25 giugno: Genova – FERMIAMO LA LOGISTICA DI GUERRA BLOCCHIAMO IL PORTO

25 GIUGNO TUTTI A GENOVA
FERMIAMO LA LOGISTICA DI GUERRA
BLOCCHIAMO IL PORTO
DALLE ORE 6 PIAZZALE SAN BENIGNO
SOLIDARIETA’ ALLA RESISTENZA PALESTINESE

Sosteniamo la giornata di lotta del 25 giugno partecipando a Genova al blocco del porto. Domenica 16 giugno all’Acampada studentesca di fronte al Politecnico di Milano abbiamo raccolto l’invito e le indicazioni del CALP, collettivo autonomo lavoratori portuali di Genova, e dell’Assemblea genovese di costruzione della giornata contro la logistica di guerra del 25 giugno per proseguire la mobilitazione contro il genocidio in Palestina e le guerre in corso. Continuiamo le mobilitazioni di solidarietà al popolo Palestinese e contro chi finanzia e sostiene Israele. Continuiamo le presenze davanti ai Carrefour, le manifestazioni del sabato, la mobilitazione contro le fabbriche di armi come la Cabi Cattaneo e le multinazionali della logistica come Maersk. Continuimao i presidi davanti al consolato americano ed sviluppiamo ulteriori iniziative di lotta che investano tutta la città individuando chi si fà complice del genocidio del popolo Palestinese, chi sostiene le guerre delle multinazionali e dei paesi imperialisti. La giornata di lotta a Genova del 25 giugno si inserisce appieno in questa ampia mobilitazione contro la guerra ed in solidarietà alla Resistenza Palestinese. “Milano per la Palestina” invita tutt* a partecipare alla giornata di lotta al porto di Genova: “Pensiamo che essere presenti al blocco di un porto dove transitano o si caricano armi da guerra sia importante sia per ostacolare la logistica di guerra e l’invio degli armamenti, ma ancor di più per manifestare la nostra solidarietà, non simbolica, alla resistenza palestinese tutta e al popolo palestinese e a opporci al sistema capitalistico e coloniale, che utilizza le guerre e i genocidi per rendere possibile la propria esistenza ed egemonia in alcune aree del mondo strategiche e ricche di materie prime.
Pensiamo che le pratiche di resistenza partano anche da piccole/grandi lotte replicabili e che rendano visibile e attuabile la Possibilità di potersi organizzare contro un sistema umanamente mortifero e persuasivo come quello capitalistico, sopravvivendo e creando comunità in lotta, con una prospettiva di trasformazione radicale.
Questo ha fatto si che si in tutto il mondo si siano propagate e diffuse lotte internazionaliste, con parole d’ordine comuni, con al centro delle contestazioni e degli attacchi le stesse strutture e istituzioni complici della guerra al popolo palestinese e a chi prova a muoversi e resistere loro: dalle università e i rettorati, alle stazioni ferroviarie, ai porti, alle ambasciate e consolati Usa, alle industrie e fabbriche di morte, alle multinazionali come Carrefour.
In particolar modo le studentesse e gli studenti universitari hanno messo in discussione, in maniera netta e decisa, non solo la ricerca tecnologica legata ai progetti militari, finanziati anche da aziende come Leonardo, protagonista dei principali programmi strategici a livello globale e partner tecnologico di Governi, Amministrazioni della Difesa, Istituzioni e imprese, che si stanno arricchendo sulla morte e il genocidio, ma anche il progetto formativo di costruzione di una futura classe dirigente e di una società educata alla guerra e al consenso delle logiche militariste e guerrafondaie, intrise di radici razziste, sessiste e autoritarie.
Un progetto che fa rabbrividire e si inserisce molto bene nel quadro repressivo statale, anzi ne fa da cornice teorica e giuridica, contro quella POSSIBILITÀ e replicabilità delle pratiche di resistenza.
Ricordiamo per questo i compagni Anan Yaeesh, Ali Saji Rabhi Irar e Mansour Doghmosh palestinesi imprigionati a Terni, Ferrara e Rossano Calabro.”
25 GIUGNO TUTTI A GENOVA
FERMIAMO LA LOGISTICA DI GUERRA
BLOCCHIAMO IL PORTO

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