Pubblichiamo il volantino distribuito al mercato di Lambrate su Expo 2015:
EXPO 2015: DEBITO, CEMENTO E PRECARIETA’
Mancano pochi mesi all’inizio di Expo 2015 e, nonostante la grande campagna mediatica legata all’evento, che ne fa una “grande opportunità” per la città intera, appaiono sempre più chiare le implicazioni legate a questa grande opera.
Intanto c’è da chiedersi chi ci guadagnerà da Expo 2015 e dal modello di gestione della città e del mercato del lavoro di cui questo grande evento è espressione. La riqualificazione urbana, legata all’esigenza di creare una “città vetrina”, ha infatti toccato molti quartieri negli ultimi anni, cosa che per le fasce di popolazione più debole ha rappresentato un vero e proprio attacco: lavoratori precari, immigrati, ma anche proprietari di case col mutuo sulle spalle, hanno subito l’aumento dei costi legati alla casa in maniera esponenziale. Anche il nostro quartiere è investito in pieno da tale tendenza e la cosiddetta “gentrification” implica la vera e propria espulsione di coloro che non posseggono un reddito sufficientemente elevato, per far posto alle vetrina del quartiere del design e del fuorisalone.
Non solo: anche la campagna di sgomberi degli scorsi mesi è direttamente collegata ad Expo 2015. In una città con un modello di gestione finalizzato ai profitti delle grandi imprese, i quartieri popolari dove abitanti solidali, comitati, associazioni, si organizzano per risolvere i problemi abitativi resistendo agli sfratti e occupando le case vuote, vengono attaccati con piani di sgomberi e ingente uso della forza pubblica. Nonostante questo, il movimento per il diritto alla casa ha saputo dare a comune e questura del filo da torcere, resistendo agli sgomberi, o rioccupando molte delle decine di migliaia di case lasciate vuote.
Quello che ci chiedono ora è perfino di lavorare gratis per il grande evento: dietro la schifosa mistificazione della “grande opportunità” e della ricerca di “volontari” che potranno incontrare persone da tutto il mondo, si cela la chiara esigenza di estorcere lavoro-non-pagato a giovani e studenti, mentre protocolli sindacali firmati sulla nostra testa fissano il costo del lavoro per Expo a pochi euro/l’ora, anticipando e superando l’attacco ai diritti contenuto nel Job Act.
Il tutto sepolto sotto colate di cemento, con annessi progetti di opere collaterali all’Expo come le “Vie d’Acqua”, canali artificiali che avrebbero sventrato i parchi di Trenno e Baggio, se gli abitanti di quei quartieri non si fossero opposti con forza a un’opera demenziale che sarebbe costata 90 milioni di euro, ovviamente denaro pubblico.
Quello che succede in vari quartieri di Milano, sulla questione della casa ma anche sulle grandi opere, ci dimostra che è possibile contrastare questo modello:
COSTRUIAMO PER IL 1° MAGGIO UNA GRANDE MANIFESTAZIONE, CONTRO EXPO 2015, PER RIVENDICARE CON FORZA DIRITTI, MIGLIORI CONDIZIONI DI LAVORO, E UN ALTRO MODELLO DI GESTIONE DEI TERRITORI DOVE ABITIAMO!
Panetteria Occupata – rossoconte@hotmail.com