soldati della coalizione occidentale della 2° guerra del Golfo. L’Eurispes ha calcolato che dall’aprile 2003 all’aprile 2007 i militari della coalizione occidentale imperialista che hanno perso la vita sono stati 3.520, mentre dal 2003 al 2006 in Italia i morti sul lavoro sono stati ben 5.252.

Oggi alle vecchie nocività si sono aggiunte le nuove e i dati Inail sugli infortuni sul lavoro nell’anno della pandemia confermano anche l’impatto dell’emergenza Coronavirus sull’andamento infortunistico in Italia nel 2020. I casi mortali sono 1.270, 181 in più rispetto ai 1.089 del 2019 (+16,6%). L’intensificazione dello sfruttamento per il massimo profitto continua a uccidere. Nel primo quadrimestre del 2021 i morti sul lavoro sono aumentati ancora, il 9,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (dati INAIL sottostimati perché non tengono conto dei lavoratori senza contratto, in nero). Alla strage di oltre 100 lavoratori al mese vanno aggiunte le decine di migliaia di morti per malattie professionali e ambientali (solo per amianto 6.000 ogni anno, 16 ogni giorno, circa 2 ogni ora.

Più delle parole, i dati dimostrano che la condizione della classe operaia è andata peggiorando sempre più e che l’inferno i lavoratori lo stanno subendo nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro e di vita. Il Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza, che coi miliardi del Recovery Fund cerca di riprogettare la sopravvivenza di questo sistema economico in coma, prevede ancora meno spazio a diritti e sicurezza nei luoghi di lavoro.

I governi, di qualsiasi colore, e i sindacati filo padronali hanno permesso che il capitalismo disponesse a suo piacimento della forza lavoro aumentando i propri profitti. Il risultato è che il lavoro è diventato sempre più precario, senza protezioni e sicurezza; sottoponendo a continuo ricatto la forza-lavoro è aumentato lo sfruttamento e il totale disprezzo per la salute dei lavoratori: il “lavoro” è così diventato fonte di disperazione, di povertà, di feroce repressione contro chi lotta e di morte per migliaia di lavoratori.

CONTRO IL SISTEMA DI SFRUTTAMENTO CAPITALISTA CHE UCCIDE GLI ESSERI UMANI E LA NATURA, ESPRIMIAMO LA NOSTRA SOLIDARIETA’ A TUTTE LE VITTIME E ALLE LORO FAMIGLIE. E’ ARRIVATO IL MOMENTO FAR SENTIRE LA NOSTRA RABBIA E LA NOSTRA ASSOLUTA INDIGNAZIONE CONTRO I PADRONI E IL SISTEMA CAPITALISTA RESPONSABILE DI QUESTI OMICIDI, COMPRESI I PROPRIETARI DELLE RSA (in Lombardia per l’80% in mano ai privati, con forte presenza di multinazionali associate in Confindustria), che hanno attuato una politica sanitaria criminale nei confronti degli anziani durante la pandemia da Covid-19, insieme a Regioni (Lombardia in testa) e Governo, provocando una ecatombe di anziani ricoverati. E, in quel che resta della sanità “pubblica” le cose non vanno meglio: sono le stesse leggi del profitto e della gestione aziendale che regolano il rapporto con il malato/malattia e le relazioni e condizioni lavorative.

Rivendichiamo più controlli nei luoghi di lavoro, la piena attuazione ovunque della normativa esistente (dlgs 81/2008) e separazione del giudizio sul carattere infortunistico di malattia o menomazione professionale dall’ente che indennizza, perché l’INAIL ha un conflitto di interesse; promuoviamo assemblee e mobilitazioni nei luoghi di lavoro per la difesa di salute e sicurezza, e per l’elezione di RLS indipendenti!

Venerdì 18 giugno 2021 dalle ore 10 alle 12 PRESIDIO davanti all’Assolombarda a Milano (v. Pantano MM3, Missori e fermata MM1 Duomo).

Assemblea lavorativi combattivi di Milano, Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, Medicina Democratica Comitato Ambiente e Salute Teatro alla Scala Comitato Difesa Sanità Pubblica Zona Sud Ovest Città Metropolitana

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SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI DEL GRUPPO TNT/FEDEX

SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI DEL GRUPPO TNT/FEDEX

Quanto è successo ieri notte al presidio davanti alla Zampieri-FedEx di Tavazzano (Lodi) per mano di squadracce al soldo della multinazionale che hanno ferito gravemente un operaio e che si prestano a fare da manu militare contro i lavoratori del Si.Cobas, è ignobile. I lavoratori presenti davanti ai cancelli della logistica sono in lotta da mesi contro il piano di ristrutturazione che prevede più di 6500 licenziamenti in tutta Europa e che solo nel sito di Piacenza ha riguardato 300 lavoratori, ma che colpirà molti altri con lo sblocco licenziamenti che avverrà a breve.

Non bastano le aggressioni continue da parte di polizia e carabinieri a difesa degli interessi della multinazionale, così come ai tempi della Fiat di Valletta, si organizzano anche le squadrette che per una manciata di soldi, o peggio qualche aleatoria promessa, si lanciano contro i lavoratori la cui lotta è per la difesa di un posto di lavoro, contro lo sfruttamento, i soprusi, i tempi e ritmi infernali.

Ogni conquista strappata è una conquista per tutta la classe lavoratrice e per questo ribadiamo: toccano uno, toccano tutti.

Siamo solidali e complici con i lavoratori della logistica, che stanno dimostrando grande forza e convinta determinazione e che né le manganellate della polizia, né i pesanti attacchi dei mazzieri al soldo dell’azienda, stanno facendo indietreggiare.

Saremo quindi presenti il 18 giugno allo sciopero nazionale del Trasporto merci e Logistica ed al presidio lo stesso giorno davanti all’Assolombarda di Milano per denunciare la strage di “morti per il lavoro”, perché con il lavoro sempre più precario e ricattatorio, aumenta lo sfruttamento, la povertà e l’indifferenza verso la morte di migliaia di lavoratori mandati allo sbaraglio senza protezioni e sicurezza. Gli stessi contenuti e parole d’ordine che esprimerà la manifestazione del 19 giugno a Roma.

Siamo solidali con i lavoratori che hanno subito questo durissimo attacco ed insieme continueremo nella lotta!

Milano, 11/6 Panetteria Occupata

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APRE “ESPERIENZE IN SANITÀ” PUNTO DI RACCOLTA

da   MARTEDÌ  8  GIUGNO, TUTTI   I  MARTEDÌ,   DALLE ORE 17 ALLE 19

APRE   “ESPERIENZE IN SANITÀ” PUNTO DI RACCOLTA

un punto di raccolta di esperienze ed anche difficoltà che ognuno di noi ha incontrato o direttamente vissuto nel mondo della sanità, non solo legate al Covid. Organizzeremo uno spazio per incontrarci, per trovare insieme delle risposte, proposte e organizzarci individuando le nostre priorità.  Pensiamo ad uno scambio costruttivo che ci permetta di uscire dall’isolamento che ormai molte persone vivono, condividere un problema che non deve rimanere individuale affinché la salute non sia più al servizio delle logiche del profitto.

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7 giugno: presidio solidarietà per la Palestina e per i compagni sotto processo

Lunedì 7 giugno alle ore 9.30 si terrà la nuova udienza del processo contro 4 compagni accusati di aver contestato la presenza delle bandiere sioniste alla manifestazione del 25 aprile 2018 a Milano.

PROCESSIAMO IL SIONISMO – A FIANCO DEI COMPAGNI SOTTO PROCESSO – A FIANCO DELLA RESISTENZA DEL POPOLO PALESTINESE!

Invitiamo tutti, dai lavoratori agli studenti , i solidali di tutte le nazionalità a partecipare al presidio davanti al Tribunale di Milano lunedì 7 giugno 2021 dalle ore 9.00

Trasformiamo il 7 giugno, giorno del processo ai 4 compagni che hanno contestato la presenza delle bandiere dello Stato sionista il 25 aprile, in un  altro momento di mobilitazione e lotta a fianco della resistenza palestinese, perché chi deve essere processato è l’entità sionista!

L’appello di tutti gli imputati:antisionismo non è antisemitismo

 

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5 giugno: 2a ASSEMBLEA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI COMBATTIVI di MILANO e LOMBARDIA

sabato 5 giugno ore 14 Arci Pessina via San Bernardo, 17, Chiaravalle

SABATO 5 GIUGNO PARTECIPIAMO TUTTI E TUTTE ALLA 2a ASSEMBLEA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI COMBATTIVI di MILANO e LOMBARDIA

Per sabato 5 giugno  è indetta la seconda assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici combattivi/e di Milano e della Lombardia, in un contesto in cui la crisi sanitaria mondiale è comunque ancora in pieno atto e nella quale si predispongono   le misure per un’enorme processo di ristrutturazione che permetta al capitalismo nazionale e internazionale di avviare una   nuova fase di accumulazione e tentare di superare la grave crisi sistemica in cui sono immersi senza reale soluzione da   anni.

Il Governo Draghi, anche attraverso i miliardi del Recovery Fund, ha infatti predisposto le basi per un piano che adegui la   struttura produttiva e finanziaria nazionale a una competizione internazionale rinnovata dall’impatto  della pandemia da   Covid-19 e delle accelerazioni da queste determinate a tutti i livelli sociali ed economici. Un piano a vantaggio esclusivo del   padronato, già favorito nell’ultimo anno da sgravi di diversa natura e dall’erogazione di milioni di ore di CIG, che si tradurrà   in ulteriore debito da scaricare sulla classe lavoratrice.

Il prossimo termine della moratoria dei licenziamenti non potrà che aggravarne la condizione di impoverimento già   approfondita da anni di austerità: una moratoria peraltro più fittizia che reale, in quanto il mancato rinnovo dei contratti a   termine, la chiusura totale di attività, i licenziamenti disciplinari fittizi, l’espulsione del lavoro sommerso e in nero, ne   avevano decretato la fine da tempo con l’eccezionale rilevanza  del massacro del lavoro  delle donne costrette a tornare   al “lavoro di cura” nella propria casa. Un termine che permetterà altresì al padronato la sostituzione di forza lavoro più   tutelata e con salari più elevati con lavoratori precari e con garanzie minime. Sarà l’intera base occupazionale oggi data   che verrà erosa dall’incremento della precarizzazione e dalla tendenziale modificazione della struttura   produttiva determinata anche dalla scontata introduzione di mezzi innovativi e competitivi, che il Recovery Fund garantirà   al capitalismo nazionale. Ciò determinerà, come già oggi, un’accelerazione dei processi di concentrazione monopolistica   nei diversi settori produttivi insieme all’incremento del tasso di sfruttamento del lavoro per garantire la profittabilità dei   capitali investiti e margini di profitto adeguati.

A questo si lega il collasso del Sistema Sanitario Nazionale, che già versava in condizioni disastrose, ora  aggravate   ulteriormente dalla pandemia.  E le cause stanno nella privatizzazione e nell’aziendalizzazione di molte strutture e alla distruzione sistematica della medicina territoriale. Le innumerevoli morti tra i pazienti delle RSA e tra il personale sanitario, la diminuzione e la precarizzazione del personale sono il frutto di decine di miliardi di euro tagliati al settore pubblico, ormai da molti anni. Anche la scuola versa nella medesima situazione di indecenza: da anni i lavoratori e le lavoratrici sono sotto attacco di riforme strutturali come la Riforma Gelmini, che ha portato al taglio di più di centomila cattedre, la Buona scuola del governo Renzi che ha gerarchizzato il personale scolastico e rafforzato l’autonomia, continuando sulla strada dell’aziendalizzazione della scuola e offrendosi come sponda ai rinnovati tentativi di  attuare l’Autonomia differenziata.

La classe lavoratrice ha pagato e continua a pagare i costi “vivi” e non solo materiali della pandemia, sacrificata infatti a contagiarsi e morire nei luoghi della produzione per permettere al padronato di continuare a macinare profitti senza interruzione.

Un tributo di morte che si aggiunge al quotidiano e mai interrotto stillicidio di infortuni e decessi sul lavoro per il mancato rispetto delle più elementari norme di tutela. Ogni giorno ci sono infatti 4 morti sul lavoro – circa 1.450 ogni anno – e altre migliaia per malattie professionali ogni anno (solo per amianto 6.000); veri e propri omicidi di operaie/i e lavoratori/lavoratrici mandati al macello per realizzare il massimo profitto per i padroni, a cui si aggiungono altre centinaia di migliaia di lavoratori ed ex lavoratori resi invalidi dallo sfruttamento capitalista. Questo è il costo del profitto che gli sfruttati pagano sulla loro pelle.

Un profitto che giorno dopo giorno si accumula nelle tasche di padroni e padroncini ad ogni livello estorto dalla fatica dall’ipersfruttamento e dal sangue dei centinaia di migliaia di immigrati regolarizzati “a chiamata” nelle campagne , sulle biciclette come rider, negli scantinati dell’industria tessile, nelle cucine dei ristoranti “bene” come nel lavoro di cura degli anziani ecc.

La repressione colpisce le avanguardie di lotta con licenziamenti, denunce, arresti, fogli di via perché oggi l’unico diritto riconosciuto è quello del profitto, a cui tutti gli altri diritti “costituzionali” sono subordinati e applicati solo se non ostacolano il profitto. Ormai nei processi contro i licenziamenti – e ancor più in quelli penali dove si portano sul banco degli imputati i padroni colpevoli delle stragi operaie – sempre più spesso le vittime e le loro organizzazioni costituitesi parte civile, oltre alla beffa di vedere assolti gli assassini dei loro famigliari e compagni di lavoro, devono anche pagare le spese processuali com’è successo nel processo Breda/Ansaldo e nella strage ferroviaria di Viareggio e molti altri casi.

A quest’opera di macelleria sociale l’unica risposta è la repressione di ogni lotta che fuoriesca dalla compatibilità e dagli angusti confini delle finte processioni del sindacalismo confederale e concertativo. E’ infatti evidente la regia governativa e il cambio di passo dell’attacco criminalizzante e repressivo nei confronti di chi sciopera e della solidarietà concreta e dell’unità operaia. Pur senza clamore questo governo sta infatti attuando una durissima repressione dei punti più significativi di resistenza operaia e proletaria, a partire dalla multinazionale USA TNT-Fedex, con l’espresso proposito di estromettere il sindacato conflittuale che rappresenta la grande maggioranza dei lavoratori, per cancellarne le conquiste, con licenziamento di 800 lavoratori su 1.600 e la loro parziale sostituzione con lavoratori interinali, accrescendo la precarizzazione.  Dopo l’attacco della magistratura ai lavoratori piacentini con perquisizioni, arresti domiciliari, fogli di via e avvisi di revoca dei permessi di soggiorno, la polizia ha sostenuto l’attacco padronale presidiando giorno e notte il magazzino FedEx di Peschiera Borromeo, mentre i padroni ingaggiano squadracce di body guard quali picchiatori anti-sciopero a San Giuliano e altri magazzini, forti della connivenza delle “forze dell’ordine”. Lo stesso trattamento vale per i lavoratori Esselunga di Pioltello, per i lavoratori della Maschio di Grezzago, per i lavoratori dell’UNES di Vimodrone, per le addette alle pulizie degli alberghi milanesi ( .le invisibili) costrette prima al lavoro a cottimo ed ora senza CIG…e la lista è destinata ad allungarsi a quelli delle decine e centinaia di aziende che dall’estate apriranno la stagione delle ristrutturazioni e dei licenziamenti, se non accetteranno le svendite dei sindacati confederali, che dalla loro concertazione subordinata al governo e al padronato sperano di trarre nuova vita e un rafforzato monopolio su rappresentanza e diritto di sciopero.

Negli scorsi mesi un ampio settore del sindacalismo di classe e delle avanguardie conflittuali che hanno saputo resistere e lottare in difesa degli interessi dei lavoratori anche nel pieno del lockdown, ha deciso di dar vita a un percorso unitario, l’assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi, accomunata da un unico obbiettivo: ridare voce, peso e visibilità nazionale alle lotte dei lavoratori, coordinarle e rafforzarle a partire da una piattaforma rivendicativa comune, indipendentemente da ogni appartenenza di categoria o di sigla sindacale.

Lo scorso 17 aprile abbiamo realizzato una importante giornata di controinformazione da un punto di vista di classe sulla salute, partecipata e resa viva da centinaia di lavoratori/lavoratrici, medici e operatori della sanità e militanti impegnati in un’ottica di classe, e nella quale sono state denunciate le responsabilità del sistema sanitario, politico e affaristico, e confrontate esperienze di lotta in difesa della salute per trarne linee comuni d’azione e per indicare nel modo di produzione capitalistico la causa di questa pandemia e di quelle che purtroppo verranno. Al tempo stesso abbiamo condotto, con lo sciopero generale del 29 gennaio e del’’8 marzo, e numerose manifestazioni, un’opposizione senza se e senza ma al governo Draghi, che sposta ancor più a favore del grande capitale il baricentro della sua azione e delle risorse pubbliche, centralizzando gran parte del parlamentarismo borghese e piccolo-borghese. All’alleanza governo-padronato-sindacati concertativi dobbiamo opporre un fronte comune di classe, sostenere le lotte dovunque abbiano luogo, dalla Fedex all’Ilva ai disoccupati di Napoli, ai portuali di Genova, Napoli, Gioia Tauro, ai NO TAV.

Anche a Milano occorre dare continuità a tale convergenza ed estendere e rafforzare questo percorso dei lavoratori combattivi, al di là delle appartenenze sindacali, per rispondere agli attacchi che subiscono tutti i proletari e per strutturare un fronte comune di azione e di lotta di massa che superi le mille vertenze in cui è tutt’ora scomposta la classe e le integri da un punto di vista politico.

Per interrogarci sule prospettive e le indicazioni di lotta per obiettivi unificanti tra la classe tradizionalmente intesa e le mille forme e i mille rivoli dello sfruttamento di classe della produzione post fordista.

Per questo ti chiediamo di partecipare all’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi di sabato 5 giugno ore 14 Arci Pessina via San Bernardo, 17, Chiaravalle

(bus 77 da Corso Lodi 90, fermata Brenta MM3, bus 140 da Rogoredo, via Cassinis 63)

Lavoratrici e lavoratori combattivi di Milano e Lombardia

lavcombattivimi@lists.riseup.net

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29 maggio: Assemblea pubblica Punto di raccolta “Esperienze di Sanità”

ASSEMBLEA PUBBLICA SABATO 29 MAGGIO DALLE ORE 16

Piazza Vigili del Fuoco (davanti all’Esselunga di via Rubattino)
Punto di raccolta “Esperienze di Sanità”

“Per continuare a dare un senso concreto al lavoro iniziato un anno fa e che ci ha visti partecipi, al fianco e a sostegno dei lavoratori della sanità ( così come è stato per le iniziative e lo sciopero al San Carlo e San Paolo o al Pio Albergo Trivulzio), di chi lotta nei territori cercando di sensibilizzare e mobilitarsi attraverso presidi, inchieste, volantinaggi …,così come contro i tentativi di chiusura o ridimensionamento di Ospedali pubblici…abbiamo deciso di creare un punto di raccolta “esperienze di Sanità” per diversi motivi:

Pensiamo non sia giusto vivere in solitudine la malattia o gli episodi di disagio legati alla gestione privatistica e aziendalistica della sanità esportata a livello nazionale dal modello lombardo;
La salute non può essere una discriminante: chi ha soldi trova le soluzioni (cure, circuiti preferenziali, prevenzione) e chi non li ha deve rinunciare a curarsi;

Pensiamo ci sia bisogno di prevenzione e di rilancio della medicina del territorio (distretti sanitari, consultori, medici scolastici, del lavoro, ecc.), con una gestione improntata sulla partecipazione e il controllo diretto dei lavoratori. Una medicina che monitori il territorio e le sue problematiche socio-ambientali, perché il legame tra malattia-lavoro-ambiente è indivisibile e l’operato del medico non può essere, così come è diventato, prevalentemente burocratico-amministrativo;

pensiamo che la sanità non debba essere organizzata come un cottimo, sottoponendo i lavoratori a ritmi e turni massacranti anche di 12 ore, che non debba essere accettato che ci sia una carenza strutturale di personale e si faccia continuamente uso di lavoratori a tempo determinato assunti con le cooperative a cui viene costantemente esercitano il ricatto della non assunzione per eliminare ogni forma di rivendicazione, che i salari siano miserabili, che i lavoratori vivano la pressione e la paura di sanzioni disciplinari, così come successo ai lavoratori del San Paolo che hanno denunciato il clima in cui sono costretti ad operare e le scelte fatte dalla direzione sanitaria;

crediamo che la salute non possa e non debba, così come lo è ora, essere una merce su cui lucrare da parte delle multinazionali del farmaco, del mercato dei macchinari o attraverso l’utilizzo degli esami diagnostici, quelli da cui si possono trarre più profitto, così come dalla proprietà intellettuale, la cui ricerca a partire dai vaccini è finanziata, quasi totalmente, con i nostri soldi. La sanità deve essere gratuita ed universale, accessibile a tutti i lavoratori senza discriminazione alcuna;

Crediamo e questo lo confermano anche le esperienze di altri che sono state per noi interessanti spunti, che sia importante condividere conoscenze, pratiche, riflessioni, contenuti, per trovare risposte e non sentirsi inermi..

Facciamo “rete” con le altre esperienze che si muovono nel territorio, e nei posti di lavoro per accumulare sapere, partecipazione e forza, perché come ci ha detto una signora del quartiere: “Un sasso da solo non fa rumore, ma tanti sassi creano un fragore” .

Vi aspettiamo: le esperienze e i contributi sono preziosi per tutti.
PANETTERIA OCCUPATA
Alleghiamo il volantino di invito per l’assemblea del 29 maggio dalle ore 16,00 a Lambrate – Piazza Vigili del Fuoco.

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A fianco del popolo Palestinese – sosteniamo la resistenza

RESISTENZA, SOLIDARIETA’ E PALESTINA

La storia e la realtà ci insegnano che la lotta di classe è fra sfruttati e sfruttatori, fra occupanti e occupati, come fu la Resistenza che sancì la lotta contro il nemico esterno, ma anche quello interno, responsabile di una società iniqua e classista.

Il popolo che da più di settant’anni, ad un prezzo altissimo, ancora resiste, circondato da un assordante silenzio ma anche da una ignobile narrazione che mette sullo stesso piano oppressore e oppressi, è quello palestinese che rivendica la propria identità ed esistenza nonostante tutte le azioni mirino allo svuotamento della Terra di Palestina dalla presenza di popolazione autoctona con rappresaglie, torture, eccidi ed embarghi.

Un sistema, quello dell’autoproclamato Stato d’Israele, che non è solo occupazione della Palestina, ma una presenza criminale in ogni Stato dove ha interessi: dall’Italia alla Grecia, dai paesi arabi a quelli del Sud America. Gli esempi non sono solo odierni, ma spaziano dall’appoggio ed addestramento delle squadre della morte del Guatemala, dei Contras in Nicaragua, agli attacchi alla Siria, all’ingerenza legislativa negli stati europei dove cerca di far passare leggi anti-boicottaggio, spacciandole per interventi contro l’antisemitismo.

Vediamo come anche in Italia la presenza sionista si consolida ed estende già da anni con le varie collaborazioni sul piano militare, securitario, tecnologico, universitario e scientifico che anche in pieno periodo di Covid non si sono arrestate.

Le direttrici su cui si muove la strategia dello stato sionista d’Israele è triplice: politica, militare e mediatica per imporre il proprio dominio e i propri interessi all’interno del disegno interimperialista.

In questa strategia rientra la tattica di far accettare e rafforzare il consenso attraverso l’uso dei mass media, mistificando la realtà e imponendo una narrazione in cui il sistema di occupazione delle terre palestinesi, il razzismo e l’apartheid israeliano è il risultato del perenne tentativo di “difendersi dagli attacchi” del popolo Palestinese.

Necessità resa indispensabile per rendere accettabili i propri crimini o addirittura per negarli. La parola d’ordine è “difesa”: visto che Haganà significa difesa; IDF è l’esercito “difensivo”; il muro è una barriera difensiva; una strage di innocenti si chiama “Margine Protettivo”.

La realtà si traduce in una lettura propagandistica in cui si sostiene vada bandita ogni forma di violenza, allineando sullo stesso piano la forza di una potenza militare e la resistenza di un popolo che si difende anche con i sassi, espropriato della propria terra, dell’acqua, di una economia autonoma e non allineato ai disegni e alle alleanze imperialiste in quell’area.

Viene nascosta una visione del mondo che sta alla base della logica dell’oppressore, cioè lo sradicamento, l’occupazione, il contenimento di ogni forma di dissenso.

Gioco forza è l’associazione tra sionismo e antisemitismo, cioè tra critica/attacco ad una politica imperialista e l’odio razziale, con cui Israele tenta di esportare il suo agire contro ogni forma di dissenso, resistenza e contrapposizione ai suoi piani; disegno a cui i governi europei, e non solo, si sono allineati, adattando il quadro legislativo con norme punitive il cui scopo è colpire ogni forma di solidarietà internazionale.

Consapevoli che la lotta del popolo palestinese è la stessa lotta che combattiamo ogni giorno contro i padroni, l’imperialismo e il sionismo, ricordiamo che il 7 giugno ci sarà la terza udienza del processo per la contestazione della presenza delle bandiere dello stato sionista alla manifestazione del 25 aprile 2018.

Processo che non riguarda solo i quattro compagni accusati, ma si inserisce in un’ampia campagna internazionale che ha come fine colpire la solidarietà  alla resistenza del popolo palestinese. È l’altra faccia della politica sionista: da una parte si massacrano i Palestinesi, dall’altra si usano le leggi degli Stati contro chi vive la solidarietà come un’arma di lotta quotidiana contro un sistema di oppressione, dominio, sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente.

Sono le stesse ragioni che ci spingono ad essere al fianco e con i lavoratori, degli immigrati per il permesso di soggiorno senza discriminazioni alcune, con i riders, con gli sfrattati, per una sanità gratuita ed universale, con chi alza la testa e lotta con e per la propria classe proletaria per una condizione umana libera dalla società capitalistica colpevole e causa di questa pandemia, della distruzione della terra e dell’alienazione dell’umanità. Questa è la solidarietà in cui crediamo e per la quale continueremo a batterci.

La stessa solidarietà e lo stesso senso di appartenenza che in più parti del mondo, dal Marocco a New York, dalla Giordania a  Milano,  dalla Cisgiordania a Napoli e in quasi tutte le città italiane ed europee, in questi giorni ha riempito le piazze della rabbia e dell’odio verso questa nuova forma di colonialismo, intriso di razzismo classista di cui il sionismo israeliano è portatore.

Le piazze hanno dimostrato la distanza tra le politiche, gli accordi e le alleanze dei governi (Egitto, Marocco, Italia…) con Israele e il sentimento del popolo che fa della lotta palestinese la propria lotta. A Milano abbiamo assistito ad un fenomeno nuovo: si è riversato nelle piazze un proletariato giovanile estremamente eterogeneo (egiziani, marocchini, algerini, palestinesi, libanesi, italiani…), proveniente prevalentemente dalle periferie della città che tramite i social si sono organizzati e hanno catalizzato e caratterizzato la piazza con vitalità e forza: gli stessi che quotidianamente devono fare i conti con l’emarginazione, la repressione continua ed il controllo nei loro territori, che hanno difficoltà a intravedere un futuro, che vivono di lavoro nero o in condizioni di sfruttamento che rasenta lo schiavismo, che hanno problemi a trovare una casa,  ad avere un documento che gli permetta di circolare o essere riconosciuti come cittadini. La stessa rabbia e condizione che si è espressa nelle rivolte delle banlieue parigine o contro l’ingiustizia e il razzismo di Stato negli USA.

Una boccata d’ossigeno, che ci fa pensare, che per quanto il potere tenti di addomesticare e annientare le lotte, sotto la cenere cova il fuoco!

Siamo a fianco del popolo palestinese nella sua lotta, sottolineando che non deve chiedere a nessuno il “diritto a resistere” perché come ci hanno insegnato i nostri partigiani, il nemico si caccia e non serve nessuna “autorizzazione”!

Invitiamo a trasformare Il 7 giugno, giorno del processo ai 4 compagni che hanno contestato la presenza delle bandiere dello Stato sionista il 25 aprile, in un  altro momento di mobilitazione e lotta a fianco della resistenza palestinese, perché chi deve essere processato è lo Stato d’Israele per la pulizia etnica che da 78 anni sta compiendo nella terra di Palestina!

PANETTERIA OCCUPATA – Milano maggio 2021

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12 MAGGIO: PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ CON I LAVORATORI DELLA FEDEX/TNT

MERCOLEDI 12 MAGGIO ORE 15 PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ CON I LAVORATORI DELLA FEDEX/TNT DAVANTI ALLA PREFETTURA DI MILANO CONTRO I FOGLI DI VIA E LA REPRESSIONE DELLE LOTTE!

E’ da mesi che i lavoratori della Fedex/TNT sono in lotta contro i licenziamenti e la chiusura politica dell’hub di Piacenza per eliminare la presenza del sindacato SiCobas e dei lavoratori combattivi che ne fanno parte. Dopo gli arresti di Arafat e Carlo a Piacenza, le denunce e le continue aggressioni poliziesche e delle squadracce private armate di taser e manganelli estraibili, come provato dai numerosi filmati, il ministero dell’interno per fermare la lotta e la resistenza operaia sta ora utilizzando i “fogli di via ” per pericolosità sociale contro i lavoratori in lotta. Questo è  uno strumento normalmente utilizzato contro i  mafiosi e la criminalità organizzata, assimilando cosi e riducendo la resistenza operaia ad un problema di ordine pubblico in un tentativo continuo di normalizzazione e pacificazione delle lotte per riportarle nell’ambito della compatibilità e subordinazione politica. L’occupazione simbolica della sede del Pd e il corteo spontaneo della scorsa settimana a Roma, hanno prodotto positivamente un incontro con il ministro del lavoro Orlando che ha organizzato un tavolo di trattativa con il ministero dello sviluppo economico per sbloccare la situazione in stallo per la rigidità dell’amerikana Fedex che vuole importare nuove modalità di relazioni sindacali per arrivare al l’eliminazione del Sicobas con la servile complicità dei sindacati confederali, in primis della Cgil, all’interno della quale si è vista una protesta significativa per la sua condotta da parte di una trentina di propri delegati di Piacenza. Chiediamo a tutte e tutti di schierarsi a fianco di questi lavoratori che stanno combattendo una partita importante per il lavoro, un momento fondamentale di lotta di classe partecipando al presidio di mercoledì 12 maggio alle ore 15 davanti alla prefettura di Milano in C.so Monforte.

UNITI SI VINCE!
GIU’ LE MANI DAI LAVORATORI!

Patto d’Azione per un fronte unico di classe – Milano www.fronteanticapitalista.org

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