25 aprile: La Resistenza continua ….

Nell’anniversario delle liberazione dal nazi-fascismo continuiamo la mobilitazione al fianco della Resistenza Palestinese e dei popoli che ancora lottano contro il colonialismo e le guerre imperialiste. Sosteniamo il fronte di Resistenza bloccando la guerra qui nei paesi dove si produce e organizziamoci insieme contro la crisi ed un sistema sempre più autoritario e repressivo. Facciamo nostro l’appello delle organizzazioni palestinesi scendendo in strada il 25 aprile. La Resistenza continua.

IL 25 APRILE SCENDIAMO IN PIAZZA PER LA PALESTINA ORE 12:00 | CONCENTRAMENTO A PALESTRO (M1) Il 25 aprile è una giornata che deve appartenere al popolo, alla memoria della Resistenza, a chi ancora oggi si batte contro l’oppressione, l’occupazione e l’imperialismo. Per questo scenderemo in piazza a Milano, a fianco dei partigiani e nel solco della lotta che loro hanno tracciato. Ma oggi più che mai, riteniamo inaccettabile che nel corteo antifascista trovino spazio anche figure e gruppi che rappresentano il sionismo, il colonialismo e la guerra. Non può esserci spazio, in una giornata come questa, per chi sostiene l’oppressione del popolo palestinese, per chi legittima bombardamenti, genocidio e occupazione. Non può esserci spazio per i guerrafondai, per chi usa la parola “Resistenza” solo quando fa comodo e la calpesta ogni giorno nella realtà. È inaccettabile che mentre in piazza si parla di libertà e giustizia, un partigiano palestinese come Anan Yaeesh sia detenuto da oltre un anno nel carcere di Terni, sotto processo da parte dello Stato italiano per aver partecipato alla Resistenza di Tulkarem, in Cisgiordania, territorio occupato militarmente dall’entità sionista dal 1967. Questo è il paradosso di un antifascismo a senso unico, che dimentica chi oggi vive sulla propria pelle la stessa lotta di liberazione che l’Italia ha vissuto 80 anni fa. Per noi, oggi, la resistenza palestinese è l’erede e l’incarnazione più autentica dello spirito partigiano. Il nostro è un popolo che si batte da decenni per la propria libertà, contro l’occupazione militare, contro il colonialismo sionista, contro la pulizia etnica. Come i partigiani italiani combatterono contro il nazifascismo, oggi i palestinesi combattono contro un’oppressione che ha nomi, alleati e armi ben riconoscibili. È tempo di restituire al 25 aprile il suo significato politico, radicale, popolare. Per questo rivendichiamo con forza di aprire il corteo, insieme ai partigiani e a chi porta avanti oggi la loro memoria. La nostra presenza alla testa del corteo non è una richiesta simbolica, ma una presa di posizione politica precisa: vogliamo e dobbiamo stare davanti, come espressione viva e attuale della Resistenza, perché quella lotta non è finita e oggi continua anche in Palestina. Qualsiasi altra collocazione sarebbe un tentativo di silenziare il senso vero di questa giornata. INVITIAMO TUTTE E TUTTI AL CONCENTRAMENTO ALLE ORE 12:00 A PALESTRO (M1)Chiediamo a tutti gli antifascisti, gli antisionisti e ai solidali con la lotta del nostro popolo di portare con sè bandiere palestinesi, kufiye, cartelli, striscioni e simboli della Resistenza palestinese. Facciamo sentire forte la voce dell’antifascismo vero, che non si piega ai diktat della politica istituzionale e non accetta di vedere la memoria della Resistenza svuotata e cooptata per fini di parte. IL 25 APRILE NON È UNA RICORRENZA ORA E OVUNQUE RESISTENZA! DALL’ITALIA ALLA PALESTINA LA GUERRA SI FERMA CON LA RESISTENZA

Giovani Palestinesi d’Italia Unione Democratica Arabo Palestinese Comunità Palestinese della Lombardia

Pubblicato in Antifascismo, Generale, Internazionalismo | Commenti disabilitati su 25 aprile: La Resistenza continua ….

Un breve saluto di Dimitris Koufontinas

Un breve saluto di Dimitris Koufontinas dal carcere speciale di Domokos, per la presentazione del suo libro “L’ Organizzazione Rivoluzionaria 17 Novembre. 13 Risposte dal Carcere” a Milano [Panetteria Occupata, 17/04/2025] 

Sono molto felice che oggi mi trovo con la mente insieme a voi a Milano, per la presentazione del libro “13 risposte”, tradotto dal compagno Leonidas.

Quest’anno coincide con il cοmpimento di 50 anni dalla prima azione armata dell’ Organizzazione Rivoluzionaria 17 Novembre, il Dicembre del 1975 contro il capo della CIA in Grecia. Questο è un ulteriore motivo per una discussione piu’ ampia, con la distanza del tempo, per il movimento di contro-violenza armata nei nostri paesi e in tutto il mondo.

In questo piccolo libro non si fa un semplice racconto dei fatti della versione greca di questo movimento. Se vogliamo avvicinarsi alla verità non possiamo isolarla dalle sue radici storiche, non possiamo escluderla dalla totalità del processo storico, dal percorso dell’ evoluzione sociale, dalla congiuntura internazionale e dalla geostrategia del movimento di tutto il mondo.

17N considerava sempre sè stessa come parte della corrente di resistenza che trascorre la storia della nostra terra, e come parte della corrente piu’ ampia della resistenza dei popoli. Le risposte che ha dato come anche il suo percorso evolutivo, si assomigliano con le risposte che sono state date in altre terre e con il percorso evolutivo di altri movimenti in altri paesi.   

Secondo me, oltre all’ ammonimento del fatto che il debole può far tremare il potente, il contributo piu’ importante della 17N era la sua adesione alla guerra ideologica, nel tentativo d’interpretazione della realtà dai socialmente attivi, dinanzi alla menzogna dominante e della sua riproduzione organizzata. Nel tentativo di non far riscrivere la Storia.

L’edizione di questo libro, come anche il dibattito di oggi, fanno parte dell’ ambito di questa lotta ideologica continua, come un tentativo di tornare utile per quelli che cercano le loro strade per la liberazione sociale.

Pubblicato in Generale, Internazionalismo, Repressione | Commenti disabilitati su Un breve saluto di Dimitris Koufontinas

17 aprile: presentazione del libro “L’ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA 17 NOVEMBRE – 13 risposte dal carcere” di DIMITRIS KOUFONTINAS

GIOVEDI 17 APRILE 2025 ORE 18:30 presentazione del libro “L’ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA 17 NOVEMBRE – 13 risposte dal carcere” di DIMITRIS KOUFONTINAS

con Manolo Morlacchi di Pgreco Edizioni e in collegamento da Atene Leon Vlassis curatore della traduzione

Dimitris Koufontinas in questa intervista dal carcere ci parla della sua esperienza nella 17 Novembre, una delle organizzazioni rivoluzionarie più importanti in Europa negli anni ’70 attiva fino agli arresti del 2002. Ci parla del senso della militanza rivoluzionaria, delle varie forme di lotta, delle lezioni acquisite dalle esperienze rivoluzionarie, della continuità dei processi rivoluzionari. Alcuni spunti attuali su cui dobbiamo riflettere tutti noi che lottiamo contro lo sfruttamento e le guerre e sogniamo di vivere in una società fondata sull’uguaglianza sociale, sulla solidarietà e sulla libertà.

Pubblicato in Generale, Internazionalismo, Presentazioni Libri, Repressione | Commenti disabilitati su 17 aprile: presentazione del libro “L’ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA 17 NOVEMBRE – 13 risposte dal carcere” di DIMITRIS KOUFONTINAS

12 aprile: manifestazione nazionale a Milano

Venerdi 11 aprile SCIOPERO GENERALE e

Sabato 12 aprile, Milano, ore 14.30 in Piazza Duca d’Aosta

MANIFESTAZIONE NAZIONALE

🇵🇸

Fermiamo la macchina bellica! Palestina libera!

NO al genocidio e alla deportazione del popolo palestinese

PER un cessate il fuoco immediato e duraturo

PER la ricostruzione di Gaza e l’invio di aiuti umanitari

CONTRO il governo italiano e il suo sostegno a israele

FERMIAMO la corsa al riarmo e la repressione

A FIANCO del popolo palestinese e della sua resistenza!

Pubblicato in Generale, Internazionalismo | Commenti disabilitati su 12 aprile: manifestazione nazionale a Milano

5 aprile: assemblea pubblica la nascita della lotta queer in Italia

S.O. FUTURA organizza:

RIVOLUZIONE QUEER ★

Dall’evoluzione della concezione di “genere” al consolidamento del binarismo sessuale, fino ad arrivare alle prime forme di attivismo e organizzazione queer.

Vi invitiamo questo sabato 5 aprile, in occasione dell’anniversario della manifestazione considerata la “Stonewall italiana” (5 aprile 1972), durante la quale decine di militanti del FUORI! -e altri collettivi- hanno sfidato e contestato le posizioni patologizzanti nei confronti della queerness espresse in un convegno di medici e psichiatri a Sanremo.

✦ Storia, analisi e prospettive future: la lotta queer tra repressione, patologizzazione, sfruttamento e le prospettive assimilazioniste della sinistra borghese.

➝ Sabato 5 aprile h. 17:00

➝ Panetteria Occupata (Milano, Via Conte Rosso 20, zona Lambrate)

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su 5 aprile: assemblea pubblica la nascita della lotta queer in Italia

29 marzo: incontro pubblico “Il Sistema Sanitario Pubblico che Vogliamo”

29 Marzo, ore 14:30
📍 Biblioteca Affori – Viale Affori 21, 20161 Milano
📣 Incontro pubblico: “RITORNO AL FUTURO”
Il Sistema Sanitario Pubblico che Vogliamo

LA SANITÀ PUBBLICA È UN DIRITTO.
DIFENDIAMOLA INSIEME!

Non possiamo restare in silenzio mentre il Servizio Sanitario Nazionale viene smantellato sotto i nostri occhi. Non possiamo accettare che curarsi diventi un lusso per pochi, mentre le risorse pubbliche vengono dirottate altrove.
🏥 La salute è un diritto, non un privilegio. Eppure, oggi sempre più persone si trovano costrette a rinunciare a visite ed esami perché i tempi di attesa nel pubblico si allungano,
mentre nel privato—PAGANDO—tutto diventa immediato.
Questo non è un caso: è una scelta politica.
🏥 La medicina territoriale sta scomparendo. I medici di base, un tempo pilastro della sanità pubblica, oggi sono sommersi dalla burocrazia e costretti a seguire fino a 2000 pazienti. Risultato? Un sistema che non riesce più a garantire cure tempestive e di qualità.
🏢 Il pubblico si indebolisce, il privato si rafforza. In Lombardia da anni assistiamo a un processo chiaro: sempre più fondi vanno alle strutture private, mentre gli ospedali pubblici vengono ridotti a freddi ingranaggi di un sistema aziendalistico
basato sul profitto più che sulla salute delle persone.
💰 Meno fondi per cure e ospedali, più miliardi per carri armati e caccia militari: le priorità sono chiare, ma non sono le nostre!
💡 Ma c’è un’alternativa. La sanità pubblica può essere ricreata e rilanciata, tornando ai suoi principi fondanti: universalità, solidarietà, accesso equo alle cure per tutti.
Per questo il Gruppo di Studio per la Salute del Futuro ha elaborato un nuovo progetto del SSN, pensato da chi lavora ogni giorno nella sanità e vuole ricostruire un sistema che risponda ai bisogni reali della popolazione. A questa iniziativa partecipa e collabora la Rete Tanta Salute a Tutti.

Pubblicato in Casa e territorio, Generale | Commenti disabilitati su 29 marzo: incontro pubblico “Il Sistema Sanitario Pubblico che Vogliamo”

22 marzo: party

SABATO 22 MARZO DALLE ORE 22

QUEERINALE

RELEASE PARTY + LIVE SHOW

 

 

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su 22 marzo: party

22 marzo: contrastiamo il DDL 1660 e le zone rosse

Sabato 22 marzo dalle ore 11 troviamoci in Via Padova angolo Via Giacosa

per costruire insieme un percorso di lotta per contrastare l’applicazione del DDL 1660 e delle Zone Rosse

zone_rosse_ddl1660_sabato22marzo2025

NON C’È PIÙ TEMPO: MOBILITIAMOCI!
I mutamenti nei processi produttivi hanno determinato effetti considerevoli nel mondo del lavoro in termini di accrescimento di povertà e sfruttamento, esasperazione del controllo sociale e utilizzo del razzismo tra la classe dei lavoratori.
Flessibilità e precarietà lavorativa, privatizzazioni, chiusure aziendali, bassi salari e lavoro povero, progressiva riduzione dello stato sociale stanno determinando un peggioramento delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione. Stiamo vivendo una profonda crisi economica che sta determinando un aumento dell’utilizzo della guerra come risoluzione dei problemi per gli Stati ed il padronato.
Crisi e discesa in guerra dell’Italia, dell’UE, rendono, anche per il Governo italiano, necessario applicare sempre nuove forme di militarizzazione e controllo sociale per avere un retroterra pacificato e disponibile ai sacrifici al fine di preservare e garantire gli interessi del padronato (e del Governo). Occorre difendere la politica coloniale nell’Est d’Europa, in Africa, nel Medio Oriente, per avere accesso alle materie prime tanto
utili alle economie occidentali per conservare l’egemonia tanto utile alle economie occidentali per conservare la propria egemonia nel mondo; così si arriva a legittimare e sostenere il genocidio del popolo Palestinese da parte dei sionisti israeliani o a continuare a rifornire armi a paesi come l’Ucraina.
In questo scenario il 18 settembre 2024 viene approvato alla Camera dei Deputati il DDL 1660, ennesimo “decreto sicurezza” come tentativo di creare una società caserma, uno stato di polizia necessario allo stato di guerra. Un sistema sempre più adatto allo spirito della guerra.
Questo disegno di legge, è stato promosso dai Ministri Piantedosi (interno=repressione) Nordio (in/giustizia) Crosetto (difesa = guerra e vendita armi), in pratica da tutte le forze politiche del Governo Meloni che si caratterizza per essere una compagine governativa con una matrice autoritaria/poliziesca e sicuramente con un carattere razzista e classista. Con questo Disegno di legge lo Stato sociale muore e si trasforma in Stato penale e lo strumento repressivo (per le classi popolari) diventa tecnica di governo. Il DDL 1660 allarga la sfera di applicazione del diritto penale, istituisce nuove fattispecie di reato e diverse aggravanti comuni o speciali (aumento delle pene e delle sanzioni) e per le persone rinchiuse nelle carceri pone limiti alla concessione di misure alternative alla detenzione. Persegue la volontà di sterilizzare gli ambiti di conflittualità sociale che in questi anni sono stati tra i più attivi. Tutti i soggetti che esprimono critica e conflittualità sono considerati “nemici” e nel DDL vengono perseguiti.
Si colpisce il movimento sindacale che, soprattutto, in alcuni settori conduce numerose lotte e scioperi come quello nella logistica e nei trasporti; il movimento ambientalista e le loro pratiche di lotta; gli occupanti di case o gli inquilini morosi; le persone detenute in carcere e ristrette nei Cpr; i movimenti di protesta contro le grandi opere come la TAV; i giovani dei quartieri ed i poveri e quei fenomeni considerati di “marginalità sociale” (con l’ampliamento del Daspo Urbano). Così come, mira a colpire e reprimere quei movimenti di solidarietà che negli anni si sono mobilitati a sostegno dei detenuti nelle carceri e nei Cpr, della lotta per il bisogno della casa ed a difesa degli sfratti verso una parte sempre più ampia della popolazione che è impossibilitata a pagare un canone di locazione a costi di mercato o è costretta ad una condizione di morosità per disoccupazione e/o salari bassi.
Il DDL, in sintesi, si propone di colpire, punire, criminalizzare quella maggioranza della popolazione che potenzialmente potrebbe mettere in discussione questo sistema sociale fondato sullo sfruttamento e le disuguaglianze. È un’operazione repressiva, di prevenzione e monito verso le lotte attuali e future. Si vuole imporre un disciplinamento sociale nei luoghi di lavoro, nelle strade, nelle scuole e nell’intera società. Allo stesso tempo tenta di creare un “diritto penale dell’amico” introducendo delle norme che allargano
l’impunità e discrezionalità alle Forze di Polizia e alle Forze Armate, per creare quel modello di democrazia autoritaria, oggi così necessario nella guerra globale di conquista di spazi di mercato e di egemonia del comando. Si concedono quindi privilegi a coloro che sono chiamati a far rispettare, accettare e reprimere le inique regole del mercato e della guerra.
Mentre il DDL 1660 (ora rinominato AS 1236) è attualmente in discussione al Senato per la sua definitiva approvazione dal 27 dicembre 2024, seguendo le direttive del Ministro degli Interni, i Prefetti hanno istituito in diverse città, tra cui Milano, le cosiddette “zone rosse”. Hanno individuato alcune aree, considerate più sensibili e assegnato alle Forze di Polizia una maggiore funzione di controllo e il mandato per espellere, in pieno arbitrio e discrezionalità (per colore della pelle, postura, abbigliamento?), tutti quei soggetti che
possano essere ritenuti potenzialmente disturbatori per le attività produttive o di svago. Un controllo capillare caratterizzato da una ferocia classista e razzista.
Anche attraverso le “zone rosse” al proletariato metropolitano si vuole imporre un nuovo modello di rapporto con la città, fondato sul disciplinamento sociale necessario a tutelare il Capitale e lo Stato facendo sì che le classi subalterne siano costrette ad accettare condizioni di vita insostenibili.
Il 3 marzo scorso, durante l’incontro del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica tenutosi in Prefettura a Milano, il ministro dell’Interno Piantedosi ha annunciato che a brevissimo inizierà a partire dalla zona di Via Padova un presidio fisso delle forze di polizia intorno al quale, usando le parole del ministro, ruoterà un sistema di alcune volanti che faranno il controllo del territorio. Oltre a questo viene confermato l’arrivo di risorse economiche per ulteriori sistemi di videosorveglianza. Con questa ulteriore
operazione di carattere solamente repressivo si vuole far passare le aree metropolitane proletarie come luoghi di in/sicurezza, mentre noi sappiamo che forti sono i rapporti di solidarietà e di comunità che vivono in queste zone e numerosi i momenti di lotta a partire da quelli per il bisogno della casa, per la fratellanza dei popoli, per la solidarietà con la Palestina.
In questi mesi si sono tenute in tutta Italia numerose iniziative, assemblee – manifestazioni – scioperi per bloccare il DDL 1660 e di critica alle “zone rosse”. Pensiamo sia necessario sostenere e rafforzare questa mobilitazione per impedire che il disegno di legge venga attuato. Un disegno legge che va respinto nella sua totalità, che non è riformabile.
Pensiamo che solo con l’unità e la solidarietà tra tutti gli sfruttati si possa avere la forza per lottare contro questa deriva autoritaria e contro i processi di guerra in atto. Che anche nei quartieri dove viviamo si possono organizzare momenti di lotta e di resistenza per contrastare, anche dopo la sua approvazione, il DDL 1660 e rendere inapplicabili le “zone rosse”, per fermare le guerre e contrapporre alle politiche governative gli interessi ed i bisogni, di noi lavoratori, di noi proletari.
Vi invitiamo a partecipare, per discutere insieme ed organizzarci, all’Assemblea Pubblica Sabato 22 marzo dalle ore 11 in viale Padova ang. via Giacosa.
Milano, marzo 2025               Panetteria Occupata

Pubblicato in Casa e territorio, Generale, Repressione, Tempo di guerra | Commenti disabilitati su 22 marzo: contrastiamo il DDL 1660 e le zone rosse

8 marzo: blocchiamo la macchina bellica – iniziativa alla Leonardo di Nerviano

Nella mattina di sabato 8 marzo, tra le iniziative per la giornata di lotta internazionale delle donne, siamo stati fuori dai cancelli della Leonardo a Nerviano (MI) per dare continuità alla mobilitazione contro le fabbriche di armi e contro la logistica di guerra come forma di sostegno alla resistenza del popolo Palestinese e come forma concreta per la crescita di un movimento che si oppone alla guerra e pone le basi per una critica radicale a questo sistema sociale

riprendiamo dai Giovani Palestinesi:

BLOCCHIAMO LA MACCHINA BELLICA
Questo 8 marzo abbiamo presidiato i cancelli dello stabilimento di Leonardo SpA a Nerviano, in provincia di Milano. La più grande azienda bellica italiana e seconda in Europa, Leonardo SpA, rifornisce l’entità sionista contribuendo concretamente al genocidio del popolo palestinese, dei massacri e la devastazione perpetrati in Libano, Siria e Yemen.

Questa mobilitazione, promossa dalle realtà palestinesi assieme a Milano per la Palestina e l’Assemblea contro la guerra di Varese e provincia, dimostra che possiamo orientare la nostra lotta verso i punti nevralgici dell’industria bellica.

Nonostante lo schieramento della polizia, il presidio si è trasformato in corteo sulla Strada Statale 33 del Sempione, principale via d’accesso della fabbrica, bloccandone il traffico. Bloccare le fabbriche della morte e la logistica che permette il rifornimento di armi al progetto genocidario sionista è un dovere a cui siamo chiamatə a rispondere qui e ora.

In Europa sta avanzando la corsa al riarmo – il piano ReArm Europe di 800 miliardi per l’industria bellica sancisce il totale investimento dell’Unione Europea nelle politiche imperialiste e, internamente, in un’economia di guerra. Un’economia che ci costringe a fare lavori disumanizzanti, che ci vuole poverə, sfruttabili e ricattabili, ridottə al silenzio e all’obbedienza.

Il nostro dissenso infatti fa paura – lo testimonia la repressione crescente in Italia e in tutta Europa – perché insieme abbiamo il potere di fermare questa macchina di morte e rivendicare la nostra dignità.

Per questo continuiamo a rafforzare la nostra lotta, portando avanti il percorso mobilitativo con i sindacati di base, lə lavoratorə, lə studenti e le organizzazioni, verso la manifestazione nazionale ad Aprile a Milano, verso la costruzione di una forza collettiva sempre maggiore, in grado di colpire concretamente la filiera della guerra.

EMBARGO TOTALE A “ISRAELE”
CONTRO L’ECONOMIA E LA LOGISTICA DI GUERRA

https://www.instagram.com/p/DG-WPvOMycg/?img_index=1

Pubblicato in Generale, Internazionalismo, Tempo di guerra | Commenti disabilitati su 8 marzo: blocchiamo la macchina bellica – iniziativa alla Leonardo di Nerviano

8 marzo: blocchiamo la macchina bellica – presidio alla Leonardo

8 MARZO PRESIDIO ALLA LEONARDO DI NERVIANO (MI) DALLE ORE 10:30

L’Italia, terzo paese esportatore di armi verso l’entità sionista, è attivamente complice del genocidio in Palestina.

Le armi italiane, prodotte dalle grandi multinazionali della morte – tra cui Leonardo SpA – sono strumento di una violenza che è parte integrante del sistema capitalista e imperialista che opprime i popoli del mondo. Questo legame tra industria bellica e oppressione non è un incidente di percorso, ma il risultato di politiche volte a favorire gli interessi economici e il profitto al dì sopra della giustizia e del diritto dei popoli a esistere e a resistere.

L’Italia è in prima linea nella corsa al riarmo in Europa e, mentre aumentano le spese militari, il governo italiano al servizio delle grandi imprese belliche continua a spingere per politiche di repressione sociale e politica.

Questo processo avviene a discapito dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, sempre più ridotte a salari miseri, orari estenuanti, assenza totale di tutele, infortuni e morti sul lavoro. L’industria delle armi, che continua ad arricchire pochi, è simbolo del capitalismo che sfrutta i popoli oppressi in Palestina, come sfrutta i lavoratori e le lavoratrici in Italia.

La politica bellica italiana non è solo una questione di minaccia alla giustizia globale, ma un chiaro esempio di come il profitto venga posto come priorità rispetto alla dignità dei popoli e alla giustizia sociale.

Oggi più che mai, è fondamentale che la nostra risposta sia chiara e determinata: non possiamo permettere che il governo, mentre preme per leggi repressive volte a soffocare ogni legittima pretesa di giustizia e pacificarci all’interno, continui a opprimerci e ad arricchirsi con il nostro sangue esportando morte in Palestina, dove il popolo continua a resistere alla propria pulizia etnica. Il profitto militare che uccide i nostri fratelli e sorelle in Palestina e nel Sud Globale è lo stesso che ci sfrutta e schiaccia in Italia.

Non saremo complici dell’oppressione dei popoli, solo bloccando la macchina di morte potremo dirci liberi dalle catene imperialiste.

BLOCCHIAMO LA MACCHINA DI MORTE
STOP ARMI A “ISRAELE”

Pubblicato in Generale, Internazionalismo, Tempo di guerra | Commenti disabilitati su 8 marzo: blocchiamo la macchina bellica – presidio alla Leonardo