Solidarietà all’Assemblea di Scienze Politiche.
Chi si organizza autonomamente, chi discute e lotta è immediatamente un nemico. Nella fase in cui viviamo, di una democrazia sempre più autoritaria, la reazione a chi si muove in modo critico passa sempre più attraverso le varie forme repressive che l’autorità costituita mette in campo. In una democrazia autoritaria il nemico è quindi un soggetto da eliminare. Questo processo avviene in diverse forme ed una di queste è eliminare gli spazi di socialità collettivi dove una coscienza autonoma e di classe può attecchire. Processi che hanno investito l’intera società e di cui la scuola in generale e l’università in particolare non sono stati esentati ma si sono modellati alle necessità dello sviluppo dell’attuale modo di produzione capitalistico. Cosi la Scuola, come dicono i compagni dell’Assemblea di Scienze Politiche, non serve al pensiero critico ma a formare e disciplinare lavoratori in funzione delle esigenze di mercato. Ma sappiamo che queste operazioni di bassa lega non possono intaccare un percorso che in 14 anni di vita ha saputo, nel cuore della metropoli milanese, costruire aggregazione e critica attraverso lo strumento collettivo dell’autogestione. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai compagni dell’Assemblea di Scienze Politiche sostenendovi nella vostra determinazione a dare continuità a questa importante esperienza sociale e politica. Riprendiamoci la metropoli, lottiamo insieme…
Panetteria Occupata – Milano Lambrate 27 agosto 2019
Riportiamo il comunicato dell’Assemblea di Scienze Politiche sullo sgombero:
SGOMBERO DELLO SPAZIO OCCUPATO A SCIENZE POLITICHE
Considerazioni a caldo, a cui seguirà un’analisi più approfondita.
Quest’estate durante la chiusura dell’università lo Spazio Occupato di scienze politiche è stato sgomberato.
Era stato preso nel 2013 a seguito di un lavoro di inchiesta tra noi studenti dal quale emerse il problema dei pochi spazi in facoltà. Decidemmo di occupare l’ex libreria cuesp che dopo il fallimento era stata abbandonata. Da allora l’autogestione l’ha trasformata in uno spazio a disposizione degli studenti che ha permesso a tutti di avere un luogo in cui ritrovarsi, confrontarsi, fare politica studiare e riscaldare il cibo.
Il rettore ha comunicato che questo sgombero serve a creare una zona studio e ristoro, eppure in questi 6 anni di occupazione non si è mai presentato per capire come mai gli studenti avessero scelto di occupare per risolvere da soli una carenza dell’università. É evidente la contraddizione di chi afferma di voler fornire un posto agli studenti sgomberandone uno che era già a loro disposizione. Non ci si deve stupire di questo: Franzini sa bene che quell’occupazione non era solo un posto in cui studiare e mangiare, ma era il risultato di un percorso di lotta politica portato avanti da un’ assemblea di studenti autorganizzati.
I problemi che viviamo quotidianamente in università non sono frutto di un’amministrazione inefficiente ma nascono dal ruolo che l’istruzione ricopre nel nostro paese: la scuola non serve al pensiero critico ma a formare e disciplinare lavoratori in funzione delle esigenze di mercato. La mancanza di spazi, infatti, è inserita all’interno di un processo molto ampio che va a eliminare i diritti degli studenti per sostituirli a servizi che vanno pagati, e anche caramente. All’interno dello spazio ad esempio ci eravamo organizzati anche per rinnovare un percorso di lotta iniziato anni fa: una condivisione gratuita di libri in Pdf tra studenti, per contrastare uno degli ostacoli al diritto allo studio, il caro-libri.
Questa amministrazione non si differenzia in alcun modo dalle precedenti, attaccando, coerentemente al suo ruolo, chi fa politica mettendo in discussione l’istituzione universitaria e il sistema economico che la sorregge; a ciò si aggiunge la volontà di colpire chi agisce al di fuori dei confini imposti dall’università.
Così facendo l’Università cerca di pulirsi la faccia con gli studenti mostrandosi come colei che risolve i problemi quando per anni non ha fatto nulla di fronte a questo disagio. La nuova aula studio-ristoro di certo non basterà a soddisfare il bisogno di spazi della facoltà, ma invece di crearne di nuovi si eliminano quelli già vissuti.
Questo attacco non frena minimamente il nostro percorso di lotta che è nato nel 2005, ben prima dello Spazio Occupato, e che quindi continua ad esistere nonostante lo sgombero.
A settembre ci ritroveremo come abbiamo fatto ogni anno e invitiamo tutti gli studenti della facoltà a partecipare, organizzarsi e lottare con noi a partire dall’assemblea pubblica che lanceremo a breve.
Ringraziamo infine tutti coloro che ci hanno portato solidarietà e tutte le persone che in questi sei anni hanno vissuto con noi quello spazio partecipando alle assemblee, preparando un esame nell’auletta studio o anche solo scaldando la pasta e facendo quattro chiacchere, dimostrando che organizzarsi assieme fra studenti per vivere meglio l’università è possibile.
Piu convinti di prima che l’autorganizzazione è l’unica strada possibile in un’università che toglie invece di dare, Franzini ci vediamo a settembre!
ASSEMBLEA SCIENZE POLITICHE