Con “L’intifada degli studenti”

L’intifada degli studenti” , lanciata dai Giovani Palestinesi in avvicinamento al 15 maggio, giornata del ricordo della Nakba e resa ancora più necessaria dagli ultimi avvenimenti, con l’attacco a Rafah, si sta espandendo e ha raccolto l’adesione a livello internazionale degli studenti e delle studentesse di gran parte degli atenei e in molti casi dei docenti e del personale universitario. Appello che si caratterizza non come ricorrenza e ricordo, ma lotta, critica e ribellione contro il sionismo, le politiche coloniali, l’imperialismo Usa e il capitalismo europeo e italiano.

Tutta la nostra solidarietà attiva va a questi studenti e studentesse che, qui in Italia, così come in gran parte del mondo, coraggiosamente, nonostante la forte repressione, stanno occupando le università per imporre la fine degli accordi di ricerca e il disinvestimento dalle imprese che beneficiano delle attività con lo Stato sionista.

Siamo a fianco e con la resistenza del popolo palestinese, contro il genocidio coloniale in atto per mano del sionismo israeliano e con la complicità italiana, europea ed USA.

Paesi responsabili di fare affari, accordi economici di cooperazione per progetti di milioni di euro con istituti di ricerca o universitari, imprese industriali, per sistemi di produzione energetica innovativi ad alta efficienza; tecnologie dell’informazione e della comunicazione, comunicazioni di dati, software e cybersicurezza; spazio e osservazione della terra… i cui scopi, spacciati per miglioramenti in campo civile, sono in realtà largamente impiegati per rafforzare l’armamentario militare e di controllo.

Tecnologie, conoscenze e strumenti utilizzati per annientare, manu militare, la resistenza di un popolo e silenziare ogni voce critica e lotta contro l’occupazione e l’apartheid in Palestina, per la liberazione dal colonialismo, massima espressione del capitalismo e per la liberazione, lì come da noi, dallo sfruttamento e dall’oppressione sistemica su terra, corpi e spazi.

Così come viene espresso da Samah Jabr, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice dell’Unità di salute mentale del ministero della salute palestinese che è nata e vive a Gerusalemme est.:” Grazie alle loro energie, il loro idealismo, la loro empatia e la loro sete di giustizia, questi studenti e studentesse, i giovani in generale, hanno il potenziale per costituire una bussola morale per qualsiasi nazione. Il loro attivismo per la Palestina riflette un impegno per i valori universali dei diritti dell’uomo, della dignità e dell’uguaglianza. Inoltre, la loro volontà di sfidare le strutture di potere esistenti testimonia una profonda comprensione dell’interconnessione delle lotte globali contro l’ingiustizia”.

La solidarietà, così come ogni lotta contro lo sfruttamento, le condizioni di vita e di lavoro, in Palestina, da noi e in tutte le parti del mondo, sono un passo per rovesciare il racconto dell’oppressore e ridare verità, dignità e voce agli oppressi, un passo verso la costruzione di un mondo libero da ingiustizia, miseria, morte e oppressione.

Volentieri riportiamo qui di seguito, il comunicato dei Giovani palestinesi

Appello dei Giovani Palestinesi
L’INTIFADA DEGLI STUDENTI
DAGLI STATI UNITI ARRIVA IN ITALIA
QUEST’ANNO LA NAKBA NON SARÀ SOLO TRISTE RICORDO, MA GIORNATA DI LOTTA

Da novembre in Italia lə studentə stanno ininterrottamente manifestando nelle università per la Palestina. Assistiamo a una mobilitazione senza precedenti per la causa palestinese in Italia, con occupazioni e proteste che esigono con fermezza la cessazione degli accordi tra le università italiane e quelle israeliane, la fuoriuscita delle aziende belliche, in particolare la Leonardo, dagli atenei e dei militari dagli spazi accademici. Inoltre chiediamo la rottura di ogni collaborazione con ENI che, nel mezzo del genocidio palestinese, sigla accordi con Israele per l’esplorazione di giacimenti di gas nelle acque antistanti Gaza.

Negli ultimi mesi, la società italiana nel suo complesso, e lə studentə in particolare, si sono nettamente schieratə al fianco della resistenza palestinese e contro l’occupazione coloniale sionista. Nonostante ciò, i rettori e i senati accademici delle università, i ministeri e il governo stesso continuano ad opporsi alle nostre rivendicazioni, palesando una chiara presa di posizione ideologica e politica di complicità con Israele e le sue politiche coloniali e genocide in Palestina.

Nonostante ciò nelle ultime settimane abbiamo assistito a una vera e propria “intifada studentesca”, che si sta diffondendo globalmente, soprattutto negli Stati uniti, dove il livello del conflitto ha raggiunto una fase critica di rottura totale con l’establishment politico: questo è il momento perfetto per ottenere delle vittorie storiche che facciano avanzare la causa del popolo palestinese.

È giunto il momento di globalizzare la lotta studentesca per la Palestina e renderla un fenomeno di massa che coinvolga tutte le istituzioni accademiche dell’Occidente complici del genocidio. Unire gli sforzi è ora fondamentale per tutte le realtà solidali con la causa palestinese. Quello che viviamo è un momento critico storico per rinvigorire le nostre lotte comuni e per creare un fronte unito contro imperialismo e colonialismo. Lə nostrə compagnə negli Stati uniti, nonostante le violentissime repressioni, stanno continuando a resistere a testa alta. Noi non possiamo, e non dobbiamo essere da meno!

Il 15 maggio sarà il 76esimo anniversario della Nakba, ma quest’anno Israele non avrà motivo di festeggiare, poiché la fine del sistema coloniale è dietro l’angolo: dobbiamo infliggere il colpo finale al sionismo e ai paesi occidentali che lo sostengono e lo mantengono in vita! La mobilitazione studentesca deve fare un altro salto di qualità, contro il divieto di governi e rettori, contro ogni repressione, sull’esempio dellə nostrə compagnə negli Stati uniti. È ora il momento di scendere in campo e unire gli sforzi per portare un cambiamento che sia davvero reale e profondo nella nostra società.

Chiediamo a tutta la comunità accademica, a studentə, a professorə, a lavoratorə e a chiunque sostenga la nostra lotta di Liberazione, di convergere nelle università e accamparsi nei cortili finchè gli atenei non accetteranno una revoca totale di tutti gli accordi con le università israeliane, parte integrante del progetto coloniale sionista e risorsa fondametnale del sistema israeliano per l’attuazione della pulizia etnica in Palestina, di cui il genocidio a Gaza è solo l’ultimo e inquietante capitolo.

MOBILITIAMOCI TUTT3 PER CHIEDERE:
– L’arresto del genocidio, l’impedimento dell’invasione di Rafah e il supporto alla Resistenza palestinese;
– La risoluzione immediata di TUTTI gli accordi universitari con atenei e aziende ubicate in Israele e il boicottaggio totale del sistema accademico israeliano;
– La risoluzione dell’Accordo bilaterale di Cooperazione nel campo della Ricerca e dello Sviluppo Industriale, Scientifico e Tecnologico del 2000 tra Italia e Israele.

FUORI ISRAELE
FUORI LA NATO
FUORI I MILITARI
DALLE UNIVERSITÀ!

Appello dei Giovani Palestinesi Italia

L’INTIFADA DEGLI STUDENTI 
DAGLI STATI UNITI ARRIVA IN ITALIA
QUEST’ANNO LA NAKBA NON SARÀ SOLO TRISTE RICORDO, MA GIORNATA DI LOTTA

È giunto il momento di globalizzare la lotta studentesca per la Palestina e renderla un fenomeno di massa che coinvolga tutte le istituzioni accademiche dell’Occidente complici di genocidio. Unire gli sforzi è ora fondamentale per tutte le realtà solidali con la causa palestinese. Quello che viviamo è un momento storico che dobbiamo sfruttare per rinvigorire le nostre lotte comuni e creare un fronte unito contro imperialismo e colonialismo negli spazi liberi delle università. Lə nostrə compagnə negli Stati Uniti, nonostante le violentissime repressioni, stanno continuando a resistere a testa alta.

Noi non possiamo, e non dobbiamo, essere da meno!

TUTTE LE UNIVERSITÀ E TUTTE LE CITTÀ D’ITALIA DEVONO MOBILITARSI PER

– L’arresto del genocidio, l’impedimento dell’invasione di Rafah e il supporto alla Resistenza palestinese;
– La risoluzione immediata di TUTTI gli accordi universitari con atenei e aziende ubicate in Israele e il boicottaggio totale del sistema accademico israeliano;
– La risoluzione dell’Accordo bilaterale di Cooperazione nel campo della Ricerca e dello Sviluppo Industriale, Scientifico e Tecnologico del 2000 tra Italia e Israele.

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