Un’ulteriore opera di cementificazione si sta progettando in un’area boschiva del quartiere Gallaratese, in prossimità della fermata della metropolitana San Leonardo. All’interno di questa preziosa area situata in via Falk 28, esiste da decenni la “casa del giovane”, luogo di accoglienza e assistenza per minori non accompagnati, disabili e sostegno a situazioni di marginalità sociale. Questa proprietà, venne donata dalla famiglia Falk ad un prete, il quale alla sua morte la lasciò alla curia di Milano, che oggi ha deciso di monetizzare cedendo a operatori privati (Investire Sgr e Redo sgr che hanno alle spalle investitori istituzionali come Cassa depositi e prestiti, Regione Lombardia, Banche e casse previdenziali) i diritti di edificazione presenti sull’area.
Grazie alle lotte territoriali del passato, si è da subito costituito un “comitato popolare per la difesa del bosco di via Falk”, che si è immediatamente organizzato per impedire la distruzione di un patrimonio ambientale importante e opporsi all’ennesimo progetto di edificazione che avrebbe un impatto che aggraverebbe ulteriormente il quadro ambientale già compromesso.
Persino Coldiretti (associazione tutt’altro che sovversiva) scriveva lunedì 4 luglio sul corriere di Milano che la presenza del verde è strategica per i nostri polmoni, tanto che un parco di grandi dimensioni può abbassare il livello di calore da 1 a 3 gradi e che una pianta adulta è capace di catturare dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, mentre un ettaro di piante elimina circa 20 chili di smog in un anno.
Ebbene all’interno del bosco di via Falk, ci sono per l’appunto 600 piante di cui oltre 350 di pregio e ad alto fusto.
Questo progetto rappresenta il paradigma di un processo più generale, che sta investendo tutta Milano e non solo: l’occupazione di suolo pubblico a favore della rendita fondiaria, la creazione di grandi centri commerciali, un’urbanizzazione rivolta ai ceti più solventi che sta di fatto producendo l’espulsione di famiglie a basso reddito e un modello di socialità concepito solo all’interno di luoghi di consumo. Nessun interesse viene invece rivolto ai reali bisogni di un territorio e alla salute delle persone che ci vivono. A poche centinaia di metri da questo polmone verde è situato un termovalorizzatore (Figino) i cui effetti sulla popolazione circostante non sono incoraggianti, ragione in più per evitare uno scempio ambientale.
Sosteniamo e partecipiamo alla lotta del “comitato popolare per la difesa del bosco di via Falk” per la salvaguardia dell’ambiente e della nostra salute.