VENERDI 17 FEBBRAIO DALLE ORE 20:30 PRESENTAZIONE DEL LIBRO “QUANDO CADDERO LE STELLE ROSSE” di Rosella Simone con autrice e con Clelia Pallotta autrice dell’introduzione al libro
VENERDI 17 FEBBRAIO DALLE ORE 20:30 PRESENTAZIONE DEL LIBRO “QUANDO CADDERO LE STELLE ROSSE” di Rosella Simone con autrice e con Clelia Pallotta autrice dell’introduzione al libro
VENERDI 10 FEBBRAIO DALLE ORE 20:30
PROIEZIONE DEL DOCU-FILM
“FINO ALL’ULTIMO RESPIRO – Il caso Alfredo Cospito e Anna Beniamino” prodotto dal collettivo Videocitronix di Torino
a seguire AGGIORNAMENTI RIFLESSIONI COLLETTIVE sulla lotta di Alfredo Cospito contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo.
Alla Panetteria Occupata in Via Conte Rosso 20 a Milano
I più di 110 giorni di sciopero della fame intrapreso da Alfredo Cospito hanno svelato il ruolo e gli scopi del 41bis e dell’ergastolo e aperto ad un ampia riflessione sulla situazione generale delle carceri in Italia. Condizioni delle carceri in stretta correlazione con l’aumento del controllo sociale e della repressione necessari alla gestione sul fronte interno della crisi del sistema produttivo capitalistico e della propensione alla guerra permanente. Il trasferimento di Alfredo Cospito nel marzo scorso nel circuito carcerario del 41bis si configura in un monito, da parte degli apparati repressivi, contro tutti coloro che si ribellano alla carcerazione, in particolare per chi ha lottato e continua a lottare contro un sistema economico e politico basato sullo sfruttamento che amplifica le diseguaglianze imponendo un’economia di guerra che aumenta il caro vita, erode con un’inflazione deflagrante i salari da fame, si riorganizza con licenziamenti punitivi e si finanzia tagliando il diritto alla casa, all’istruzione e alla sanità pubblica. È necessario quindi coniugare la battaglia per la sopravvivenza di Alfredo con una battaglia per l’abolizione del 41bis e dell’ergastolo che va strutturata ed organizzata.
Partecipiamo SABATO 11 FEBBRAIO AL CORTEO ORE 16 PIAZZA XXIV MAGGIO
Il film FINO ALL’ULTIMO RESPIRO – IL CASO ALFREDO COSPITO E ANNA BENIAMINO è No Copyright, quindi riutilizzabile a piacimento.
Lo potete scaricare da qui: https://mab.to/t/EL9T16e0eRD
Contro il 41bis e l’ergastolo, fuori Alfredo dal 41bis
Non è da ora che assistiamo ad un acuirsi dell’utilizzo di forme repressive per gestire le contraddizioni sociali: l’uso di reati associativi per le lotte per la casa, le lotte sindacali, la criminalizzazione dei movimenti ambientalisti, il controllo del territorio attraverso operazioni militari mass mediaticamente spettacolari che colpiscono prevalentemente i soggetti più deboli e divisi, per non parlare del ricatto nei confronti dei migranti, necessari come forza lavoro, utili finché deboli ed invisibili.
Significative in tal senso sono la condanna di primo grado per “associazione a delinquere” ai compagni del comitato di lotta per la casa del Giambellino; le medesime imputazioni toccate ai sindacati di base Si.Cobas e USB per le lotte nel settore della logistica; le denunce per associazione a delinquere ai disoccupati di Napoli; il decreto anti-rave il cui scopo sarà anche in funzione anti-picchetto/presidio, e, non ultime, le retate alla Stazione Centrale e i lacrimogeni contro le lunghe file di immigrati in coda per il permesso di
soggiorno a Milano.
Carcere e repressione sono elementi strutturali ineliminabili per le società che vivono di differenze, sopraffazione e sfruttamento. Sono una necessità che si manifesta ancor più violenta nei momenti di crisi o ‘di guerra’ come quello attuale, in cui è necessario, per la stessa sopravvivenza del sistema, silenziare qualsiasi dissenso, idea di trasformazione sociale e annullare qualsiasi conflitto che lo esprima in forme e modi diversi.
In nome di una emergenza che muta ma non finisce mai: la norma regola e il carcere punisce.
Di tutti i dispositivi carcerari il 41bis e l’ergastolo sono la punta più alta, una forma di annientamento fisico e sociale totale. Una forma di tortura da cui si esce solo abiurando la propria identità o scambiando il proprio posto con qualcun altro.
Cosa prevede il 41bis?
Completo isolamento sensoriale, vale a dire che su 24 ore solo 2 sono d’aria in compagnia di un massimo di 3 persone scelte dalla direzione del carcere, che il campo visivo è limitato alla cella o ai passeggi chiusi da reti dove il cielo si vede a quadretti; che le visite con i familiari si svolgono, una volta al mese, con vetri divisori e non c’è nessun tipo di contatto umano; viene impedito di leggere, studiare (libri, non più di 4, giornali, riviste, sono
acquistabili solo tramite il carcere e soggetti all’arbitrio della direzione carceraria che censura, taglia articoli, gestisce tutte le notizie e le informazioni); tutto è sottoposto a censura, compresa la visione di alcuni canali televisivi e la difesa è di fatto impedita dall’impossibilità di partecipare ai processi se non in videoconferenza e al divieto ai difensori di diffondere notizie relative alle condizioni di vita dei detenuti …
Come oramai si può leggere anche sulla pagine di molti giornali la narrazione che vuole che questo regime abbia lo scopo di recidere i legami con l’organizzazione di appartenenza non regge neanche nel caso della lotta alla mafia, che negli anni si è trasformata e ha trasferito la sua attività nei grandi appalti e nella finanza.
Contro questi regimi Alfredo Cospito sta facendo uno sciopero della fame ad oltranza da più di 100 giorni. Ha ben chiarito che il problema non è la sua detenzione ma la condizione di tutti quelli sottoposti al 41bis e all’ergastolo.
In questi 100 giorni il dibattito sul carcere è cresciuto e molte delle sue contraddizioni sono venute a galla: il sovraffollamento, le mancate condizioni igieniche e sanitarie, l’altissimo numero di suicidi, le rivolte del Marzo 2020 terminate con una brutale repressione che ha causato tredici morti…
Diversissimi settori della società ne sono stati coinvolti e anche i non addetti ai lavori iniziano a confrontarsi su questo problema e a comprendere il reale scopo delle misure e strumenti punitivi.
In questi 100 giorni la risposta dello Stato è stata un lungo silenzio terminato con una posizione di fermezza nei confronti di una ‘trattativa’ inesistente. Negando il nocciolo della questione – da loro stessi creata – facendo sfoggio di muscoli a beneficio dei media. “Non cederemo” si dice, ma di fronte a chi?
Ora Alfredo è stato trasferito nel carcere di Opera che avrebbe una struttura sanitaria più attrezzata che quello Bancali a Sassari (benché sulla sanità Lombarda, perché di questo si parla, molto ci sarebbe da dire). Rimane comunque sempre in regime di 41bis e, avendo lui scritto che rinuncia alle cure forzate, la sua situazione resta pericolosamente invariata.
Lo sciopero della fame di Alfredo contro il 41 bis, l’ergastolo/ostativo ci riguarda, ed è per questo che non possiamo tacere. Sul nostro silenzio la repressione si rafforza, i nostri bisogni vengono calpestati e la possibilità di realizzare una società senza sfruttamento dell’essere umano, dell’ambiente, libera da diseguaglianze e discriminazioni di qualunque genere e etnia diventa sempre più lontana.
È necessario quindi coniugare la battaglia per la sua sopravvivenza con una battaglia per l’abolizione del 41bis e dell’ergastolo.
L’Assemblea milanese invita a partecipare
Venerdì 3 febbraio alle ore 18 al presidio in piazza Duca D’Aosta
Sabato 4 febbraio alle ore 14.30 al presidio all’ingresso del carcere di Opera
Milano 1/2/2023 – l’Assemblea milanese
– DOMENICA 5 FEBBRAIO ORE 13 PRANZO DELLA PANETTERIA
– VENERDI 10 FEBBRAIO DALLE ORE 19:30 PROIEZIONE DEL FILM “FINO ALL’ULTIMO RESPIRO” Il caso di Alfredo Cospito e Anna Beniamino
– VENERDI 17 FEBBRAIO DALLE ORE 20:30 PRESENTAZIONE DEL LIBRO “QUANDO CADDERO LE STELLE ROSSE” di Rosella Simone con autrice e con Clelia Pallotta autrice dell’introduzione al libro
– SABATO 11 MARZO DALLE ORE 17 PRESENTAZIONE LIBRO “UFO 78” di WU MING dialoghiamo con l’autore
SABATO 28 GENNAIO BICICLETTATA
INIZIO ORE 15 P.za Miani – letture interventi volantinaggio
biciclettata fino a …
ORE 17 P.za Tirana – letture interventi volantinaggio
IN SOLIDARIETA’ CON ALFREDO COSPITO in sciopero della fame e con chi lotta dentro e fuori dalle galere. Contro il 41bis e l’ergastolo ostativo. Contro ogni prigione
L’Assemblea cittadina contro carcere, 41bis, ergastolo ostativo
COSA C’ENTRIAMO NOI CON LO SCIOPERO DELLA FAME CONTRO IL 41 BIS DI ALFREDO COSPITO?
Alfredo Cospito è un compagno anarchico che dal 20 ottobre (85 giorni) è in sciopero della fame contro il cosiddetto 41 bis
Cos’è IL 41 BIS?
È un trattamento penitenziario introdotto in via eccezionale nel 1992, nel quadro della lotta alla mafia. Da allora, nonostante avrebbe dovuto avere una durata limitata, è diventato norma (così come, negli ultimi decenni, tutte le emergenze nate come speciali e temporanee), allargato ad altre tipologie di reato e ad oggi sono 750 le persone sottoposte a questo regime.
Cosa prevede il 41 bis?
Completo isolamento sensoriale, vale a dire che su 24 ore solo 2 sono d’aria in compagnia di un massimo di 3 persone scelte dalla direzione del carcere, che il campo visivo è limitato alla cella o ai passeggi chiusi da reti dove il cielo si vede a quadretti; che le visite con i familiari si svolgono, una volta al mese, con vetri divisori e non c’è nessun tipo di contatto umano; viene impedito di leggere, studiare (libri, non più di 4, giornali, riviste, sono acquistabili solo tramite il carcere e soggetti all’arbitrio della direzione carceraria che censura, taglia articoli, gestisce tutte le notizie e le informazioni); tutto è sottoposto a censura, compresa la visione di alcuni canali televisivi e la difesa è di fatto impedita dall’impossibilità di partecipare ai processi se non in videoconferenza e ai difensori diffondere notizie relative alle condizioni di vita dei detenuti …
Un regime che è una vera forma di tortura e di morte sociale, psicologica, umana.
Perché Cospito è sottoposto a tale regime?
Perché gli è stato applicato un articolo (strage politica) mai applicato neanche per reati di natura stragista (come nel caso della strage di Capaci …), per azioni, per il quale era già stato sanzionato, che non hanno a carico morti. Appare evidente, anche da parte di intellettuali, giuristi, giornalisti…, come l’intento di questo regime carcerario, così come quello ad alta sorveglianza, sia non tanto punire per i fatti commessi ma, per i detenuti politici, la valenza politica che questi atti assumono: quello che va spezzata è la solidarietà, i legami sociali, la stessa possibilità di esprimere un pensiero che metta in discussione questo modello sociale e la possibilità di cambiarlo.
E noi cosa c’entriamo con tutto ciò?
Non si tratta di condividere le scelte e l’ideologia di Cospito, ma di comprendere che il 41 bis, l’ergastolo- l’ergastolo ostativo (fine pena MAI, almeno che rinunci alla tua identità o incolpi altri), le carceri speciali, sono la punta più alta e forte di repressione che lo Stato si è dato, ma che questa ha ricadute nei rapporti sociali e nelle lotte quotidiane di lavoratori, studenti, immigrati. Pensiamo solo a quanto sta succedendo a Simone di Ultima generazione per il quale sono state richieste misure restrittive di sorveglianza speciale e obbligo di dimora per 1 anno, in quanto, secondo la questura, il reato commesso (imbrattamento con vernice lavabile!), costituirebbe alta pericolosità sociale e interno ad un movimento organizzato oltranzista”. Richiesta ascrivibile al cosiddetto “codice antimafia”, applicato alla criminalità organizzata. O si pensi alla condanna di primo grado per “associazione a delinquere” ai compagni del comitato di lotta per la casa del Giambellino per aver difeso, rivendicato e organizzato con altri proletari il bisogno primario di una casa; o ai disoccupati di Napoli, ai sindacati di base Si.cobas e Usb per le
lotte dei lavoratori nel settore della logistica e non ultimo al decreto anti-reve il cui scopo
presumibilmente sarà in funzione anti-picchetto nei posti di lavoro, nelle scuole, nei presidi, nelle lotte più combattive.
Tutti coloro che non sottostanno ad un atto di adesione alle ragioni dello Stato, inevitabilmente si troveranno nelle file “dei cattivi”, trattati, oggi più che mai, visto il governo dichiaratamente fascista, come nemici dell’ordine pubblico e dello sviluppo e giudicati non perciò che si fa per quello che si è.
Per questo lo sciopero di Cospito contro il 41 bis, l’ergastolo ostativo ci riguarda, ed è per questo che non possiamo tacere. Sul nostro silenzio la repressione si rafforza, i nostri bisogni vengono calpestati e la possibilità di realizzare una società senza sfruttamento dell’uomo, dell’ambiente, libera da diseguaglianze e discriminazioni di qualunque genere e etnia diventa sempre più lontana.
Al fianco di Cospito, contro il regime di 41 bis, l’ergastolo ostativo,
di chi lotta dentro e fuori dalle carceri
Manifestazione domenica 15 alle h. 15 Porta Genova
PANETTERIA OCCUPATA
Uno sciopero della fame a oltranza per la libertà di tutte e tutti
A Milano ancora in piazza domenica 15 gennaio
Il prigioniero anarchico Alfredo Cospito è in sciopero della fame a oltranza dal 20 ottobre
contro il regime del 41 bis e l’ergastolo ostativo. Da otto mesi si trova rinchiuso in 41 bis
nel carcere di Bancali, Sassari, per un’azione contro la caserma allievi carabinieri a Fossano (CN) che non ha provocato né morti né feriti ma che la Cassazione ha riqualificato come strage politica con conseguente possibile condanna all’ergastolo ostativo. Neppure per piazza Fontana, per la stazione di Bologna o per le stragi di Falcone e Borsellino è stata
applicata questa tipologia di accusa.
Ha perso 35 chili e i parametri vitali sono al limite. Il 19 dicembre il Tribunale di
Sorveglianza di Roma ha confermato la sua detenzione in 41 bis, di fatto firmandone la
condanna a morte. La sua lotta ha avuto la forza di aprire uno squarcio sulla ferocia di
questo regime a cui nessuno prima poteva portare critiche senza essere accusato di
collusione con i “mafiosi” e di indebolire la lotta dell’Antimafia.
Il 41 bis, per come lo conosciamo ora, esiste dal 1992 e non ci risulta, dopo trent’anni, che
le organizzazioni di stampo mafioso abbiano subito un indebolimento. Infatti il vero intento di questo trattamento penitenziario non è impedire i contatti con l’organizzazione criminale di appartenenza all’esterno, come recita il provvedimento che lo istituì, ma di costringere a dissociarsi, a pentirsi, ad accusare qualcun altro da mandare dentro al posto di chi così spera di uscirne.
Isolare, punire, seppellire. Questo è lo scopo di un regime che ormai in tanti definiscono di
tortura, in cui si è totalmente tagliati fuori dal mondo, da qualunque rapporto anche con
altri detenuti che non siano quelli decisi dalle direzioni, chiusi in celle spoglie, spesso
sottoterra, nelle quali anche l’esposizione di una foto e qualsivoglia materiale compresi i
giornali. La possibilità di leggere, limitata a 4 libri al mese, è sottoposta a censura e alla
decisione dei direttori. I colloqui, uno al mese, si svolgono dietro al pannello di plexiglas.
Né i familiari né gli avvocati possono portare fuori neppure una parola del detenuto, pena
denuncia con rischio di condanne da 3 a 7 anni di carcere.
In tutto il paese e in tante parti di Europa e del mondo si sono attivate numerose iniziative
di solidarietà che hanno riaperto il dibattito pubblico sugli aspetti repressivi del sistema
carcerario italiano di cui il 41bis è la punta di diamante.
L’ampia adesione alla giornata di mobilitazione milanese del 29 dicembre, nonostante il
divieto posto dalla Questura proprio per scoraggiare la partecipazione, dimostra che la
solidarietà allo sciopero della fame di Alfredo e al regime di tortura del 41 bis sono
elementi riconosciuti come propri da settori militanti, sindacali e sociali non quindi
circoscritti alla sola area anarchica.
Le notizie invece diffuse dai media hanno il chiaro intento di confinare la breccia apertasi,
con la coraggiosa lotta di Alfredo, nel consenso o silenzio che regnava sul regime di tortura
del 41 bis, vera pietra angolare che regola l'approfondirsi dell'arbitrio carcerario attraverso l’onnipotenza di strutture come la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Va mantenuta viva e concreta la critica al regime di tortura del 41 bis, dell’ergastolo
ostativo e in generale al criterio della “collaborazione” quale strumento premiale o punitivo di mobilità fra i circuiti carcerari che istituzionalizza l’arbitrio e il baratto.
Il 41 bis, l’ergastolo ostativo sono solo la punta estrema di un sistema repressivo le cui
ricadute e i cui effetti li misuriamo ogni giorno: va contrastata la crescente
criminalizzazione delle lotte sociali – il tributo pagato è già altissimo in termini di
repressione, misure preventive e carcere – in particolare della componente anarchica e
compresa la sua natura strumentale finalizzata a generalizzare un continuo inasprimento
dell’azione repressiva come la storia di questo paese ben ci ha insegnato.
La repressione colpisce e minaccia chiunque non abbassa la testa di fronte allo
sfruttamento nei luoghi di lavoro, nella scuola con l’alternanza scuola-lavoro, alla
distruzione dell’ambiente, al saccheggio dei territori, alla guerra e al razzismo di stato.
Domenica 15 gennaio: manifestazione
Ore 15 Porta Genova – Milano
Assemblea cittadina
Contro carcere, 41 bis, ergastolo ostativo
Fuori Alfredo dal 41 bis
Solidali con chi lotta nelle carceri
L’Assemblea tenutasi Lunedi 26 dicembre presso CSOA COX18 di Milano in solidarietà con Alfredo Cospito in sciopero della fame ad oltranza dal 20 ottobre e contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo ha espresso la necessità di attivarsi e di mobilitarsi per dare un contributo al buon esito della lotta che Alfredo ha intrapreso. Alfredo Cospito è ormai al 69° giorno di sciopero della fame e le sue condizioni fisiche si fanno sempre più gravi. In questa situazione, oltre alla necessità di creare conoscenza e consapevolezza sulle ragioni della sua lotta e sul ruolo del 41 bis come strumento altamente repressivo ad afflittivo oramai riconosciuto come vera e propria forma di tortura; di allargare la discussione; l’importanza del momento ci chiama tutti ad agire ora! Gli spazi legali che lo Stato Italiano permette sono quasi inesistenti. Nella giornata di Martedi 27 dicembre verrà depositato il ricorso per Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza che in data 19 dicembre ha confermato la detenzione di Alfredo nel regime di tortura del 41 bis, di fatto firmandone la condanna a morte. I tempi per il ricorso in Cassazione potrebbero essere oggettivamente incompatibili con l’attuale situazione di Alfredo in sciopero della fame da ormai 69 giorni (ricordiamo per esempio che nello sciopero della fame dei prigionieri irlandesi nel 1981 Bobby Sands morì dopo 66 giorni). L’Assemblea ha ribadito con forza che solo la solidarietà e la mobilitazione possono impedire che Alfredo possa morire. L’Assemblea oltre ad esprimere la massima solidarietà ad Alfredo Cospito ed a tutti i detenuti soggetti alla tortura del 41 bis, ritiene necessario unirsi alle molte manifestazioni di solidarietà che si stanno tenendo sia in Italia che a livello internazionale. La lotta di Alfredo Cospito è riuscita a riaccendere l’attenzione generale sul regime di tortura del 41 bis e sull’ergastolo ostativo ma oggi diventa necessario attivarsi e mobilitarsi in tutti i modi possibili per impedire che Alfredo sia condannato a morte dallo Stato Italiano. L’Assemblea ha ribadito come la battaglia di Alfredo, e di tutti i detenuti che la stanno sostenendo, è una lotta contro un regime carcerario inaccettabile, che deve essere abolito senza distinguo per tutti. Questa lotta ha posto come centrale la questione del carcere, dalla sua punta più alta espressa dal 41 bis fino alle sezioni comuni. La lotta contro il carcere deve essere parte integrante della lotta contro questo sistema sociale/economico unico e reale responsabile delle condizioni di sfruttamento, di povertà, delle devastazioni ambientali, del saccheggio dei territori e della repressione in atto. L’Assemblea invita tutt* a partecipare Giovedi 29 dicembre dalle ore 18 al presidio in Piazza Duomo a Milano con queste parole: Fuori Alfredo dal 41 bis. No al 41 bis e all’ergastolo ostativo. Contro lo Stato di emergenza permanente. Invita tutt* a partecipare sempre Giovedi 29 dicembre all’assemblea aperta per dare aggiornamenti e dare continuità alle mobilitazioni presso la “Camera del non lavoro” in Via Volta 22 dalle ore 20:30. Invita tutt* a partecipare il 31 dicembre alla manifestazione a Roma. FUORI ALFREDO DAL 41 BIS – CHIUDERE IL 41 BIS
L’Assemblea tenutasi al CSOA COX18 a Milano il 26 dicembre
ASSEMBLEA: Contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo – In solidarietà con Alfredo
Il prigioniero anarchico Alfredo Cospito è in sciopero della fame dal 20 ottobre. Il 19 dicembre il Tribunale di sorveglianza di Roma ha confermato la sua detenzione nel regime di tortura del 41 bis, di fatto firmandone la condanna a morte.
Alfredo Cospito è detenuto ben oltre le risultanze di una sentenza emessa da un tribunale, egli è, con tutti i suoi gravissimi effetti, un prigioniero politico sotto tortura privato delle minime condizioni di vita.
Molte sono le manifestazioni di solidarietà a questa lotta che è riuscita a riaccendere l’attenzione generale sul regime di tortura del 41 bis e sull’ergastolo ostativo.
Sentiamo l’urgenza di mobilitarci anche a Milano possibilmente entro la fine dell’anno su questi temi e a tal fine invitiamo tutti/e a partecipare all’assemblea che si terrà il 26 dicembre alle ore 18 presso CSOA COX18, Via Conchetta, 18 – Milano.
Promuovono: Panetteria Occupata, Archivio Primo Moroni, OLGa,