VENERDI’ 24 GENNAIO ORE 21:00
PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ALLA FINE DELL’ESTATE” DI CARLO FRATTINI (Red Star Press 2021)
e presentazione Appello “Rompiamo un tabù”
“Alla fine dell’estate”:
“Il lavoro è poco. Nocivo. Malpagato. I desideri, al contrario, non si contano. E come i sogni, abbracciano orizzonti illimitati. Parlando di un mondo in cui gli uomini e le donne sono davvero nati uguali. È mostrando come la felicità sia un’incredibile forza collettiva. Una forza che niente e nessuno può avere il diritto di negare, nemmeno quando ci si ritrova a vivere alla fine dell’estate, nella stagione che coincide con gli anni ottanta della lotta armata in Italia: il luogo da cui prende le mosse il romanzo-verità di Carlo Frattini, dedicato a un tempo in cui “la vita si confondeva con la storia e la storia con la vita” e ogni cosa sembrava ancora possibile. Persino la rivoluzione”.
Appello: vogliamo rompere un tabù
È quel desiderio di rivoluzione, che si espresse negli anni ‘70-’80 del secolo scorso, che dette vita ad un grande e importante movimento di classe in l’Italia, così come a livello internazionale. Un movimento che seppe organizzare e costruire una forza e un sapere che mise in discussione i rapporti di potere e dominio esistenti, seppe coniugare le rivendicazioni per la casa, il lavoro, l’istruzione, la salute, la salvaguardia dell’ambiente con una lotta più generale di emancipazione per un cambiamento rivoluzionario dei rapporti capitalistici ed imperialisti.
Da quella stagione di lotte che si espresse in modi e forme diverse e che vide tra la metà degli anni 70 e i primi anni 80, una forte repressione che si tradusse in oltre 20.000 indagati/e, 6.000 compagni/e in galera, 15.000 anni comminati e 100 ergastoli, che ancora oggi, dopo più di 40 anni 16 compagni delle Br sono in galera e 3 al 41 bis.
Compagni protagonisti di quel ciclo di lotte, che ancor oggi fanno paura perché memoria ed espressione viva e diretta di quegli anni. Anni sui quali il potere ha esercitato una grande opera ideologica di mistificazione e demonizzazione e che utilizza ideologicamente e a livello repressivo come monito e spauracchio sulle classi subalterne per impedire ogni idea di rivolta, possibilità di cambiamento sia, non solo possibile, ma immaginabile, ancor di più oggi, in questa fase di profonda crisi e di guerra, in cui le contraddizioni sono più profonde e globalizzate.
La campagna “Vogliamo rompere un tabù”, vuole contribuire a ridare dignità e verità storica a quegli anni, smascherare l’obiettivo da parte dello Stato di utilizzare questi compagni come strumento di una vera e propria “guerra alla memoria”; mettere in evidenza come le ragioni di una così lunga permanenza in carcere siano più attuali e vicine, di quanto si possa immaginare, alle strette repressive, economiche, politiche e sociali che stiamo vivendo e alle aspirazioni per un cambiamento e l’ emancipazione delle classi subalterne.