16 maggio: Corteo Dalle periferie alla Palestina – Libertà per Anan Yaeesh

Il 16 maggio alle ore 19.00 scenderemo nelle piazze di Corvetto per esprimere il
nostro pieno sostegno al compagno Anan Yaeesh, processato dallo Stato italiano per
il suo legittimo ruolo all’interno della Resistenza palestinese di Tulkarem, nella lotta
contro il sionismo e la sua violenza. La mobilitazione è anche un’occasione per
lanciare la manifestazione del 21 maggio a L’Aquila, in vista dell’udienza che
potrebbe risultare decisiva per le sorti dei compagni Anan, Ali, Mansour.
Il 26 gennaio 2024 segna l’inizio di un nuovo capitolo nel calvario di Anan Yaeesh, Ali
Irar e Mansour Doghmosh. Lo Stato italiano, infatti, ha avviato una vera e propria
campagna di criminalizzazione e repressione nei confronti dei compagni palestinesi,
con un processo politico orchestrato ad hoc, mirato non solo a criminalizzare le
azioni individuali, ma soprattutto a colpire la Resistenza stessa in Italia. Un processo
che è parte di una strategia più ampia, volta a soffocare ogni forma di opposizione al
sistema dominante, sia dentro i confini italiani che al di là del Mediterraneo, in
Palestina.
Dalle periferie d’Italia fino alla Palestina, le nostre rivendicazioni sono chiare e
indivisibili: la Resistenza non si processa! Anan Yaeesh libero ora! La lotta di
liberazione palestinese, come quella dei popoli oppressi in ogni angolo del mondo, è
una causa comune contro l’imperialismo, il razzismo e l’oppressione di tutte e tutti
noi. Uniti in questa battaglia, non lasceremo che il compagno Anan venga sacrificato
sull’altare dell’imperialismo e della guerra preventiva contro ogni forma di dissenso.
La nostra lotta per la liberazione, la giustizia e la dignità è indivisibile. Non possiamo
separare le oppressioni che colpiscono i popoli del mondo da quelle che
marginalizzano gli immigrati, le masse impoverite e gli oppositori all’interno dei
confini dell’impero. Ogni ingiustizia è parte di un progetto globale che sfrutta e
divide, ma noi rispondiamo con la solidarietà internazionale e reale e la
determinazione della lotta nelle piazze, di massa, unita e decisa, che dalle Periferie
passa per L’Aquila e arriva in Palestina.
Lo Stato italiano che perseguita i compagni della Resistenza palestinese, sotto
mandato sionista, è lo stesso che opprime gli sfruttati, i lavoratori, chiunque sia
considerato “altro”, “straniero”, parte di una classe impoverita e socialmente
marginalizzata, ma funzionale all’economia. Il razzismo di Stato, che si manifesta
attraverso pratiche discriminatorie e sistemi sociali e giuridici che escludono e
perseguitano, trova il suo corollario nella difficoltà sempre maggiore ad avere un
documento, una casa, a curarsi; nel soffocante quotidiano controllo e nella violenza
dello Stato esercitata per mano delle forze dell’ ordine; nella detenzione
amministrativa nei Cpr, nei Cas, nei dormitori dove rigide regole, basate su un
rapporto di subordinazione e dipendenza, infantilizzano gli individui, ledono le
libertà e la dignità delle persone.
L’obiettivo è di alienarci, tra noi e nella lotta, inibire ogni idea, desiderio di
cambiamento: perché i popoli pacificati non possono rappresentare minaccia per le
politiche fasciste, guerrafondaie; perché i popoli pacificati non possano
rappresentare ed esprimere una reale alternativa alle politiche imperialiste che
massacrano i fratelli e le sorelle palestinesi, mentre il capitalismo sfrenato semina
morti sul lavoro, morti di razzismo, morti di Stato. Lo sfruttamento è la risultante di

politiche che non solo non riconoscono dignità alle persone, ma le riducono a corpi
invisibili e subalterni, condannati a una vita di paura e precarietà.
Questo ciclo di esclusione non si può spezzare senza un cambiamento radicale, senza
mettere in discussione un sistema economico e sociale che si fonda sulla
disuguaglianza e sulla repressione.
La lotta di Anan Yaeesh e dei suoi compagni, in Palestina come in Italia, è una
battaglia che non si può scindere dalla lotta portata avanti contro un sistema che
arricchisce pochi a spese di milioni di persone incatenate dalla sete di profitto del
capitale. Un sistema che, dalle demolizioni di case a Tulkarem fino agli sfratti nelle
periferie italiane, cerca di spegnere ogni scintilla di resistenza e cambiamento reale,
possibile solo attraverso la lotta congiunta.
Per Anan, per Ali, per Mansour, per tutte le vittime della repressione e
dell’oppressione del capitale e dell’imperialismo, scendiamo in piazza il 16 maggio e
ci prepariamo a intensificare la mobilitazione del 21 maggio a L’Aquila. Perché la
Resistenza non si processa e le lotte per la giustizia non si arrestano fino alla
liberazione della Palestina – dal fiume fino al mare, fino al diritto al ritorno di ogni
profugo palestinese – fino a che tutte e tutti avranno casa, pane e dignità.
Io voglio anche la felicità, come diceva Sankara!
Anan Yaeesh libero ora! La Resistenza non si processa!
Dalle Periferie alla Palestina: Anan libero!
Ora e sempre resistenza!


Anan Yaeesh, partigiano palestinese, è detenuto dallo Stato italiano su volontà di “Israele”. È accusato di aver partecipato alla resistenza del suo popolo contro la guerra e lo sfruttamento che le potenze occidentali impongono al mondo arabo. La sua prigionia è l’ennesima dimostrazione del carattere coloniale, razzista e repressivo del sistema in cui viviamo. Colpire Anan significa colpire chiunque lotti contro le guerre, il genocidio del popolo palestinese, lo sfruttamento e l’emarginazione che viviamo ogni giorno nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle periferie. Il 21 maggio a L’Aquila si terrà una nuova udienza del processo nei suoi confronti e dei compagni, Ali Irar e Mansour Doghmosh. Come sfruttati di ogni parte del mondo, dobbiamo organizzarci e unirci per liberare Anan e sostenere la resistenza palestinese, perché è anche così che si combatte l’oppressione nelle strade, nei CPR, nei dormitori e nelle fabbriche. Per questo il 16 maggio alle 19 saremo in Piazzale Gabrio Rosa: portiamo insieme la nostra lotta con determinazione nelle strade di Corvetto, quartiere segnato ogni giorno da emarginazione e repressione.

ANAN LIBERO

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su 16 maggio: Corteo Dalle periferie alla Palestina – Libertà per Anan Yaeesh

9 maggio: ricordiamo la vittoria sul nazi-fascismo

VENERDI 9 MAGGIO 2025 ORE 21:00

“IL RUOLO DELL’UNIONE SOVIETICA NELLA LOTTA AL NAZI-FASCISMO”

9 MAGGIO 1945 – 9 MAGGIO 2025  IERI COME OGGI CONTRO IL NAZI-FASCIMO

Interverrà Mario Pietri, responsabile del canale Telegram “Mondo Multipolare” e collaboratore di Radio Onda d’Urto

Alla Panetteria Occupata – Via Conte Rosso 20 Milano

Pubblicato in Generale, Internazionalismo | Commenti disabilitati su 9 maggio: ricordiamo la vittoria sul nazi-fascismo

7 maggio: solidali con Anan, Ali e Mansour

7 MAGGIO | 19.30 Ci troviamo ad Archive – via Arquà 15 – Milano

#FREEANAN: PRESENTAZIONE PUBBLICA

CON AVVOCATI E COMITATO FREE ANAN

Il 7 maggio organizziamo, in via Arquà 15 a Milano, un momento di incontro con il Comitato Free Anan (@free_anan) per parlare della vicenda e della campagna di Anan Yaeesh, prigioniero politico palestinese detenuto nel carcere di Terni in quanto “accusato”, insieme ai compagni Ali Irar e Mansour Doghmosh, di sostenere la resistenza palestinese.

L’evento sarà un’occasione per rilanciare il presidio chiamato al tribunale de L’Aquila in concomitanza dell’udienza del 21 maggio, che sarà una data cruciale nel processo, in quanto potrebbe determinare le sorti dei tre “imputati” palestinesi.

Quello di Anan è un processo politico e un’evidenza diretta di come il diritto sia piegato ai legami diplomatici che l’Italia intrattiene con l’entità sionista, negando la libera autodeterminazione dei palestinesi e criminalizzandone la giusta lotta per la liberazione.

Il 7 sarà anche un’occasione per discutere insieme della repressione che stiamo subendo in Italia, che non agisce per eventi isolati, ma come piano strategico volto a reprimere le lotte che portiamo avanti, rafforzato con l’entrata in vigore del DL “Sicurezza”.

Ci troviamo ad Archive – via Arquà 15

Ore 19.30

ANAN LIBERO! ALI LIBERO! MANSOUR LIBERO!

TUTTX LIBERX!

Pubblicato in Generale, Repressione | Commenti disabilitati su 7 maggio: solidali con Anan, Ali e Mansour

1 maggio 2025 corteo a Milano

1 MAGGIO 2025 A MILANO

“IL MOTORE DELLA STORIA E’ LA LOTTA DI CLASSE”

ORE 14:30 VIA PADOVA ANGOLO VIA GIACOSA

Corteo contro guerre imperialiste, riarmo, sfruttamento, caro vita e repressione

Come in Palestina….Resistere per vincere!

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su 1 maggio 2025 corteo a Milano

26 aprile: Via Brenta 41 …. una nuova casa

Sabato 26 aprile Assemblea pubblica alle ore 17 alla nuova occupazione in Viale Brenta 41

Di fronte a noi c’è un mondo sempre più in guerra e in crisi. 

Per questo motivo è evidente la volontà di stanziare sempre più fondi al riarmo, sottraendoli alle politiche sociali (sanità, casa, istruzione). L’Italia, in quanto paese capitalista, deve necessariamente egemonizzare e sfruttare dentro e fuori i propri confini al fine di mantenere il proprio potere e la sua posizione globale; deve assicurarsi di poter continuare a sottomettere altre aree del mondo e garantire flussi in ingresso di risorse naturali, di capitale e di forza lavoro a basso costo. 

 Gli effetti di queste politiche capitaliste e imperialiste si esprimono oggi internamente tramite la  tendenza ad un’economia di guerra, ad uno stato di polizia e una graduale modifica della società in tal senso. I flussi migratori continuano a mantenere una centralità negli interessi capitalisti in quanto fondamentali all’inasprimento sempre maggiore dello sfruttamento sulle classi lavoratrici. La miseria in cui versano costringe lavoratori e lavoratrici a dover accettare qualsiasi condizione lavorativa; inoltre, chi ha già un posto di lavoro deve vivere nel rischio di essere sostituito: la precarietà in cui è violentemente costretta una componente della popolazione trascina con sé quella di tutte le classi oppresse. Il capitalismo ha bisogno quindi di un controllo serrato sulla popolazione, finalizzato al suo disciplinamento, in maniera particolare su quella migrante. Ciò avviene tramite strumenti di differenziazione e individualizzazione del trattamento attraverso una logica premiale:  vediamo, ad esempio, l’attuazione di questa politica nelle strutture dell’accoglienza/espulsione (dormitori, Cas, Cpr). Queste strutture inoltre non sono altro che un costo per lo stato, per cui vige la tendenza a cederle a privati, soprattutto a grosse multinazionali (come per esempio Medi hospes, cooperativa alla quale è stato affidato il bando di gestione di casa Jannacci, inserito in un quadro di crescente monopolio sull’amministrazione della migrazione che l’ Italia porta avanti a fianco delle direttive emanate dall’Unione Europea e non solo: ad essa erano stati affidati infatti gli hotspot in Albania). In questo modo il servizio cambia da essere un costo a essere motivo di profitto: ogni persona “accolta” in più significa più guadagno. A questo stesso processo di privatizzazione si affianca l’innalzamento dei prezzi degli affitti e delle case e un mirato smantellamento dell’edilizia sociale, in una città che espelle e ghettizza le fasce popolari, che rimarranno comunque legate alla città dai vincoli lavorativi. Di fronte alla crisi e a potenziali forme di dissenso popolare la risposta statale  non può che manifestarsi in  misure repressive sempre più autoritarie , quali il Decreto Legge che in via emergenziale è appena approvato, o le zone rosse, di recente estese. Il Decreto appena citato (ex1660) è l’ultima di una serie di misure che da anni i governi utilizzano per impedire l’azione di chi si pone in opposizione a questo sistema. In tal modo vengono criminalizzate esplicitamente le pratiche e gli strumenti di lotta e si inaspriscono le pene: ciò è funzionale alla creazione di uno stato di terrore e ridefinizione della categoria  del nemico interno. 

Se le intenzioni dello stato appaiono chiare anche nel tentativo di estendere la sensazione di impotenza difronte alla violenza strutturale sempre più evidente, da parte nostra rispondiamo volgendo lo sguardo alla resistenza palestinese che ci fa da esempio. La resistenza segna la strada, a fronte di uno dei massacri più abominevoli di questa opera storica, ed è oggi la bandiera di tutte le lotte decoloniali.  

E’ in questo quadro che oggi la lotta di ci siamo si inserisce. Da quasi dieci anni questa esperienza dà voce e difende gli interessi della classe lavoratrice immigrata  e lavora affinché vengano spezzati i meccanismi di discriminazione che vogliono tenerla separata dall’intera classe proletaria. Questi interessi riguardano il bisogno di avere una casa , di non essere confinati nei ghetti periferici, di non sottostare a condizioni lavorative con contratti, turni e carichi di lavoro che rasentano il lavoro schiavile. E alimentato da un sistema razzista e ricattatorio dei documenti che rappresenta una minaccia per tutta la classe proletaria. Oggi questa componente vuole rappresentare un ponte con i propri paesi di provenienza, impoveriti e spogliati dalle politiche neocoloniali.  

Quindi, perché occupiamo? 

– Rifiutiamo il processo di espulsione dalla città delle classi oppresse. L’occupazione serve quindi a esplicitare la necessità di avere un alloggio sicuro e dignitoso per tutte e tutti. 

– Rifiutiamo il sistema d’accoglienza che lascia in condizioni precarie e disumanizzanti le persone: emancipazione significa liberarsi dai ruoli imposti dal capitale; sia che questi siano di genere o di classe, dagli innumerevoli ricatti imposti da un sistema che ci divide in base al tipo di documento o contratto lavorativo. 

– L’occupazione è il luogo di incontro e organizzazione tra le persone per l’avanzamento delle lotte. 

– Per contribuire all’organizzazione di un fronte contro guerra, imperialismo e razzismo di stato, in appoggio alla resistenza palestinese. 

– Di fronte ai decreti repressivi crediamo lottare sia possibile e doveroso, difendendo  quelle pratiche di lotta, che da sempre appartengono alla storia dei movimenti e che hanno dimostrato la loro incisività. 

Oggi i lavoratori e lavoratrici immigrate, gli studenti e le studentesse, i solidali a questa lotta vogliono lanciare un messaggio a tutta la classe sfruttata , a tutt/e quelli/e che faticano e soffrono davanti al sempre maggiore impoverimento e a cui viene impedita la possibilità di parola.  

Di fronte a noi c’è un mondo che va conquistato! 

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su 26 aprile: Via Brenta 41 …. una nuova casa

25 aprile: La Resistenza continua ….

Nell’anniversario delle liberazione dal nazi-fascismo continuiamo la mobilitazione al fianco della Resistenza Palestinese e dei popoli che ancora lottano contro il colonialismo e le guerre imperialiste. Sosteniamo il fronte di Resistenza bloccando la guerra qui nei paesi dove si produce e organizziamoci insieme contro la crisi ed un sistema sempre più autoritario e repressivo. Facciamo nostro l’appello delle organizzazioni palestinesi scendendo in strada il 25 aprile. La Resistenza continua.

IL 25 APRILE SCENDIAMO IN PIAZZA PER LA PALESTINA ORE 12:00 | CONCENTRAMENTO A PALESTRO (M1) Il 25 aprile è una giornata che deve appartenere al popolo, alla memoria della Resistenza, a chi ancora oggi si batte contro l’oppressione, l’occupazione e l’imperialismo. Per questo scenderemo in piazza a Milano, a fianco dei partigiani e nel solco della lotta che loro hanno tracciato. Ma oggi più che mai, riteniamo inaccettabile che nel corteo antifascista trovino spazio anche figure e gruppi che rappresentano il sionismo, il colonialismo e la guerra. Non può esserci spazio, in una giornata come questa, per chi sostiene l’oppressione del popolo palestinese, per chi legittima bombardamenti, genocidio e occupazione. Non può esserci spazio per i guerrafondai, per chi usa la parola “Resistenza” solo quando fa comodo e la calpesta ogni giorno nella realtà. È inaccettabile che mentre in piazza si parla di libertà e giustizia, un partigiano palestinese come Anan Yaeesh sia detenuto da oltre un anno nel carcere di Terni, sotto processo da parte dello Stato italiano per aver partecipato alla Resistenza di Tulkarem, in Cisgiordania, territorio occupato militarmente dall’entità sionista dal 1967. Questo è il paradosso di un antifascismo a senso unico, che dimentica chi oggi vive sulla propria pelle la stessa lotta di liberazione che l’Italia ha vissuto 80 anni fa. Per noi, oggi, la resistenza palestinese è l’erede e l’incarnazione più autentica dello spirito partigiano. Il nostro è un popolo che si batte da decenni per la propria libertà, contro l’occupazione militare, contro il colonialismo sionista, contro la pulizia etnica. Come i partigiani italiani combatterono contro il nazifascismo, oggi i palestinesi combattono contro un’oppressione che ha nomi, alleati e armi ben riconoscibili. È tempo di restituire al 25 aprile il suo significato politico, radicale, popolare. Per questo rivendichiamo con forza di aprire il corteo, insieme ai partigiani e a chi porta avanti oggi la loro memoria. La nostra presenza alla testa del corteo non è una richiesta simbolica, ma una presa di posizione politica precisa: vogliamo e dobbiamo stare davanti, come espressione viva e attuale della Resistenza, perché quella lotta non è finita e oggi continua anche in Palestina. Qualsiasi altra collocazione sarebbe un tentativo di silenziare il senso vero di questa giornata. INVITIAMO TUTTE E TUTTI AL CONCENTRAMENTO ALLE ORE 12:00 A PALESTRO (M1)Chiediamo a tutti gli antifascisti, gli antisionisti e ai solidali con la lotta del nostro popolo di portare con sè bandiere palestinesi, kufiye, cartelli, striscioni e simboli della Resistenza palestinese. Facciamo sentire forte la voce dell’antifascismo vero, che non si piega ai diktat della politica istituzionale e non accetta di vedere la memoria della Resistenza svuotata e cooptata per fini di parte. IL 25 APRILE NON È UNA RICORRENZA ORA E OVUNQUE RESISTENZA! DALL’ITALIA ALLA PALESTINA LA GUERRA SI FERMA CON LA RESISTENZA

Giovani Palestinesi d’Italia Unione Democratica Arabo Palestinese Comunità Palestinese della Lombardia

Pubblicato in Antifascismo, Generale, Internazionalismo | Commenti disabilitati su 25 aprile: La Resistenza continua ….

Un breve saluto di Dimitris Koufontinas

Un breve saluto di Dimitris Koufontinas dal carcere speciale di Domokos, per la presentazione del suo libro “L’ Organizzazione Rivoluzionaria 17 Novembre. 13 Risposte dal Carcere” a Milano [Panetteria Occupata, 17/04/2025] 

Sono molto felice che oggi mi trovo con la mente insieme a voi a Milano, per la presentazione del libro “13 risposte”, tradotto dal compagno Leonidas.

Quest’anno coincide con il cοmpimento di 50 anni dalla prima azione armata dell’ Organizzazione Rivoluzionaria 17 Novembre, il Dicembre del 1975 contro il capo della CIA in Grecia. Questο è un ulteriore motivo per una discussione piu’ ampia, con la distanza del tempo, per il movimento di contro-violenza armata nei nostri paesi e in tutto il mondo.

In questo piccolo libro non si fa un semplice racconto dei fatti della versione greca di questo movimento. Se vogliamo avvicinarsi alla verità non possiamo isolarla dalle sue radici storiche, non possiamo escluderla dalla totalità del processo storico, dal percorso dell’ evoluzione sociale, dalla congiuntura internazionale e dalla geostrategia del movimento di tutto il mondo.

17N considerava sempre sè stessa come parte della corrente di resistenza che trascorre la storia della nostra terra, e come parte della corrente piu’ ampia della resistenza dei popoli. Le risposte che ha dato come anche il suo percorso evolutivo, si assomigliano con le risposte che sono state date in altre terre e con il percorso evolutivo di altri movimenti in altri paesi.   

Secondo me, oltre all’ ammonimento del fatto che il debole può far tremare il potente, il contributo piu’ importante della 17N era la sua adesione alla guerra ideologica, nel tentativo d’interpretazione della realtà dai socialmente attivi, dinanzi alla menzogna dominante e della sua riproduzione organizzata. Nel tentativo di non far riscrivere la Storia.

L’edizione di questo libro, come anche il dibattito di oggi, fanno parte dell’ ambito di questa lotta ideologica continua, come un tentativo di tornare utile per quelli che cercano le loro strade per la liberazione sociale.

Pubblicato in Generale, Internazionalismo, Repressione | Commenti disabilitati su Un breve saluto di Dimitris Koufontinas

17 aprile: presentazione del libro “L’ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA 17 NOVEMBRE – 13 risposte dal carcere” di DIMITRIS KOUFONTINAS

GIOVEDI 17 APRILE 2025 ORE 18:30 presentazione del libro “L’ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA 17 NOVEMBRE – 13 risposte dal carcere” di DIMITRIS KOUFONTINAS

con Manolo Morlacchi di Pgreco Edizioni e in collegamento da Atene Leon Vlassis curatore della traduzione

Dimitris Koufontinas in questa intervista dal carcere ci parla della sua esperienza nella 17 Novembre, una delle organizzazioni rivoluzionarie più importanti in Europa negli anni ’70 attiva fino agli arresti del 2002. Ci parla del senso della militanza rivoluzionaria, delle varie forme di lotta, delle lezioni acquisite dalle esperienze rivoluzionarie, della continuità dei processi rivoluzionari. Alcuni spunti attuali su cui dobbiamo riflettere tutti noi che lottiamo contro lo sfruttamento e le guerre e sogniamo di vivere in una società fondata sull’uguaglianza sociale, sulla solidarietà e sulla libertà.

Pubblicato in Generale, Internazionalismo, Presentazioni Libri, Repressione | Commenti disabilitati su 17 aprile: presentazione del libro “L’ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA 17 NOVEMBRE – 13 risposte dal carcere” di DIMITRIS KOUFONTINAS

12 aprile: manifestazione nazionale a Milano

Venerdi 11 aprile SCIOPERO GENERALE e

Sabato 12 aprile, Milano, ore 14.30 in Piazza Duca d’Aosta

MANIFESTAZIONE NAZIONALE

🇵🇸

Fermiamo la macchina bellica! Palestina libera!

NO al genocidio e alla deportazione del popolo palestinese

PER un cessate il fuoco immediato e duraturo

PER la ricostruzione di Gaza e l’invio di aiuti umanitari

CONTRO il governo italiano e il suo sostegno a israele

FERMIAMO la corsa al riarmo e la repressione

A FIANCO del popolo palestinese e della sua resistenza!

Pubblicato in Generale, Internazionalismo | Commenti disabilitati su 12 aprile: manifestazione nazionale a Milano

5 aprile: assemblea pubblica la nascita della lotta queer in Italia

S.O. FUTURA organizza:

RIVOLUZIONE QUEER ★

Dall’evoluzione della concezione di “genere” al consolidamento del binarismo sessuale, fino ad arrivare alle prime forme di attivismo e organizzazione queer.

Vi invitiamo questo sabato 5 aprile, in occasione dell’anniversario della manifestazione considerata la “Stonewall italiana” (5 aprile 1972), durante la quale decine di militanti del FUORI! -e altri collettivi- hanno sfidato e contestato le posizioni patologizzanti nei confronti della queerness espresse in un convegno di medici e psichiatri a Sanremo.

✦ Storia, analisi e prospettive future: la lotta queer tra repressione, patologizzazione, sfruttamento e le prospettive assimilazioniste della sinistra borghese.

➝ Sabato 5 aprile h. 17:00

➝ Panetteria Occupata (Milano, Via Conte Rosso 20, zona Lambrate)

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su 5 aprile: assemblea pubblica la nascita della lotta queer in Italia