LUNEDI 2 OTTOBRE SOTTO LA SEDE RAI DI CORSO SEMPIONE A MILANO DALLE ORE 18
LIBERIAMO KHALED!
Il 31 agosto scorso Khaled El Qaisi – cittadino italiano e palestinese, studente presso l’università Sapienza di Roma e traduttore appassionato di documenti storici palestinesi – è stato arrestato dalle autorità israeliane al valico di Allenby, tra Cisgiordania occupata e Giordania, senza che gli fosse contestato alcun reato, né tanto meno fosse formulata alcuna accusa.
Khaled si trovava ad attraversare detto valico in compagnia della moglie (italiana di professione insegnante) e del loro figlio di 4 anni.
Khaled è cresciuto neibterritori palestinesi fin dalla nascita e per tutta l’adolescenza, successivamente trasferendosi in Italia con la madre e il fratello, qualche anno dopo il decesso per malattia di suo padre Kamal El Qaisi, stimato sindacalista palestinese che ha contribuito per decenni alla crescita consapevole di una Palestina libera.
Dall’arresto del 31 agosto scorso Khaled è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza di Petah Tikwa e sottoposto a continui interrogatori, in assenza totale di accuse formali, senza il sostegno legale di un difensore che potesse e possa affiancarlo, in spregio dei più elementari diritti alla difesa della persona. Uniche eccezioni al regime di totale isolamento (sofferto per le prime due settimane) e all’assenza di contatti con l’esterno (compresi i familiari più stretti) che perdura da circa un mese, sono rappresentate da due visite concesse al Console italiano presso il Consolato di Tel Aviv, e da due soli e brevi incontri con il proprio legale arabo-israeliano. Incontri dai quali, tra l’altro, i familiari e l’avvocato italiano di Khaled non hanno potuto apprendere nessuna informazione rilevante. Il legale arabo-palestinese, infatti, (così come tutta la stampa israeliana) è vincolato da un gag order, ossia da un ordine di bavaglio, che impedisce la divulgazione anche di quanto accade in sede di udienza. La detenzione è già stata prorogata tre volte e la prossima udienza è fissata per il primo ottobre all’esito della quale entro 48 al massimo 72 ore dovrebbe esserci una decisione delle autorita’ sui motivi del provvedimento del 31 agosto.
In Israele ci sono 967 palestinesi detenuti senza accuse formali. La reclusione è prorogabile di sei mesi in sei mesi per anni, è questa la detenzione amministrativa. Migliaia sono invece i giovani, le donne e gli uomini palestinesi detenuti nelle carceri dell’entità sionista. Sulla detenzione di Khaled è stato steso un velo di silenzio da parte dei mezzi di informazione italiana (giornali e tv etc…) mentre il governo italiano è sempre più allineato con quelli dell’occupante sionista israeliano e legittima questo arresto di un cittadino italo-palestinese. Per portare il nostro sostegno a Khaled, per rompere il muro di silenzio, per ottenere la sua immediata liberazione si stanno organizzando diverse iniziative. In particolare a Roma per Sabato 30 settembre alla sede Rai è stato indetto un presidio mentre qui a Milano un iniziativa simile viene organizzata per lunedi 2 ottobre.
Invitiamo tutt@ a diffondere e partecipare al presidio presso la sede RAi di Milano in Corso Sempione a Milano dalle ore 18
QUI TROVATE IL DOSSIER PRODOTTO DAL COMITATO PER LA LIBERAZIONE DI KHALED EL QAISI – un primo materiale utile per conoscere la situazione di Khaled e per organizzare iniziative di sostegno e solidarietà