“Il genocidio inizia da casa nostra” – sull’iniziativa alla Cabi Cattaneo

Martedi 26 marzo dalle ore 18 alla Panetteria Occupata continuano gli incontri di “Milano per la Palestina”. Partendo da una riflessione sull’iniziativa del 22 marzo nella zona Gallaratese a Milano per segnalare la presenza di un’azienda italiana, la Cabi Cattaneo, produttrice di veicoli militari subacquei, stretta collaboratrice con l’esercito sionista israeliano e sul supporto che le aziende dell’apparato industrial-militare italiano danno agli occupanti israeliani diventanto complici del genocidio in corso e della repressione alla popolazione palestinese diamo continuità alle iniziative di solidarietà e sostegno alla Resistenza Palestinese.

Socializziamo l’articolo di “Monitor” sull’iniziativa “Il genocidio inizia da casa nostra”:

Cabi Cattaneo allo scoperto. L’azienda milanese produttrice di sottomarini complice del genocidio palestinese

In via Gallarate si trova un edificio con la facciata a riquadri rossi e bianchi, un cancello basso e il tipico tetto a dente di sega. I colori vivaci e l’insegna vintage richiamano l’immaginario delle fabbriche di giocattoli; niente farebbe presagire che proprio lì, a due passi da un grande centro commerciale, si progettano metodi sempre più letali di combattere sott’acqua. Le grandi fabbriche di armi si trovano quasi tutte fuori città e in luoghi isolati, ma per Cabi Cattaneo è un’altra storia: l’azienda fondata negli anni Trenta del Novecento si trova ancora nella sua sede storica a Milano. “È l’unica azienda rimasta nella zona”, come conferma Alberto Villa presidente e amministratore delegato della stessa in un’audizione alla Camera dei deputati.

Ed è proprio in quella zona popolare e residenziale, nella quiete serale di venerdì 22 marzo che un corteo cittadino ha sfilato da piazzale Accursio fino quasi all’ingresso della fabbrica. I manifestanti – poco più di un centinaio – sono stati fermati dalla polizia in tenuta antisommossa nei pressi del civico 64, hanno poi invertito la rotta e bloccato il traffico in diverse vie fino a raggiungere il centro commerciale Portello. Striscioni che recitavano “Blocchiamo chi arma Israele”, “No missione Aspides”, “Fuori l’Italia dalla guerra”, “Blocchiamo la filiera della morte” sono stati esposti tra i negozi e diversi interventi a favore del cessate il fuoco e della resistenza del popolo palestinese hanno echeggiato nei vari reparti. Alcuni abitanti si sono uniti al corteo, altri hanno applaudito e cantato slogan dai balconi e il volantino “Il genocidio inizia da Casa nostra – Blocchiamo Cabi Cattaneo che arma Israele” è girato di mano in mano. «Non sapevamo dell’esistenza di questa fabbrica – riferisce un passante –, se lo avessimo saputo saremmo scesi per strada prima».

Il punto è che dello storico produttore di sottomarini si sa poco, da una parte perché è un settore di nicchia, dall’altra perché è solo nell’ultimo decennio che è uscito allo scoperto per ragioni strategiche. Nel 2016 mostra pubblicamente un hangar e una barca rigida gonfiabile di sua produzione per la prima volta e viene citata come un’azienda con “livelli di esportazione altamente competitivi” e una salda reputazione. In seguito, in concomitanza con l’audizione alla Camera del 17 maggio 2021, alla Cabi Cattaneo vengono destinati circa due milioni di fondi pubblici per la “ricerca tecnologica nel settore della difesa” e questo solo nel trimestre che va da aprile a giugno 2021. Alla parata della Festa della Repubblica del 2023 viene declassificato un altro mezzo, un sottomarino degli anni Novanta con una tecnologia molto avanzata, “almeno di dieci anni avanti rispetto alla concorrenza”. Due mesi dopo, Cabi stringe un’alleanza con Fincantieri e, nel pieno del genocidio del popolo palestinese, il 12 dicembre 2023 presenta con Leonardo al Polo nazionale della dimensione subacquea di La Spezia un mezzo molto sofisticato utilizzato per le incursioni, ben noto alla marina statunitense e israeliana.

È chiaro che i sessantadue operai specializzati non sono alle prime armi, si tramandano il mestiere di padre in figlio, fidelizzati a una realtà che vanta un’esperienza quasi centenaria: il fondatore Giustino Cattaneo progettò i Mas (Motobarca armata svan, poi Motoscafo anti sommergibile) che vennero commissionati dalla Regia Marina per far fronte alla flotta austro-ungarica. Inoltre, Cabi ha dato la sua “entusiasta adesione al progetto” di un libro in più volumi dedicato agli “eroici assaltatori della Decima Flottiglia Mas della Regia Marina” che l’11 settembre, in seguito all’armistizio del ’43, si dichiararono alleati della Germania nazista e si attivarono anche contro la resistenza dei partigiani italiani. Capriotti della Decima Mas e un suo collega di Cabi Cattaneo addestrarono gli operatori della Tredicesima Flottiglia Commando di Israele fin dalla sua fondazione e nel ’48 i siluri a lunga o a lenta corsa (i maiali) progettati da Cabi furono usati dal neonato stato ebraico per rompere l’accerchiamento egiziano nel porto di Gaza.

La collaborazione è continuata, come si evince dal memorandum ventennale tra Italia e Israele in ambito militare-industriale e di ricerca scientifica e dalle indagini della società civile: nel 2020 le autorizzazioni in valore di euro avevano superato i ventuno milioni e, anche se la documentazione riguarda più che altro il settore dell’aeronautica e della sorveglianza, tra le aziende italiane beneficiate dall’export di armi citate da Osservatorio Diritti figura anche Cabi Cattaneo. Importante segnalare come la Marina israeliana, che è stata tra le prime al mondo a utilizzare il cannone super rapido 6 di Leonardo (ormai fusa all’israeliana Rada Electronics S.p.a.), abbia un reparto incursori (la tredicesima flottiglia di cui sopra) di cui, secondo l’amministratore delegato di Cabi, Comsubin (raggruppamento italiano subacquei e incursori) sarebbe “un’entità gemella, anzi, la sua origine e c’è un bellissimo rapporto”. Uomini del Comsubin sono attualmente impegnati nella missione Ue Aspides nel Mar Rosso sulla fregata Martinengo in cui l’Italia avrebbe il comando tattico per garantire il passaggio delle armi mercantili nel Mediterraneo.

Tutto ciò, secondo la rete Milano per la Palestina, “manifesta chiaramente la volontà del governo di continuare a essere complice del genocidio del popolo palestinese e del massacro di altri popoli per lo sfruttamento delle risorse e per l’egemonia politico-militare nella logica imperialista, coloniale e capitalista dell’Occidente, con Stati Uniti ed Europa in prima fila”. Il presidio si è svolto nella cornice della Israeli Genocide Week (18-22 marzo), la settimana per il boicottaggio dell’entità sionista che è stata lanciata dai Giovani palestinesi (Gpi) a partire dalle università. Oltre a Cabi, Milano ha espresso dissenso contro Eni, Confindustria e contro l’evento “Sinistra per Israele” che si è tenuto giovedì 21 marzo in corso de Amicis.

Sabato 23 marzo al ventiquattresimo corteo per la Palestina in centro città è stata celebrata la resistenza del popolo palestinese. Resistenza e Liberazione sono le parole d’ordine dell’assemblea pubblica che si terrà giovedì 28 marzo alle 20 in via Arquà 15 per organizzare un 25 aprile che sia “un giorno di ricordo per le lotte passate, presenti e future”. (sofia volpi)

ALTRE FONTI UTILI:
Antonio Mazzeo, Roma-Tel Aviv. Fratelli d’armi, alleati di guerra, Orient XXI, 3 novembre 2023
Chiara Bonaiuti, Armi italiane e trasparenza, ritorno al passato, Sbilanciamoci, 23 febbraio 2024

Cabi Cattaneo allo scoperto. L’azienda milanese produttrice di sottomarini complice del genocidio palestinese

 

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24 marzo: Resistenze intersezionali

Collettiva Fra(m)menti organizza domenica 24 marzo presso PANETTERIA OCCUPATA  dalle ore 15.00 (durata di circa 3h)


Che cos’è la resistenza? È un lungo viaggio che va dalle orche nell’oceano atlantico, al bashback queer, fino alla resistenza per l’autodeterminazione dei popoli 🍉
Cercheremo di riflettere ed esplorare questo tema in un pomeriggio creativo di lettura, scrittura, disegno e discussione collettiva.

Inizieremo con un gioco rompighiaccio per conoscerci per poi passare alla fruizione ed esplorazione di testi prima individuale e poi collettiva.

Seguirà un momento di restituzione, verbale, scritta o condividendo pratiche artistiche.

Se avete testi che sentite “resistenti” portateli!

Se avete dei testi che avete voglia di condividere portateli!
Se potete scritti o stampati, perché dovremo avere modo di poterli scrivere, disegnare, scarabocchiare. Vi chiediamo di scegliere testi brevi (massimo una pagina).
Se avete un mezzo artistico preferito portate il materiale che vi serve (metteremo a disposizione solo fogli, penne, matite, pennarelli).
Dopo/durante le letture ci fermeremo a fare merenda insieme, quindi se vuoi porta anche il tuo cibo/tè/tisana preferita da condividere, biscottini, focaccine e cibi buoni!

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22 marzo: IL GENOCIDIO INIZIA DA CASA NOSTRA – PRESIDIO IN PIAZZA ACCURSIO MILANO

IL GENOCIDIO INIZIA DA CASA NOSTRA
BLOCCHIAMO CABI CATTANEO CHE ARMA ISRAELE
VENERDI 22.3.24 DALLE ORE 19 PRESIDIO PIAZZA ACCURSIO MILANO
BLOCCHIAMO C.A.B.I. CATTANEO, FINCANTIERI E LEONARDO
A Milano, a due passi da un centro commerciale, tra i complessi residenziali del
Gallaratese, si trova una fabbrica di morte.
La C.a.b.i. Cattaneo è un’azienda nazionale leader nella progettazione, sviluppo e
fornitura di mezzi subacquei per le forze speciali della marina militare con rapporti
consolidati con la marina israeliana di cui ha contribuito anche alla costituzione.
La complicità è lunga, storica e documentata: ricordiamo i siluri a lunga o a lenta
corsa (i maiali) usati per la prima volta nel ‘48 dall’entità sionista per rompere
l’accerchiamento egiziano nel porto di Gaza.
In tempi recentissimi, da agosto 2023, CABI ha stretto un’alleanza con Fincantieri e
il 12 dicembre 2023 ha presentato con Leonardo al Polo Nazionale della Dimensione
Subacquea di La Spezia un mezzo declassificato per l’utilizzo di mini siluri nei raid da
parte della marina militare statunitense e israeliana.
Ricordiamo che il 21 febbraio 2024 la modifica della legge 185/90 è passata al
Senato e se dovesse passare anche alla Camera, sarà più difficile riuscire ad ottenere
informazioni sul traffico di armi, quando già il governo rifiuta di specificare se dopo il
7 ottobre sia cessato o meno il flusso di armi dall’Italia verso Israele.
Sappiamo che l’esportazione di armi dall’Italia non si è arrestata con
l’intensificazione del genocidio e per questo, riteniamo Cabi, Fincantieri e Leonardo
e le istituzioni direttamente coinvolte nel massacro dei palestinesi.
Gli accordi commerciali e di ricerca insieme alla presenza delle navi della marina
militare italiana nel Mar Rosso manifestano chiaramente la volontà del governo di
continuare a essere complice del genocidio del popolo palestinese e del massacro di
altri popoli per lo sfruttamento delle risorse e l’egemonia politico-militare nella
logica imperialista, coloniale e capitalista dell’occidente, con Stati Uniti ed Europa in
prima fila.
La lotta contro l’occupazione e l’apartheid in Palestina è per la liberazione dal
colonialismo, massima espressione del capitalismo, in cui la classe lavoratrice
salariata è sottoposta a condizioni di vita sempre più degradanti; è per la
liberazione, lì come da noi, dallo sfruttamento e dall’oppressione sistemica su
terra, corpi e spazi.
Non c’è libertà senza una Palestina libera
SCENDI IN STRADA CON NOI PER BLOCCARE LA C.A.B.I. CATTANEO
NOI NON SAREMO COMPLICI
Venerdì 22 marzo ci troviamo in Piazza Accursio alle 19 per denunciare la Cabi
Cattaneo complice del genocidio del popolo palestinese.
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10 marzo: Diseguaglianze sociali e accesso alle cure

La Rete Tanta Salute per Tutti partecipa all’incontro organizzato da Ambulatorio Medico Popolare di Milano

DOMENICA 10 MARZO ORE 16 ex Chiesetta del Parco Trotter

DISEGUAGLIANZE SOCIALI E ACCESSO ALLE CURE

Dall’esperienza in Lombardia alle zone d’ombra dei luoghi di detenzione e repressione

In Italia, l’accesso alle cure e la possibilità di ottenere una adeguata assistenza sanitaria variano ancora profondamente in base a fattori quali la classe, il genere, la residenza geografica, la propria condizione di migrante “regolare” o “irregolare”. Consapevoli della vastità del tema, in questo primo incontro intendiamo focalizzarci sull’esperienza dell’accesso alle cure in Lombardia e su luoghi spesso taciuti quando si affronta l’argomento della salute e della cura, ossia le carceri e i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR).

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23 febbraio: Sciopero generale – boicottiamo israele

VENERDI 23 FEBBRAIO 2024 SCIOPERO GENERALE
BOICOTTA ISRAELE – A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE
ORE 16 VIA CARLO FARINI 79 – MILANO

Partecipiamo e sosteniamo lo sciopero generale indetto per venerdi 23 febbraio per fermare il genocidio a Gaza, per sostenere la Resistenza Palestinese, contro le guerre imperialiste!
Diverse realtà di Milano indicono un iniziativa di lotta dalle ore 16 in Via Carlo Farini 79. Attraverso la partecipazione attiva alla giornata di Sciopero Generale del 23 febbraio diamo voce alla lotta del popolo Palestinese contro l’occupazione, per fermare la pulizia etnica, per sostenere le rivendicazioni storiche del popolo di Palestina, per la fine del progetto sionista di sterminio, di penetrazione imperialista attraverso il colonialismo di insediamento che significa razzismo, aparthaid, sfruttamento e guerra.
Ritroviamoci davanti alla catena Carrefour e McDonald di Via Carlo Farini 79 per dare continuità alla campagna di boicottaggio con chi sostiene l’occupazione sionista e giustifica il genocidio del popolo palestinese. Rafforziamo l’organizzazione dei lavoratori che hanno criticato le politiche di queste multinazionali sia rispetto al sostegno all’entità sionista che rispetto ai lavoratori che vivono condizioni di alto sfruttamento, di precarietà, di bassi salari, di orari impossibili.
Isoliamo israele e quei paesi che lo sostengono in primis gli USA e l’organizzazione politico-militare NATO. Denunciamo la complicità dell’Italia e del governo Meloni, che in continuità con i governi precedenti, è esplicitamente schierata al fianco del regime criminale israeliano nell’azione di eliminazione del popolo palestinese e dei valori che attraverso la lotta esprime.
Nei giorni in cui l’Italia si pone a capo dell’operazione militare navale EUNAVFOR ASPIDES nel Mar Rosso con l’obbiettivo di difendere gli interessi delle multinazionali imperialiste e di dare sostegno all’occupazione sionista attaccando direttamente il forte sostegno dato al popolo palestinese dai combattenti Yemeniti, mentre continua il sostegno militare delle imprese dell’apparato industriale-militare italiano a israele, scioperiamo ed organizziamo nelle scuole, nelle università, nei posti di lavoro, sul territorio azioni concrete di lotta.
A Genova dalle ore 6 di mattina è indetto un corteo per bloccare le navi della Zim, per bloccare la logistica di guerra: “…Non basta più la semplice solidarietà e le prese di posizione, servono azioni concrete per costringere realmente il governo Meloni a ritirarsi da tutte le operazioni militari in cui l’Italia è coinvolta (dalla missione nel Mar Rosso all’invio di armi a Kiev) e di interrompere subito il sostegno logistico, militare e politico al genocidio del popolo palestinese da parte del regime di Netanyahu.

Allo sciopero generale del 23 possono partecipare tutti i settori lavorativi, pubblici e privati, invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori, iscritti e non a qualsiasi sindacato, i portuali, i sanitari, le studentesse e gli studenti protagonisti delle lotte e delle occupazioni delle ultime settimane, le disoccupate e i disoccupati che si sono visti tagliare l’RdC i cui fondi sono stati dirottati sulle spese militari, tutte le organizzazioni e le associazioni impegnate nella solidarietà al popolo palestinese non solo a scioperare ma ad attivarsi per bloccare effettivamente scuole, università, fabbriche, snodi logistici, stazioni e porti.

A Genova ogni settimana transitano merci e container diretti ai porti di Haifa e Ashdod che sono di supporto diretto all’esercito israeliano, il 23 febbraio ci saranno ben 3 navi operanti per la compagnia ZIM in porto: il meccanismo di supporto logistico, politico e militare al genocidio in Palestina, e in generale a tutte le guerre imperialiste, va fermato!

Lo abbiamo fatto il 10 novembre rispondendo alla chiamata del CALP e dell’Assemblea contro Guerra e Repressione, pensiamo sia necessario rifarlo adesso!

*L’appuntamento è alle ore 6 del mattino in piazza Nicolò Barabino per un corteo che attraverserà gli snodi logistici e portuali della nostra città* dove passa il traffico di merci e armi che arricchisce padroni e guerrafondai genovesi e italiani!

Il governo Meloni e i padroni italiani devono pagare la partecipazione al massacro in corso subendo un danno economico effettivo e il 23 febbraio abbiamo intenzione di praticare questa strada, con la lotta e con il blocco, rispondendo in questo modo anche alle censure, alle provocazioni, agli attacchi polizieschi e ai divieti di manifestare.! ….”.

A Milano ritroviamoci dalle ore 16 in Via Carlo Farini 79.

FERMIAMO IL GENOCIDIO A GAZA!

SOSTENIAMO LA RESISTENZA PALESTINESE, CHI LOTTA CONTRO IL COLONIALISMO E LE AGGRESSIONI DEI PAESI IMPERIALISTI.

SABOTIAMO LE GUERRE DEL CAPITALE!

VENERDI 23 FEBBRAIO ORE 16 VIA CARLO FARINI 79 MILANO
SABATO 24 FEBBRAIO ORE 14:30 MANIFESTAZIONE NAZIONALE PIAZZALE LORETO MILANO

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20 febbraio: organizziamoci per sciopero generale del 23 e manifestazione del 24 febbraio a Milano

Martedi 20 febbraio dalle ore 18 incontro alla Panetteria Occupata per discutere ed organizzare insieme iniziative sul territori nella giornata dello sciopero generale di venerdi 23 febbraio e per la partecipazione alla manifestazione nazionale di sabato 24 febbraio con concentramento in Piazzale Loredo alle ore 15.

Raccogliamo l’appello delle realtà palestinesi in Italia scioperando nella giornata di venerdi 23 febbraio per fermare il genocidio in corso a Gaza, in Cisgiordania, nella Palestina tutta. Boicottiamo chi sostiene l’entità sionista di israele e permette la continuazione dell’occupazione della Palestina e giustifica le razziste politiche sioniste di pulizia etnica ed espulsione della popolazione palestinese. Blocchiamo l’Italia contro la posizione del Governo, della NATO, degli Stati Europei e occidentali che supportano il genocidio e l’occupazione coloniale che dura da oltre 75 anni.

“Fermiamo la guerra e l’economia di guerra” sono le parole d’ordine delle mobilitazioni indette dai sindacati di base che hanno raccolto l’appello delle realtà palestinesi. Fermare il genocidio e imporre il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina.

Il prezzo della guerra viene fatto pagare da questi Governi a noi lavoratori con un economia di guerra che significa aumento dei costi dai generi alimentari alla casa ai servizi, di salari bassi, di lavori precari e flessibili (tra le cause della continua strage di lavoratori morti per lavoro), di taglio continuo al welfare state, all’istuzione, alla sanità. Politiche governative sempre più autoritarie ed un aumento della repressione ed eliminazione costante dei diritti conquistati da noi lavoratori in anni di lotte. Per tutto questo raccogliamo l’indicazione per uno sciopero generale e Venerdi 23 febbraio  partecipiamo alle iniziative di lotta organizzate dai sindacati di base. Organizziamo anche nei territori momenti di lotta ed informazione dando continuità alle numerose iniziative che in questi mesi si sono sviluppate nelle scuole, nelle università, sui posti di lavoro e nei quartieri  come quelle di boicottagio dei supermercati Carrefour, dei prodotti farmaceutici Teva, delle aziende del complesso industriale-militare.

FERMIAMO IL GENOCIDIO A GAZA!

SOSTENIAMO LA RESISTENZA PALESTINESE, CHI LOTTA CONTRO IL COLONIALISMO E LE AGGRESSIONI DEI PAESI IMPERIALISTI.

SABOTIAMO LE GUERRE DEL CAPITALE!

Martedi 20 febbraio  ore 18 incontro per organizzare insieme iniziative sul territorio presso la Panetteria Occupata

Venerdi 23 febbraio SCIOPERO GENERALE

Sabato 24 febbraio MANIFESTAZIONE NAZIONALE A MILANO ore 15 Piazzale Loreto

 

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18 febbraio: LA CASA È UN BISOGNO, BASTA SFRATTI E SGOMBERI

*LA CASA È UN BISOGNO, BASTA SFRATTI E SGOMBERI*.

Mobilitiamoci tutti!

La Rete solidale Ci Siamo e gli abitanti dello stabile occupato di via Fracastoro 8 – lavoratori stranieri con contratti brevi e salari bassi – invitano alla mobilitazione tutte le persone che vivono le stesse difficoltà a trovare o mantenere una casa dignitosa.

Per condividere le nostre esperienze, per denunciare l’assenza di politiche pubbliche, per lottare insieme contro sfruttamento, esclusione, povertà, *Vi aspettiamo domenica 18 febbraio alle ore  15:00 in via Padova angolo via Esterle*.

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10 febbraio: Boicotta israele – boicotta Teva

Sabato 10 febbraio saremo dalle ore 10.30 fino alle 13.00 ai mercati di Valvassori Peroni e Benedetto Marcello

BOICOTTA ISRAELE – BOICOTTA TEVA

La “Teva Pharmaceutical Industries” è una multinazionale con base in Israele operante nel settore dell’industria farmaceutica. Teva è il più grande produttore di farmaci generici del mondo e, per la produzione, trae profitto direttamente dai territori palestinesi occupati da Israele. Inoltre, dato il controllo che lo Stato sionista opera sui commerci in Palestina, Teva sfrutta direttamente il mercato palestinese, vincolato alle scelte dell’occupante. In Italia, Teva ricopre una posizione di quasi monopolio su alcuni farmaci generici di grande consumo, utilizzati per l’apparato gastrointestinale, per il sistema respiratorio e cardiovascolare, antinfiammatori ecc.

Boicotta le aziende israeliane o che collaborano con Israele!

Stop accordi militari, accademici e commerciali fra Italia e Israele!

SOSTENIAMO LA RESISTENZA PALESTINESE!

27.000 palestinesi assassinati dal 7 ottobre a oggi, in maggioranza donne e bambini; milioni di sfollati cacciati dalle proprie case e dai propri territori in 75 anni di occupazione; centinaia di giornalisti e funzionari delle organizzazioni internazionali uccisi negli ultimi mesi; un genocidio in corso a Gaza in “diretta tv” con la complicità di tutti gli Stati occidentali, Italia in primis, e dei maggiori media di comunicazione.

Uno scenario di guerra che vede la partecipazione diretta dell’Italia nelle operazioni nel Mar Rosso, con tutte le crisi umanitarie che si porta dietro, e che si somma a quella in corso in Ucraina dove lo Stato italiano continua a inviare armi al regime di Kiev, e che si allarga pericolosamente a tutto il Medio Oriente.

Boicotta le aziende israeliane o che collaborano con Israele!

Stop accordi militari, accademici e commerciali fra Italia e Israele!

Cessate il fuoco immediato e che l’Italia si schieri per la risoluzione del conflitto e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese!

Fuori l’Italia dalle guerre e dalla NATO!

“Campagna per il boicottaggio di Israele”

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Bollettino “TANTA SALUTE” nr.5

Con il 5° numero del bollettino a cura della Rete Tanta Salute, abbiamo raccolto informazioni e testimonianze dirette dei lavoratori, che mettono ulteriormente a fuoco il processo di smantellamento del nostro servizio sanitario nazionale. Disinvestimenti, mancato turn over del personale sanitario, chiusure di strutture territoriali, demotivazione e precarietà del personale.

Mettere in discussione questo modello di matrice capitalista che ha trasformato un sistema di ispirazione sociale e solidale in un sistema economico di stampo individualista e classista rientra nei nostri obiettivi, così come stare al fianco dei lavoratori che lottano e denunciano non solo le condizioni di sfruttamento a cui sono sottoposti, ma anche il peggioramento della qualità dell’assistenza e cura del malato.

Ci è sembrato importante sostenere e accogliere in queste pagine la dichiarazione di solidarietà con gli operatori sanitari di Gaza da parte di alcune associazioni mediche degli Stati Uniti, che chiedono di rompere il silenzio di fronte al genocidio che si sta compiendo in Palestina. Non solo, prendono le distanze da tutte quelle istituzioni che tentano di giustificare crimini di guerra o genocidi, ricordando che il giuramento di Ippocrate (lo stesso in tutto il mondo) da valore ad ogni singola vita.

In Italia si è formata con le stesse motivazioni la Rete Sanitari per Gaza che invita ad indossare la divisa ed a scendere in piazza per dare voce all’appello.

Ad oggi il numero del personale medico ucciso dai soldati israeliani è salito a 339, cifra alla quale vanno aggiunti i 148 morti tra il personale ONU e gli 82 giornalisti, mentre i morti fra la popolazione palestinese sono 26.900 e 65.949 feriti.

bollettino_Tanta_Salute_nr.5

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31 gennaio: assemblea pubblica Rete Solidale Ci Siamo

Da uno sgombero all’altro. Gli abitanti di via Fracastoro e la Rete
solidale Ci Siamo denunciano l’assenza di politiche abitative per i
lavoratori con contratti brevi e bassi salari.
Assemblea pubblica
Mercoledì 31 gennaio – ore 20:30
Via Fracastoro 8, Milano

in previsione di una giornata di denuncia e mobilitazione a difesa degli abitanti di via Fracastoro

Ci Siamo_ assemblea pubblica – 31gennaio2024

 

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