Venerdi 6 giugno partecipiamo al presidio in Piazza della Scala ORE 16:45 in solidarietà alla lavoratrice licenziata per aver gridato PALESTINA LIBERA!

Tutta la nostra vicinanza e solidarietà alla lavoratrice del Teatro alla Scala che con
coraggio ha rotto il muro di silenzio in quello che dovrebbe essere il tempio della
cultura, della libertà e dei diritti, rivendicando la libertà per il popolo palestinese.
Una giovane coraggiosa ancor più perché l’ha gridato in faccia a chi è complice* del
genocidio in corso per mano dell’entità coloniale sionista israeliana, a chi ha la
responsabilità degli accordi e degli affari commerciali, soprattutto forniture e
vendite di armi, di cooperazione nella ricerca di tecnologie dell’informazione e
della comunicazione, comunicazioni di dati, software e cybersicurezza con
l’entità sionista e contemporaneamente aumenta le spese militari e toglie
finanziamenti alle scuole, agli ospedali, all’assistenza, alle case popolari… e
reprime, con nuove norme e pene, ogni forma di critica, di dissenso e lotta
anche pacifica attraverso il nuovo pacchetto sicurezza diventato legge.
L’azienda la licenzia perché “ha tradito la fiducia disobbedendo a ordini di
servizio”.
L’obbedienza a cui fa riferimento la direzione della Scala è quella cieca, acritica, della
paura, del silenzio e della complicità; frutto dell’ipocrisia di chi si spende a
profusione ad organizzare eventi in solidarietà e raccolta fondi per l’Ucraina e
davanti ad un genocidio di un popolo in maggioranza bambini , giovani e donne,
chiude gli occhi e criminalizza, per non dispiacere i potenti, chi ha la coscienza e il
dovere morale e politico di denunciarlo.
L’obbedienza a cui fa riferimento la lettera di licenziamento fa ritornare in mente
uno dei periodi storici più neri e la propaganda che sui manifesti infestava i muri
“credere, combattere, obbedire”
È evidente che una sanzione così grave, esagerata, può essere giustificata e letta
solo come una punizione esemplare che serva da esempio per chiunque non si
pieghi all’”obbedienza”; è un monito e un deterrente perfettamente in linea con il
clima di guerra che si sta vivendo e le risposte repressive messe in atto
quotidianamente a colpi di fogli di via, denunce, anni di galera, contro ogni forma di
dissenso sociale, lavorativo, ogni lotta contro il razzismo, lo sfruttamento, il
colonialismo, il progetto di sterminio sionista del popolo palestinese.
Ci uniamo ai 700 lavoratori della Scala e a tutti quelli che hanno e continuano a
manifestare solidarietà nei tuoi confronti, cara giovane lavoratrice.
Non sei sola, continueremo a sostenerti perché la tua battaglia è la nostra ,è la
stessa per la difesa della libertà di critica, di pensiero, per la costruzione di una
società libera dal razzismo, dalla povertà, dall’ingiustizia, dall’oppressione.
PANETTERIA OCCUPATA
*Alla serata del 4 maggio organizzato dall’Asian Development Bank (Adb), dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze e dalla Banca d’Italia erano presenti il presidente del
consiglio Meloni, il ministro Georgetti, il governatore della Banca d’Italia.
Tra i membri del consiglio di amministrazione della Banca Asiatica di Sviluppo
c’è il ministro Bezalel Smotrich, figura nota per le sue posizioni estremiste,
razziste (definisce i palestinesi degli animali ) e per il sostegno attivo
all’occupazione militare..